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Cinque domande sul video dei tizi che si fanno di cocaina su un Ryanair

È il 2018 e io non mi fido di nessuno. Di nessuno. Prima mi fidavo, ma ora no. Guardo i video su internet con lo stesso cinismo che gli atei hanno nei confronti di Dio. Prima le cose le toccavi, le odoravi, le vedevi con i tuoi occhi, e potevi crederci. Ora c’è un video virale ogni due secondi e non so mai se posso fidarmi.

Cioè: credo che questi tizi stiano pippando cocaina su un volo Ryanair? No, non ci credo. Ma anche non-non ci credo. La cocaina (o la sostanza che la sostituisce) lascia proprio quei piccoli residui. Il tipo lato corridoio ha quell’adrenalina e quel nervosismo ridanciano di chi ha pippato. E poi ricordiamoci che è Ryanair. Ci sono abbastanza elementi per credere che sia tutto vero. Ma: non può essere vero, nel modo più assoluto. Capite che casino essere cinico nel 2018?

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Teniamo buona la teoria che non sia vero, ma potrebbe esserlo, ma probabilmente non lo è, ma forse sì. Su queste tremolanti fondamenta, e qui solamente: sì, ho delle domande:

IMMAGINATE ESSERE SEDUTI DIETRO DI LORO?

Il bello di Ryanair è che mette tutti sullo stesso livello (tutto il resto è puro orrore). Ryanair, come molte altre compagnie low cost, ti fa volare con poco verso destinazioni più o meno soleggiate, e quindi è calamita perfetta di addii al celibato e addii al nubilato e diciottenni alla loro prima vacanza da zarri adulti e tizi muscolosissimi in canottiera e famiglie vestite come per andare in chiesa e coppie in giacchette di jeans uguali che leggono libri e mamme di mezza età abituate a voli di linea che non riescono a capire perché non possono mettere il trolley sopra la propria testa e passano il volo intero (2 ore e 50!) in paranoia che qualcuno glielo rubi. Una volta ci ho visto un ex calciatore della Premier League, l’esatto opposto vivente del mio scoperto in banca, ma eccoci lì entrambi a volare senza spazio per le gambe verso Ibiza, insieme.

C’è qualcosa di felice nei (rari ormai) interstizi in cui tutti i membri della nostra società si trovano alla pari: pub, fast food, voli Ryanair per la Spagna. Non c’è alcuna gerarchia di classe su un volo Ryanair. Non puoi usare il telefono, non hai spazio per le ginocchia, non hai uno schermo su cui guardare i film. Ma mi piace molto pensare che dietro questi tre tizi che pippano o fingono di pippare, che insomma fanno qualunque cosa stiano facendo con tale forza e convinzione da creare un buco gravitazionale per cui tutti gli occhi e tutta l’attenzione dell’aereo si concentrano su di loro, ecco dietro di loro ci sia qualcuno diretto a Marbella per andare a trovare il nonno, che cerca di leggere Eleanor Oliphant sta benissimo con indosso un foulard di lino.

L’ASSISTENTE DI VOLO SI COMPORTA DA MALEDUCATO?

Sì. Scusa, ma l’etichetta vuole che a caval donato non si guardi in bocca. Mi dispiace! Sono le regole! Non mi interessa che l’assistente di volo stia servendo vodka a tre persone già inebriate (bene) e stia volontariamente ignorando le attività potenzialmente illecite che stanno compiendo (benissimo). Mi interessa che non si comporti da maleducato! Doveva accettare l’offerta.

È UN FAKE? E POI: A CHI IMPORTA?

Quello che mi spinge a credere che sia un fake è la mia avversione alla realtà. Quello che mi spinge a credere che sia vero è tutto il resto. È possibile far passare piccole quantità di droga dai controlli degli aeroporti? Onestamente sì: ti fanno togliere le scarpe e buttare via l’acqua, ma non controllano mai se hai una bustina scotchata alle palle. Potresti farti tre enormi righe in mezzo al cielo senza che nessuno dica niente? Di nuovo, sì: le regole della società non si applicano, qui.

E poi ci sono le piccole prove, le sottigliezze: il residuo, quella particolare strafottenza maschile che nasconde il nervosismo, il gesto, quell’idea di nascondersi non facendo niente per nascondersi. Se mai voleste farvi una riga su un aereo, fatela o su un jet privato o su un Ryanair. Nel mezzo è tutto sbagliato.

POSSIAMO PARLARE UN SECONDO DELLA QUALITÀ E DELLA DIMENSIONE TITANICA DI QUESTE RIGHE?

Credo che l’elemento che mi rende più certo che si tratti di vera cocaina sono le righe di quella che i tabloid inglesi stanno chiamando “una polvere bianca non identificata” e i commentatori cinici hanno derubricato a “dolcificante tagliato come lo taglierebbe un idiota.” Quella riga, francamente, è orribile. Ha le dimensioni di un bastoncino di pesce. La consistenza di vetro misto a ghiaia. Guardare quella riga mi fa venire dei terribili flashback su me stesso ogni volta che mi sono ritrovato sveglio alle tre del mattino quando non avrei dovuto, in posti in cui non avrei saputo tornare, a casa di persone che non conoscevo, sotto le luci al neon di cucine sporche. Quella riga dice “Posso fumare?” al tassista. Quella riga ha tirato un pugno al muro della camera. Quella riga ha messo su YouTube un remix happy hardcore francamente orrendo. Quella riga si ripresenterà a casa tua tra qualche settimana chiedendoti se ti ricordi di lei e se può dormire da te per un po’. Quella riga ha appena smurato un water. Quella riga arriva da te con gli occhi pallati a una festa, e ti bisbiglia una singola parola d’allerta: “CORRI!”

ABBIAMO RAGGIUNTO L’ESTREMO APICE DELL’”INGLESE ALL’ESTERO”?

Da tempo sostengo l’idea che la nostra identità nazionale possa essere percepita in due modi opposti: puoi essere La Band Inglese, o puoi essere Un Partecipante di un Programma TV Inglese, poniamo Great British Bake Off. Questi sono i due generi di inglesi che esistono, e non si sovrappongono mai. Possiamo essere o i fan dei Queen super posh con i nostri sandwich col cetriolino e i lunghi vialetti di ghiaia, oppure quelli che suonano le trombette sugli spalti del Tottenham. Ecco l’idiosincrasia alla base: un sacco di persone, compresi gli inglesi che vivono in Inghilterra e sanno che non è esattamente così, hanno questa idea della propria nazione come di una recita in costume, quando in realtà siamo più quelli che si sbronzano con poco e poi mangiano il kebab in taxi. Ci piace pensare a noi stessi come a vecchine garbate che sanno tutto di torte, ma in realtà è questo che sembriamo: tre zarri che hanno bevuto un po’ troppo in aeroporto, che si fanno righe su un tavolino pieghevole di un volo Ryanair.

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