Lo scorso febbraio, Natasha McKenna si trovava in detenzione presso il penitenziario della Contea di Fairfax, in Virginia, con l’accusa di aver aggredito un poliziotto. Affetta da schizofrenia dall’età di 12 anni, la donna pesava solo 58 chilogrammi ed era madre di una giovane ragazza.
Quando una dozzina di vice-sceriffi armati arrivarono per prelevare e trasferire la 37enne nella prigione di Alexandria—dove avrebbe potuto seguire una terapia appropriata a detenuti con problemi mentali—la donna oppose resistenza. Gli ufficiali le ammanettarono mani e piedi, costringendola su una sedia. Di fronte alle resistenze delle donna, uno dei funzionari sfoderò un Taser, colpendola con quattro scosse elettriche.
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Dopo l’ultima scarica, McKenna non respirava più. Venne trasportata all’ospedale e lì, tre giorni dopo, morì.
L’autopsia, effettuata il 18 aprile, riportava la causa del decesso come “un delirio eccitato associato alla restrizione fisica con l’utilizzo di dispostivi conduttori di elettricità e il contributo della schizofrenia e del disturbo bipolare.” Il suo decesso venne archiviato alla voce “incidente.”
Sull’onda della moltitudine di “morti in custodia” avvenute di recente—tra cui si ricordano i casi di Freddie Gray a Baltimora e Sandra Bland nella Contea di Waller—la decisione dell’autopsia di McKenna è stata accolta con scetticismo. Molti si sono domandati se la quattro scosse inferte dal Taser avessero avuto un ruolo di maggior rilievo rispetto a quanto indicato dal rapporto.
A fine agosto 2015, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato di voler aprire un’inchiesta sulla morte di McKenna.
Dato che le forze di polizia fanno sempre più affidamento sui Taser come alternativa meno letale alle pistole, i decessi associati all’uso del dispositivo sono in aumento. Le normative che regolamentano il loro utilizzo scarseggiano, così come gli studi indipendenti sull’effetto che essi possano avere sul cuore umano. Il risultato è che i Taser stanno diventando un’arma sempre più discussa.
Quando una persona muore dopo essere stato colpita con un Taser, Taser International Inc—l’azienda multimilionaria che produce il dispositivo—spesso nega ogni responsabilità, imputando il decesso a un utilizzo non corretto dello strumento o citando la “sindrome da delirio eccitato” che si manifesta con una serie di sintomi associabili all’ansia e può provocare un arresto cardiocircolatorio.
Secondo uno studio di Amnesty International, tra il 2001 e il 2012 negli Stati Uniti ci sono stati più di 500 decessi dovuti all’uso di Taser. Alcuni stati stanno prendendo in considerazione la possibilità di introdurre criteri normativi più restrittivi, in risposta alla crescente preoccupazione per la scarsa sicurezza degli strumenti.
Dati raccolti da VICE News mostrano che dall’agosto 2014 a oggi ci sono state almeno 49 morti riconducibili all’uso di Taser dopo una colluttazione tra un poliziotto e un civile. Di queste 49 vittime, due erano armate—una con una sbarra di ferro, l’altra con un paio di forbici. Tutte le altre erano disarmate.
Jack Cover, uno scienziato aerospaziale, inventò il Taser negli anni ’70. Secondo le sue intenzioni l’arma sarebbe dovuta essere usata dalle forze di sicurezza in situazioni di emergenza, come i dirottamenti aerei, essendo un’alternativa non mortale alle pistole. “TASER” è l’acronimo di Thomas A. Swift’s Electronic Rifle (in italiano, il fucile elettronico di Tomas A. Swift).
Il riferimento è a una saga d’avventura, risalente agli inizi del 20esimo secolo, in cui un personaggio di nome Tom Swift inventa un’arma che chiama “il fucile elettrico” e utilizza allo scopo di viaggiare attraverso l’Africa per uccidere “i cannibali”, “i pigmei” e gli animali selvatici.
I dispositivi Taser erano stati inizialmente classificati come armi da fuoco dall’Agenzia americana per l’Alcool, il Tabacco, le Armi da Fuoco e gli Esplosivi, perché nella loro versione originale utilizzavano la polvere da sparo per sganciare dei dardi elettrificati in direzione dell’obiettivo. Taser International chiese a Cover di modificare il dispositivo nel 1993; e così la polvere da sparo venne sostituita con l’azoto compresso, un accorgimento che rese il dispositivo conforme alle normative sulle armi da fuoco e ai controlli del governo.
Tra il 2000 e il 2011 il numero di agenzie americane che hanno acquistato Taser è schizzato da 500 a oltre 16.000.
Il Taser X26, il modello in dotazione agli agenti di polizia, assomiglia a una pistola—a tal punto che, a quanto pare, lo scorso aprile un vice sceriffo dell’Oklahoma avrebbe scambiatoper errore la sua 357 Magnum per il Taser e sparato a Eric Harris, un ragazzo di colore, uccidendolo. Nell’ultimo decennio si sono verificati almeno 10 episodi simili.
I Taser hanno due modalità: la “modalità dardo” e quella “drive stun”. Nel primo caso, il dispositivo spara due dardi elettrificati in direzione dell’obiettivo, con una forza tale da penetrare i vestiti e sferrare una scarica elettrica pari a 50.000 volt. La corrente elettrica continua a scorrere attraverso il corpo della vittima finché l’agente tiene premuto il grilletto. La forza annienta il sistema nervoso, impedendo qualsiasi movimento di coordinazione e causando spasmi muscolari incontrollabili.
In modalità “drive stun”, invece, il Taser viene pigiato direttamente contro il corpo della vittima. Una potente scarica elettrica passa attraverso l’area contro cui il dispositivo è premuto, ma non è detto che la persona resti immobilizzata.
Nel 2007, in seguito a un’impennata delle morti riconducibili ai Taser, la relazione di un incontro del Comitato delle Nazioni Unite contro la Tortura sottolineò che il comitato era “preoccupato dall’utilizzo delle armi X26, che sono in grado di causare dolore estremo e costituiscono una forma di tortura che in certi casi può anche essere causa di decessi, come dimostrato da molti studi scientifici e da alcuni casi specifici.”
Gli esperti chiamati a testimoniare dagli avvocati, però, riescono solitamente a convincere le giurie che a causare il decesso delle vittime non siano gli effetti del Taser ma la “sindrome da delirio eccitato.”
Molte delle morti riconducibili all’uso di Taser vengono infatti imputate dai medici legali a questa patologia, che non è riconosciuta né dall’Associazione Medica Americana, né dall’Associazione Americana di Psichiatria, né dall’Associazione Americana di Psicologia, né dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Tuttavia, Amnesty International ha scoperto che la sindrome è stata citata come causa del decesso in 75 dei 330 casi collegati al Taser tra il 2001 e il 2008.
Si pensa che la sindrome da delirio eccitato sia innescata da malattie psichiatriche come l’ossessione o la schizofrenia, o più comunemente dall’uso di sostanze stimolanti che portano il sistema nervoso a essere inondato di adrenalina, provocando un’accelerazione incontrollata del battito cardiaco.
La validità della sindrome da delirio eccitato divide l’opinione degli esperti. Alcuni sostengono che sia solo un capro espiatorio per giustificare la brutalità della polizia. Altri credono nella sua esistenza e stimano che sia responsabile di almeno 500 morti improvvise ogni anno.
Il dottor Vincent Di Maio, un medico legale del Texas che ha lasciato una deposizione come teste esperto in favore di Taser International in passato, è certo che la sindrome da delirio eccitato esista. “Non c’è nessuna prova concreta che dimostri che i Taser ti possono ammazzare,” Di Maio ha detto a VICE News.
Di Maio sostiene che “delirio eccitato” è una definizione ampia che descrive i sintomi fisiologici associati al consumo di droga o alla psicosi. Tuttavia riconosce che i Taser e lo spray al peperoncino possono avere l’effetto di far diventare una persona affetta da questi sintomi ancora più eccitabile.
A detta di Di Maio, in una persona con la sindrome da delirio eccitato il rischio che si verifichi una morte improvvisa è estremamente alto. Secondo lui in molti casi queste persone sarebbero morte comunque, a prescindere dall’utilizzo del Taser.
Il dottor Douglas P. Zipes, un esperto di elettrofisiologia e dell’influenza degli impulsi elettrici sul cuore, ha prodotto uno studio per l’American Heart Association che analizza il rapporto tra l’uso di Taser e le morti improvvise. Zipes sostiene fermamente che i Taser possono provocare l’arresto cardiaco.
Zipes ha detto a VICE News che secondo lui il riferimento alla sindrome da delirio eccitato in caso di decesso riconducibile all’uso di Taser non è altro che “un modo per scagionare” Taser International in caso di azioni legali.
“Un medico legale ha il corpo di un defunto di fronte a sé e fa una diagnosi su come esso è morto basandosi sulla sua composizione anatomica,” spiega Zipes. “Ecco, ‘il delirio eccitato’ è uno stato funzionale: si verifica in un soggetto che è sveglio, agitato e delirante. Come è possibile che un medico legale faccia quel tipo di diagnosi? Può farla solo basandosi su ciò che è stato scritto da qualcun altro.”
I poliziotti non sempre riconoscono a prima vista che una persona è alle prese con il delirio eccitato e, istintivamente, sparano il Taser per bloccarla. Secondo il dottor Corey Slovis, un professore di medicina alla Vanderbilt University Medical Center, una scossa di Taser è appropriata ma “scariche elettriche multiple sullo stesso paziente, specialmente se in rapida sequenza, aumentano il rischio di una morte improvvisa.”
Slovis ha aggiunto che i Taser sono generalmente sicuri ma possono non esserlo se vengono usati su soggetti affetti dalla sindrome da delirio eccitato.
VICE News ha chiesto a Taser International un commento sul problema delle morti avvenute in seguito all’utilizzo dei suoi prodotti. L’addetto stampa, Steve Tuttle, ha risposto via e-mail dicendo che “il punto chiave per quanto riguarda i Taser e i decessi dovuti ad arresto cardiaco è che ne usciamo puliti nella grande maggioranza di questi casi controversi.”
La linee guide sull’utilizzo dei Taser sconsigliano l’utilizzo dei dispositivi su “donne incinte,” “soggetti anziani o chiaramente minorenni,” “soggetti che sono in manette o bloccati in altro modo” e chiunque si trova vicino a materiali infiammabili. Inoltre spiegano agli utilizzatori di evitare di sparare il Taser in direzione della zona toracica per il rischio di “possibili conseguenze cardiache.”
Il produttore avverte inoltre che se una persona mostra cenni di “agitazione estrema” o “un comportamento violento senza ragione,” alcuni dei sintomi collegati alla sindrome da delirio eccitato, “il rischio di morte improvvisa è più elevato” e dovrebbe essere “esaminata da personale medico qualificato il prima possibile” dopo essere stata colpita con un Taser.
A dispetto delle linee guida, però, uno studio della New York Civil Liberties Union (NYCLU), un’organizzazione per la difesa dei diritti civili, ha rivelato che in un incidente su quattro le scosse elettriche del Taser colpiscono direttamente il torace del soggetto coinvolto. Lo studio ha concluso che i dispositivi sono spesso utilizzati dalle forze di polizia senza dare giusta considerazione ai potenziali rischi, anche se gli standard variano tra le diverse agenzie.
Alcuni tra stati e medici legali stanno iniziando ad accettare l’idea che i Taser, anche se “meno letali” delle armi da fuoco, possono comunque essere mortali.
A fine agosto un procuratore della Georgia ha incriminato due ex poliziotti di East Point con l’accusa di aver ucciso con un Taser Gregory Towns, un ragazzo di colore disarmato.
Era l’aprile del 2014 quando Towns lasciò l’appartamento di sua madre nella cittadina georgiana dopo un litigio con la sua fidanzata.
Quando i due agenti si avvicinarono, il 24enne si diede alla fuga. Chris Stewart, il rappresentante legale della famiglia, spiega a VICE News che successivamente Tows fu inseguito in un bosco. Una fuga che si arrestò quando il ragazzo cadde a terra dopo essere inciampato in un ramo.
Steward dice che Towns era stanco per la corsa e si arrese. Gli agenti lo raggiunsero e usarono il Taser su di lui come “uno sprone per il bestiame” per alzarlo a farlo muovere.
Secondo il racconto di Stewart, i due poliziotti lo colpirono con il Taser così tante volte—”almeno 10″—che Towns perse coscienza. I soccorritori giunti sul posto poterono solo constatarne il decesso.
“I Taser possono uccidere se sono usati così tante volte,” aggiunge Stewart.
L’autopsia fatta dal medico legale di Fulton County ha giudicato il decesso come omicidio, avendo stabilito che Towns era morto a causa di “una malattia cardiovascolare ipertensiva aggravata dallo sforzo fisico e dalla stimolazione elettrica.”
Steward spiega di non avere portato Taser International in tribunale perché già sapeva quale sarebbe stata la difesa dell’azienda—ovvero, che gli agenti avevano usato l’arma in modo irresponsabile.
La famiglia di Towns ha intentato un’azione legale per morte ingiusta contro il comune, ottenendo un milione di dollari dall’accordo stipulato. Inoltre, a detta di Steward, tutti i componenti del dipartimento di polizia di East Point sono stati obbligati a seguire un corso di addestramento su come utilizzare i Taser in modo appropriato.
In un caso simile, un medico legale del Connecticut ha descritto la causa di morte di David Werblow come omicidio, anche se il 41enne stava avendo una crisi schizofrenica quanto è stato colpito con il Taser.
“Ciò che conta è che i medici legali stanno iniziando ad ammetter che i Taser possono essere parte della causa del decesso,” aveva detto David McGuire di ACLU dopo la decisione, aggiungendo che “il prossimo passo, ugualmente importante, è quello di assicurarsi che le indagini condotte dai pubblici ministeri vadano a fondo.”
La morte di Werblow, avvenuta nel marzo scorso, ha spinto il Senatore Democratico Ted Kenndy Jr. a valutare la possibilità di stabilire dei criteri per l’uso dei Taser validi in tutto lo stato. Kennedy disse che era un suo “dovere” studiare le attuali politiche sull’uso dei Taser dopo la morte di Werblow.
L’anno scorso il Connecticut è diventato il primo stato ad approvare una legge che obbliga la polizia a compilare un rapporto ogni volta che il dispositivo viene usato. La normativa, entrata in vigore a gennaio, impone agli agenti di fornire informazioni sull’età, altezza, peso e gruppo etnico della persona colpita in aggiunta a tutta una serie di dettagli sul metodo di utilizzo del dispositivo: la modalità, il numero di scosse, se la persona ha riportato ferite e se è stata fornita assistenza medica.
Perfino chi critica Taser International non vuole che l’arma venga rimossa completamente dall’equipaggiamento a disposizione delle forze di polizia. Molti vogliono semplicemente che gli utilizzatori comprendano appieno che si tratta di un’arma pericolosa.
“Non sto dicendo in alcun modo che il Taser non sia una buona arma, un’arma utile o da preferire alle pistole,” ha spiegato Zipes. “Ciò che sostengo è l’istruzione degli utilizzatori. Bisogna fargli capire che non si tratta di uno strumento innocuo. Bisogna far sì che lo trattino con rispetto. Questo dispositivo può uccidere.”
Questo articolo è comparso originariamente su VICE News.