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Il cristallo marziano che potrebbe far luce sulla vita extraterrestre

piepklein zirkoonkristal aanwijzing voor inslagen op Mars

Una delle ipotesi più interessanti sulla vita nell’universo è che proprio uno dei pianeti più vicini alla Terra, Marte, sia stato un tempo abitabile. Grazie a un pezzo di roccia che ha viaggiato fortuitamente dal pianeta rosso fino alla Terra, un gruppo di ricerca ha scoperto nuovi indizi a favore di questa tesi.

Il prezioso meteorite marziano, che è stato ritrovato in Marocco nel 2011, contiene minuscoli cristalli di zircone che possono essersi formati solo grazie a un fortissimo impatto; questa scoperta cambia ciò che sappiamo (soprattutto a livello temporale) del periodo in cui Marte potrebbe essere stato abitabile, miliardi di anni fa.

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La venatura di zircone scoperta è “il primo campione di un minerale da impatto plausibilmente creatosi nel picco centrale di una complessa struttura da impatto su Marte” e fornisce alcune delle “più antiche prove fisiche dirette della formazione di un cratere da impatto complesso su Marte” circa 4,48 miliardi di anni fa, stando allo studio pubblicato a febbraio 2021 su Nature e guidato da Morgan Cox, dottoranda al Centro di scienze e tecnologie dello spazio dell’Università di Curtin.

Altri studi avevano già esaminato la venatura di zircone dentro al meteorite marziano—noto ufficialmente come Northwest Africa (NWA) 7034 e soprannominato “black beauty”—ma il team di Cox è il primo a ricostruire con chiarezza gli indizi di un impatto intenso, vicino per proporzioni alla catastrofe che ha cancellato i dinosauri dalla faccia della Terra 66 milioni di anni fa.

“Lo zircone rappresenta il livello di impatto più alto rilevato in NWA 7034 e rocce simili e fornisce la prova fisica diretta del fatto che si siano verificati impatti importanti—alcuni potenzialmente in grado di condizionare la vita—su Marte entro 4,48 miliardi di anni fa,” dicono i ricercatori nello studio.

“Durante l’evoluzione di Marte primordiale, un impatto capace di deformare lo zircone avrebbe potuto cambiare radicalmente le condizioni ambientali fondamentali per la nascita o la sopravvivenza della vita,” aggiunge il team.

La comunità scientifica ritiene che gli impatti causati da asteroidi e comete agli albori del sistema solare abbiamo giocato un ruolo importante nell’origine della vita sulla Terra, e potrebbero aver influenzato qualsiasi forma di vita sia emersa su Marte quando il pianeta era ancora giovane e plausibilmente più caldo e umido. Ma se da un lato questi impatti possono nutrire la vita portando acqua e composti organici sulla superficie di un pianeta, possono anche estinguere ecosistemi già esistenti che si trovano sulla loro traiettoria di impatto.

Per questa ragione, comprendere l’intensità del bombardamento di asteroidi su Marte è fondamentale per fare una stima dell’intervallo di tempo in cui il pianeta è stato potenzialmente abitabile—o, forse, proprio abitato. Per esempio, alcuni scienziati hanno suggerito che la frequenza e l’intensità degli impatti su Marte potrebbero essersi alleggerite un po’ nel periodo successivo a 4,48 miliardi di anni fa, il che potrebbe aver permesso l’emergere di condizioni di abitabilità circa 4,2 miliardi di anni fa.

La venatura di zircone esaminata da Cox e colleghi, che si è formata 4,45 miliardi di anni fa, sfida proprio questa ipotesi di cronologia degli eventi. Usando tecniche avanzate come il Microscopio elettronico a scansione (SEM), il team ha identificato speciali simmetrie che suggeriscono che il campione si sia formato per la pressione immane di un impatto ad almeno 20 o 30 gigapascal.

“Le simmetrie dello zircone in NWA 7034 sono ben sviluppate e sono quasi identiche a quelle rinvenute in tre delle più grandi strutture da impatto qui sulla Terra,” scrivono i ricercatori. “Lo zircone è dunque interpretabile come residuo di un basamento roccioso originato all’interno del picco centrale di un complesso cratere su Marte ed è dunque il minerale con l’origine da impatto più intensa identificato finora nell’insieme di meteoriti a cui appartiene.”

“Un violento e prolungato bombardamento di meteoriti su Marte avrebbe avuto il potenziale di sterilizzare il pianeta facendo evaporare l’acqua liquida e spazzando via l’atmosfera,” aggiungono.

Questi nuovi indizi potrebbero spostare il momento in cui Marte è stato abitabile in avanti di 4,2 miliardi di anni, tra i 3,9 e i 3,7 miliardi di anni fa. Questa finestra temporale coincide con le prove dell’esistenza dell’acqua su Marte in passato, che è l’ingrediente più importante per la vita per come la conosciamo.

Gli scienziati dovranno studiare altri campioni provenienti da Marte per determinare davvero l’abitabilità del pianeta in tempi molto antichi. Per ora, però, le uniche rocce marziane che la comunità scientifica ha potuto studiare sono meteoriti caduti dal cielo per pura fortuna, come Black Beauty. La buona notizia, se non altro, è che il rover della NASA Perseverance sta raccogliendo campioni da un antico “lago” su Marte, che saranno riportati sulla Terra tra circa 10 anni—se tutto va secondo i piani.

Quei preziosi carotaggi potrebbero finalmente rivelare se qualche creatura microbica sia riuscita a prosperare sul pianeta ai suoi albori—e dirci se davvero, per un breve momento, ci sono stati ben due pianeti nel sistema solare impegnati a ospitare la vita.