Un carabiniere ha finalmente ammesso il pestaggio di Stefano Cucchi

Questa mattina, nell’udienza al processo-bis che vede imputati cinque carabinieri per il caso Cucchi, è venuto fuori quello che si è sempre saputo, sin dall’inizio: Stefano è stato massacrato di botte dai carabinieri.

La novità è che—questa volta—a dirlo è direttamente uno degli imputati, Francesco Tedesco. Il militare ha infatti “chiamato in causa” i colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro quali autori materiali del pestaggio.

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A renderlo noto oggi è stato il pubblico ministero Giovanni Musarò, che ha presentato un’attività integrativa d’indagine dopo che Tedesco ha ricostruito la notte del 15 ottobre 2009 in una denuncia. Quest’ultima è risalente al 20 giugno 2018 e, oltre a D’Alessandro e Di Bernardo, il carabiniere tira in ballo anche Roberto Mandolini (accusato di calunnia e falso) e Vincenzo Nicolardi (calunnia). Il magistrato ha inoltre spiegato che Tedesco avrebbe redatto “una notazione di servizio” subito dopo il pestaggio di Cucchi, ma che questa “è stata sottratta, e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza.”

In un post su Facebook, Ilaria Cucchi ha scritto che “il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi.”

Per leggere una ricostruzione del caso:

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