Se avessi centinaia di migliaia di euro da spendere per un fossile di dinosauro da mettere in salotto, dove andresti? In Europa, uno dei pochissimi luoghi in cui cercare è lo stesso in cui puoi trovare tute spaziali, meteoriti marziani, cimeli hollywoodiani e reperti archeologici da tutto il mondo: il Theatrum Mundi, ad Arezzo, in Toscana.
A metà tra una Wunderkammer e una galleria d’arte, il Theatrum Mundi è aperto su invito solo a potenziali acquirenti ed è in generale molto discreto. Eccezionalmente, però, siamo riusciti a ottenere l’accesso e a intervistare il suo ideatore: Luca Cableri, uomo di 49 anni dall’aspetto dandy, collezionista e dealer di oggetti preziosi.
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Quando non è in viaggio in cerca di beni da vendere ad anonimi e facoltosissimi acquirenti, Cableri—un “gallerista dell’impossibile,” per sua stessa definizione—accoglie i clienti nel “crepuscolo perenne” della sua Wunderkammer. Le tende sono sempre tirate, le luci soffuse, niente orologi.
“Strabiliare,” “emozionare,” “sorprendere”: sono tutti termini che Cableri, con le sneakers pitonate ai piedi (sembrano da collezione anche quelle, ma visto che oggi vanno troppo di moda non le tratta), e una disinvoltura vertiginosa nell’indossare gli unghioni originali di Wolverine e mostrarti un fossile di 280 milioni di anni fa, utilizza spesso durante la nostra chiacchierata.
Dopo avermi mostrato alcuni dei cimeli in esposizione—tra cui fossili di dinosauro, denti di T-Rex, la spada laser originale di Star Wars, la bacchetta di Harry Potter (ne I doni della morte) e un’autentica tuta spaziale utilizzata per una missione sovietica—mi invita nel suo ufficio, naturalmente nascosto dietro un’anta della libreria del salone.
Lì parliamo della sua clientela, di quanti milioni di euro può arrivare a costare un dinosauro, di autenticità della mercanzia e delle regole da seguire se vuoi vendere cose che di solito vedi nei musei.
VICE: Ciao Luca, partiamo dalle basi. Cos’è il Theatrum Mundi? Luca Cableri: Il mio Theatrum Mundi nasce dall’idea di Wunderkammer, ovvero “le stanze delle meraviglie,” che dal XVI secolo fino all’Illuminismo—quando l’Enciclopedia di Diderot e D’Alembert ha iniziato a catalogare ogni cosa—venivano allestite da nobili e studiosi per stupire, lasciare a bocca aperta.
Qua voglio fare lo stesso: sorprendere chi entra, emozionarlo. Gli oggetti esposti provengono da luoghi lontani e diversi tra loro. Io li cerco, li trovo e li metto in un nuovo contesto. La filosofia alla base è quella di spostare un mercato di nicchia in un mercato del lusso più ampio. In un mercato della Namibia magari t’imbatti in un frammento di meteorite, qua lo metto in una sala affrescata accanto ad altri oggetti stupefacenti. Ti direi che è come scattare una foto a una zebra in vetta all’Everest. Se sai come unire mondi diversi non crei caos, ma stupore.
**Facciamo un passo alla volta: come inizia tutto questo?
**Vengo da un paesino in provincia di Gorizia, ho studiato giurisprudenza ad Urbino solo perché era vicino a Rimini [ride] e ho iniziato un po’ per gioco le prime compravendite ai mercatini. Compravo vecchi oggetti e li rivendevo. Parliamo di cose come ferri da stiro polacchi, robette.
Poi, dopo essermi laureato, sono finito a lavorare da Christie’s [una delle case d’asta più prestigiose al mondo] a Londra, e lì mi si è aperta la mente: ho scoperto le vere dinamiche dietro al mondo dell’arte.
E in pratica sei finito a vendere dinosauri. Com’è possibile che ne smerci così tanti? Si pensa che i dinosauri dovrebbero stare tutti nei musei, ma il mondo è pieno di fossili. Alcuni sono molto rari, altri assolutamente comuni.
In zone come Wyoming o North Carolina negli Stati Uniti se ne trovano moltissimi, così come in Mongolia. Il problema semmai è tirarli fuori dal terreno, perché i resti di uno stesso dinosauro possono anche trovarsi a 500-600 metri di distanza l’uno dall’altro.
**Ma è legale prendersi un fossile di dinosauro?
**Dipende. In alcuni stati degli Stati Uniti sì. La legge dice, semplificando un po’, che quello che trovi è tuo se possiedi il terreno. In Italia no. È ancora in vigore una vecchia legge fatta da Mussolini [legge 1° giugno 1939, n. 1089 – legge Bottai] che sancisce che gli oggetti di valore ritrovati nel sottosuolo sono di proprietà dello Stato. Era stata pensata per tutelare i ritrovamenti archeologici, ma vale anche per i fossili.
**Quindi qua in Toscana se scavo e trovo un fossile in giardino non lo posso rivendere…
**Non ti preoccupare che qua non ne trovi: ai tempi dei dinosauri era tutto sott’acqua.
**Ok. Ma ci sono delle regole da seguire, delle leggi, per importare oggetti in Italia?
**Esistono leggi internazionali, implementate dall’Interpol, che sono molto rigide, ad esempio sull’archeologia. Ma io tratto poco questo genere, ho solo avuto qualche sarcofago in passato. In linea di massima tutti gli oggetti che hanno più di 50 anni hanno bisogno di un’autorizzazione sia per l’importazione che per l’esportazione. Noi acquistiamo tutto dall’estero, non abbiamo niente che proviene dall’Italia, ci limitiamo a richiedere un “attestato di libera circolazione” agli uffici doganali della sovrintendenza italiana.
**Peccato. Per quanto riguarda tute spaziali e meteoriti, invece? Dove trovi questi oggetti, c’è un mercato?
**È una questione di fonti. Questi oggetti vanno trovati un po’ agli angoli del mondo. La tuta spaziale sovietica, per esempio, bisogna andare a cercarla a Korolev o a Mosca, i meteoriti in Namibia o Marocco e avere dei contatti diretti con chi li recupera.
La difficoltà è sempre andare alla fonte. Se parliamo sempre di meteoriti, ad esempio, la prima volta sono andato a una fiera e da lì, con un po’ di pazienza sono arrivato fino a chi, la mattina, prende la Jeep e va nel deserto a cercarli.
**Quindi c’è qualcuno che di lavoro cerca meteoriti e poi chiama te…
**Ci sono voluti anni, ma sì. Ci conoscono, sanno che siamo una galleria seria, che paga subito. È gente che non vuole troppi problemi.
**Passiamo ai clienti. Quale è il tuo cliente tipo?
**Senza fare nomi, il più frequente è il collezionista eclettico, che ha una bella casa e vuole aggiungere un oggetto un po’ particolare, tipo una testa di triceratopo, che fa sempre la sua figura. Oppure vuole una tuta di Batman per l’ufficio. Sono persone che hanno aziende, ma anche nomi importanti della moda, del cinema internazionale o, ad esempio, una miliardaria canadese nella classifica Forbes delle 500 persone più ricche al mondo.
**Quindi si tratta solo di ricchi?
**Si tratta di gente che ha grandi disponibilità. Per intenderci: il range dei prezzi qui può oscillare dalle migliaia di euro fino a qualche milione.
Se vuoi un frammento di asteroide marziano devi sapere che rischi di arrivare a spendere 1000 euro al grammo [il valore dell’oro è intorno ai 50 euro al grammo]. In generale si tratta di oggetti che ogni anno aumentano il loro valore, è un mercato in espansione.
**Ma tu sai poi dove finiscono gli oggetti? Dove li mettono i clienti?
**In alcuni casi sì, ci fanno vedere dove li hanno piazzati, mandano qualche foto. Di solito nelle case, negli yacht o negli uffici. Nella maggior parte si tratta di usi come arredo.
**Ma scusa, un pezzo di Marte dove si mette?
**Ci possono essere tante belle soluzioni [ride]. Un cliente, ad esempio, ha fatto incastonare tre frammenti di meteoriti a una parete divinamente illuminata. Una cosa bellissima, molto elegante. Un altro, francese, ha messo un dinosauro molto grande in un castello, mentre un cliente indonesiano in salotto. Sono ottimi oggetti di arredo per rompere il ghiaccio, fare conversazione con gli ospiti.
**Certo, se vedi un dinosauro una chiacchiera nasce per forza.
**Esatto [ride].
**Come selezioni gli oggetti per la galleria? In base a quello che ti chiedono i clienti, o ci sono altri parametri?
**A meno che non riceva richieste particolari da qualche cliente, scelgo io gli oggetti che mi appassionano. Una caratteristica non deve mai mancare: deve essere unico, straordinario. Giro, visito fiere, mostre, leggo libri e se qualcosa stuzzica la mia fantasia posso decidere di cercarlo.
Ogni oggetto ha una storia tutta sua, e a me questo interessa, ed è quello che voglio comunicare a chi poi lo acquisterà. Quando si tratta di oggetti molto particolari spesso chi li vuole comprare già sa diverse cose—anche se, di recente, ci sono tanti nuovi ricchi che comprano giusto per il gusto estetico.
**Come fai a essere sicuro che gli oggetti che compri siano autentici?
**Allora, ogni categoria fa storia a sé. Parliamo dei meteoriti. Ci sono tre categorie principali: lunari, marziani e quelli che hanno una forma interessante dal punto di vista estetico. Naturalmente si tratta di meteoriti che hanno impattato contro la Luna o Marte e poi sono caduti sulla Terra, in una zona in cui è possibile recuperarli, tipo il deserto del Sahara. Capirai che si tratta di una serie di fattori molto rara, da qui il loro valore. Chissà quanti altri meteoriti esistono che sono caduti in mare e che non recupereremo mai. Quando viene ritrovato un meteorite, facciamo tagliare 20 grammi, mandiamo a Washington dove viene analizzato per capire se si tratta di superficie marziana, lunare o altro. Se tutto va bene viene certificato e inserito nel bollettino internazionale dei meteoriti.
Discorso diverso per oggetti tipo le tute spaziali. In quel caso esistono specialisti che verificano se quella tuta sia davvero originale. Purtroppo, ci sono molti falsi in giro. Per quanto riguarda invece i cimeli cinematografici, richiedo sempre il COA (Certificate of Authenticity), che è il certificato americano che attesta la veridicità di un oggetto. Comunque ho due o tre fonti di cui mi fido e uso quelle, altrimenti è una selva di venditori in cui è veramente complicato capire chi fa sul serio e chi vuole fregarti.
**C’è qualche oggetto che ancora sogni di avere?
**Da piccolo sognavo di fare l’astronauta. Per me le tute spaziali sono pazzesche, un modo di sublimare il sogno che avevo. In questo momento però la cosa che mi interessa di più sono gli oggetti d’arte del cinema americano.
Quando li ho portati per la prima volta nelle mostre internazionali molti hanno storto il naso. Non li consideravano arte. Secondo me è un grande malinteso: molti oggetti, prendi lo scudo di Capitan America, l’alieno di Alien, sono stati pensati, realizzati, da veri e propri maestri. Non tutti gli oggetti del cinema sono opere d’arte, ma alcuni sì.
**Cos’è che si vende meglio?
**La storia naturale si vende da sé, ha già un pubblico con aste internazionali molto solide: quindi dinosauri, meteoriti. Uno scheletro di T-Rex da Sotheby’s viene venduto anche a 30 milioni di euro. Quando si tratta di vendere fossili di dinosauri puoi anche aggiungere uno zero e lo vendi comunque.
**Un’ultima domanda. Che mi dici degli NFT? Ti interessano?
**Non direi. Sarò vecchio stile forse, ma sono principalmente un edonista: voglio vedere, guardare, possedere un oggetto. Pagare due milioni il video di Michael Jordan che schiaccia non mi dà la stessa emozione.
L’intervista è stata editata e accorciata per questione di spazio e chiarezza. Per vedere altre foto, scorri verso il basso.