Nei primi anni Ottanta, i Black Flag e il loro approccio ai tour DIY “per cui bastava salire sul furgone per essere pronti a partire” ebbero un enorme impatto sulla diffusione dell’hardcore negli Stati Uniti. Nell’estate del 1989 i Gorilla Biscuits, gli Insted e altre band straight edge americane continuarono questa tradizione zigzagando per la nazione su furgoni, dormendo su pavimenti e divani, così da diffondere la loro filosofia, uno stile di vita punk più positivo basato sull’astinenza da droghe e alcool.
Fu in quegli anni che un giovane Tony Rettman e il suo amico Tim McMahon (che suonava nei Mouthpiece, una band del New Jersey) pubblicarono per un periodo Common Sense, una zine su cui intervistarono molte delle band straight edge dell’epoca, tra cui Youth of Today, Gorilla Biscuits, Chain of Strength, Insted, e No for an Answer.
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Rettman è l’autore di Straight Edge: A Clear-Headed Hardcore Punk History, un nuovo libro in cui racconta la storia dello straight edge tramite le testimonianze di tutte quelle band, oltre che di membri di Minor Threat, SS Decontrol, DYS, Slapshot, Uniform Choice, 7 Seconds e molti altri. Un capitolo del libro, ‘Youth Crew Across America’, si concentra sui furgoni e sui tour di quei gruppi, tra cui il celebre Break Down the Walls Tour per cui gli Youth of Today partirono nel 1987, momento fondamentale per la storia dell’hardcore americano.
Noisey: Quanto era importante avere un furgone in quegli anni, se eri straight edge?
Tony Rettman: Un furgone era fondamentale per la maggior parte delle band hardcore americane negli anni Ottanta, che fossero sobrie o meno. Non era solo un veicolo con cui andare ai concerti, ma era una sorta di universo. E c’era anche un discorso estetico legato al modo in cui veniva decorato. Quello che gli Youth of Today usarono nell’estate dell’88 era ricoperto di graffiti e, a quanto dicono, per accenderlo dovevano ogni volta maneggiare sotto al cofano. I miei amici che suonavano nei Mouthpiece si fecero taggare l’interno del furgone dagli Insted nel ’91. Fu un vero tocco di classe.
In che modo eri coinvolto nella scena in quegli anni?
Io e il mio amico Tim McMahon pubblicavamo Common Sense, che trattava la scena straight edge in modo piuttosto approfondito. Avevamo una corrispondenza con altri editor di zine e gruppi da tutto il paese, e ogni tanto trovavamo ai gruppi o a questi editor un posto dove dormire. I Gorilla Biscuits e i Bold rimasero dal mio amico Ethan, una sera, e furono piuttosto impressionati dalla macchina che guidava, una macchina della polizia usata con un sistema di casse nel motore. Un pomeriggio gli Up Front partirono dallo stato di New York, da nord, fino a Ewing, New Jersey, e suonarono gratis all’half-pipe del mio amico Scott. Ed erano davvero felici di poter passare tempo con noi e chiacchierare. Vedere cose del genere da giovane fu davvero un’esperienza unica per un ragazzino come me, e mi fece settare degli standard piuttosto alti per la razza umana. Sfortunatamente, con il passare del tempo, credo di essere diventato più un tipo da Nihilistics-misto-Big Joey piuttosto che da 7-Seconds-misto-primi-Quarterflash. Ma ci sto lavorando.
Ricordi i momenti più belli di quell’estate?
I Chain of Strength dalla California del Sud e gli Insight dall’Utah andarono in tour assieme e avevano una data all’half-pipe di Scott. Noi eravamo esaltatissimi al pensiero di queste due band grandiose che suonavano letteralmente nel nostro giardino. Be’, il loro furgone si ruppe a Philadelphia, quindi ci toccò andarli a prendere lassù. Passarono una notte a casa di Scott ma poi suo padre li cacciò fuori perché erano, parole sue, “zingari”. Alla fine fu noleggiato un furgone U-Haul per portare a termine il tour e lasciarono il loro furgone davanti alla casa di un altro dei nostri amici, Jason Jammer, per una settimana o giù di lì.
Poi, il giorno del mio 17esimo compleanno, entrambe le band arrivarono in città per suonare al City Gardens con Up Front e Social Distortion. Prima del concerto passarono ore a cercare di attaccare il loro furgone al gancio dell’U-Haul mentre un membro dei Chain of Strength si spazzolava i capelli specchiandosi nello specchietto retrovisore lato passeggero.
Lo straight edge viene spesso male interpretato come una specie di religione, ma pensi che anche nell’estate del 1986 questi tour fossero visti come una specie di proselitismo?
Io non ero in queste band, quindi non voglio parlare per conto loro, ma come partecipante posso dire che c’era senza dubbio l’idea di una ‘causa’; per quanto come concetto fosse piuttosto vago. Per quanto riguarda gli Youth of Today, penso che la loro idea fosse di ottenere di più dalla vita attraverso la sobrietà, e che questo ‘di più’ passasse forse anche per il piano spirituale. Forse questo spiega anche la successiva conversione all’Hare Krishna di Ray e Porcell [voce e chitarra degli Youth of Today].
Porcell dice che lui e Ray Cappo volevano mettere in atto un tour di reclutamento hardcore. Probabilmente scherza, ma un sospetto mi viene.
Probabilmente è una frase scherzosa, ma capisco cosa intende. Non voglio sembrare un vecchio, ma a quei tempi l’hardcore era una cosa minuscola, e volevi che tutti quelli che ti sembravano un po’ fichi ne facessero parte. Ogni volta che andavo a skateare e incontravo ragazzi che non seguivano l’hardcore, sentivo il bisogno di farglielo scoprire; che si trattasse di mixtape o qualunque altra cosa. I numeri erano piccoli e volevi più alleati, immagino.
Il capitolo ‘Youth Crew Across America’ contiene i racconti di persone da diverse parti del Paese su quando gli Youth of Today suonarono nella loro città. Che impatto ebbe il tour di Break Down the Walls sulla diffusione dello straight edge?
Era difficile non venire investiti dall’energia che sprizzavano gli Youth of Today. Vedere Ray Cappo a quei tempi è l’esperienza più vicina a vedere uno sciamano che abbia mai fatto. Quindi, nello stesso modo in cui i Black Flag avevano girato tutto il Paese diffondendo il pensiero indipendente che fu la scintilla per la nascita della scena hardcore americana nella primavera del 1981, gli Youth of Today andarono in giro nell’estate dell’87 diffondendo questa filosofia legata a un look e un suono che tutti assorbirono. Un anno dopo, c’erano band straight edge in ogni città degli Stati Uniti.
Tra le persone che hai intervistato qual è la tua storia da tour preferita?
Mike Judge andò in tour con gli Youth of Today alla batteria. Si trattava del tour di Break Down The Walls oppure di uno precedente, e più corto, insieme ai 7 Seconds. Mike era famoso per essere una testa calda. Quando qualcuno si agitava perché voleva uno sconto sulla maglietta o sul disco, o quando arrivava un ubriaco ad attaccar briga, la risposta immediata di Mike era di assalirlo fisicamente. Penso che le parole testuali che mi disse furono: “Nel dubbio mena!” Visto che Ray voleva far trasparire un’atmosfera positiva dalla band, spesso rimproverava Mike per il suo comportamento. Una volta Mike chiese scherzando a Ray di preparargli uno schema per quando è appropriato o meno prendere a botte qualcuno. Il pensiero di uno schema elaborato da Ray Cappo, con gli evidenziatori di vari colori, come un progetto scolastico, mi fa ridere come un matto. Pensa se lo avesse fatto davvero. Varrebbe una fortuna su eBay!
Straight Edge: A Clear-Headed Hardcore Punk History uscirà il 14 novembre per Bazillion Points.