Sole, mare e sound system: perché la Croazia è diventata la patria dei festival

In Croazia, quando la Bora [Bura in serbo-croato] soffia a 100 chilometri orari, anche l’estate si trasforma in inverno.

A pensarci bene, forse non sono queste le condizioni ideali per la prima edizione di un festival. Soprattutto in una delle mete preferite dei raver inglesi, che sbarcano qui ogni anno con la speranza di trovarci sole, mare e casse potenti.

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“È stato un incubo,” mi racconta da Zagabria Nick Colgan, 56 anni, fondatore di The Garden Festival. “La Bora ha soffiato dal venerdì, il primo giorno, alla domenica pomeriggio. Ovviamente non è passato inosservato. Pensavamo di esserci giocati la nostra opportunità.”

Fortunatamente però, l’atmosfera a quel primo Garden Festival è stata così travolgente che Nick è stato sommerso da richieste perché l’anno successivo, il 2007, facesse una nuova edizione. Il Garden è stato il primo festival internazionale mai organizzato in Croazia.

Sono passati più di dieci anni, e oggi la Croazia è una delle destinazioni internazionali preferite dagli amanti dei festival europei e non solo, grazie ai 17 eventi di portata internazionale nei principali centri. Forse conoscerete l’isola di Pag che ha ormai rimpiazzato Rodi e Magaluf in quanto meta d’elezione dei giovani zarri in cerca di alcol economico e malattie sessualmente trasmissibili.

Ma cos’è successo in Croazia durante l’ultimo decennio per rivoluzionare un paese che solo vent’anni fa si stava rimettendo in piedi dopo una guerra devastante?

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Garden Festival. Foto di David Bowen

Nick Colgan e la moglie Charlotte nel 2003 invitano in Croazia una coppia di amici, Gail e Eddie O’Callaghan. Insieme visitano Zara, e rimangono affascinati da una location in cima alle mura fortificate. Da lassù si vedono il porto e l’Adriatico. In preda all’entusiasmo, i quattro comprano il posto e aprono il bar-ristorante The Garden Zadar, nel 2004. “Abbiamo presto capito che per far funzionare le cose avremmo dovuto attirare più clienti—era un momento di crisi per la Croazia,” racconta Nick. “Il turismo non stava andando bene e moltissimi giovani se ne erano andati.”

Nel 2006, le due coppie organizzano il primo Garden Festival nel piccolo villaggio di pescatori di Petrčane—601 residenti. Chiunque abbia partecipato alle prime edizioni del festival ricorda quei momenti con gioia e un pizzico di nostalgia per un momento in cui tutto stava iniziando e sembrava fosse nato un angolo di paradiso.

“Il luogo era architettonicamente pazzesco,” dice Dave Harvey, co-fondatore del Love International e tra gli organizzatori del Garden Festival. “Non voglio fare paragoni con Ibiza, perché è diverso, ma anche qui ti sentivi parte di qualcosa di unico. La gente tornava, anno dopo anno, e grazie al passaparola il pubblico aumentava.”


Nel 2009, il festival aveva raggiunto un’affluenza totale di 3.500 persone in due fine settimana. Una volta consolidata la struttura, Nick aveva invitato altri promoter ad organizzare i loro festival nella sua location. Tra loro c’era anche Noah Ball, l’organizzatore del primo Outlook festival a Petrčane, nel 2008.

Purtroppo, il connubio Petrčane-Outlook non era destinato a durare. Il pubblico giovanissimo del festival faticava ad adattarsi al tranquillo villaggio di pescatori. “Un anno qualcuno imbrattò il portale della chiesa e il prete venne a cercarmi,” racconta Colgan ridendo. “Anche se venne subito ripulito, da allora ogni anno devo 500 euro alla chiesa.”

L’Outlook si sposta così alla spiaggia di Zrće, sull’isola di Pag, per l’edizione 2009. All’epoca Pag si era già affermata nel circuito internazionale dei party-harder. Il suo luogo di culto era il Papaya.

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Swedish House Mafia sul palco del Papaya nel 2012. Foto per gentile concessione dell’ufficio stampa del Papaya.

Il club, aperto dal 2002, raggiunge le vette della fama quando Tiesto, re della trance olandese, vi suona nel 2008. È quello il momento della svolta. Nel 2009 Tiesto viene richiamato al Papaya insieme a Armin van Buuren e Paul van Dyke. “È stato lì che i media internazionali hanno cominciato a fare attenzione a noi, e questo anno dopo anno ci ha portato più dj e sempre più visitatori,” spiega Tea Cafuta, PR manager del Papaya. Da allora è stato un crescendo: Novalja—la cittadina più vicina a Zrće—conta ogni anno circa 1,5 milioni di pernottamenti.

Ma nemmeno Zrće era il posto giusto per l’Outlook festival, che un anno dopo si è spostato a ben 235km di distanza, a Pula, nella fortezza Punta Christo. Qui si stabilisce e da allora, anno dopo anno, la sua line-up cresce con grime, reggae, dubstep, garage e hip-hop, diventando uno dei festival più innovativi d’Europa.

Nel 2012 l’Outlook ha dato vita a un festival satellite, il Dimensions, dedicato all’elettronica. “Sono festival per gente per bene, sai che non ci trovi inglesi ubriachi marci,” dice Noah.

Purtroppo, la reputazione dei britannici all’estero causa non pochi problemi, e per questo gli organizzatori non hanno sempre avuto vita facile con le autorità croate. Nel 2017 il Sun ha riportato le parole del sindaco di Novalja, Ante Dabo, che aveva definito i turisti inglesi “barbari”. Nonostante questo, gli abitanti con cui ho parlato non si lamentano, e sono consapevoli del grande valore che il turismo rappresenta per l’economia di un paese da cui i giovani stanno scappando. Nel 2016 il turismo ha rappresentato il 24,7 percento del PIL. Cosa ancora più importante, il 23,4 percento dei posti di lavoro nel paese dipendono direttamente o indirettamente dal turismo.

Quello della droga è un problema più complesso. Fin da subito, è scoppiata una vera e propria guerra tra la polizia e chi vuole amplificare chimicamente la sua esperienza ai festival.

Marc Rowlands, giornalista del Guardian e di Mixmag, che ha vissuto in Croazia per documentare il panorama del clubbing e dei festival nella zona, ricorda i primi SunceBeat a Petrčane. “Una volta ho visto dei poliziotti picchiare con rabbia due ragazzi. [Gli agenti] venivano ai festival in borghese, alla ricerca di chiunque fumasse marijuana in spiaggia, ti chiedevano i documenti, ti perquisivano casa da cima a fondo e ti facevano subito una multa da 200 euro.”

Le multe le danno ancora, e c’è un dibattito aperto sul fatto che i poliziotti sfruttino queste ‘occasioni’ per battere cassa senza sforzo. Lo scorso anno, 173 persone (di cui 103 inglesi) sono state arrestate al solo Outlook Festival per possesso di droga: alcuni sostengono di essere stati raggirati dai poliziotti, che gli avrebbero intenzionalmente messo della droga addosso. “Durante Outlook e Dimensions tutti i visitatori sanno che in caso di perquisizioni ingiuste possono venire a parlare con noi. Anche se in realtà, quando approfondisci, le storie delle finte perquisizioni non sono mai vere,” spiega Noah. “Da un punto di vista dell’ideale, mi auguro che tutti i paesi seguano l’esempio del Portogallo [dove il consumo di droga è depenalizzato]; ma mi sembra che le cose si stiano muovendo.”

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Soundwave Festival. Foto di Dan Medhurst.

Noah è anche il fondatore di Soundwave, un festival soul e jazz giunto al suo decimo anniversario. Soundwave si svolge sulla bellissima costa di Tisno, dove anche Nick Colgan ha trasferito i suoi festival. Nella zona ce ne sono sei in tutto—Love International, SunceBeat, Soundwave, Defected, Dekmantel e Hospitality On the Beach—mentre il Garden ha chiuso i battenti nel 2015. Dalle sue gloriosi ceneri è nato Love International, fondato dagli stessi Tom Paine e Dave Harvey che per diversi anni si erano occupati della line-up del Garden. Love International si rivolge a un pubblico più giovane, visto che ormai tutti gli affezionati del Garden hanno messo su famiglia e si sono trasferiti in altre zone.

A Zrće, il Fresh Island e l’Hideout lavorano con line-up di tutto rispetto, e sulla costa di Novalja sono approdati artisti del calibro di Nas, Snoop Dogg, A$AP Rocky e Tim Westwood. Sebbene anche gli organizzatori siano consapevoli che i festival di oggi siano ormai un prodotto tardivo di quello che erano in origine, è innegabile che siano comunque responsabili di aver portato in Croazia una buona parte dei 765.000 turisti britannici del 2017.

Alla luce di tutto questo, sembrerebbe ovvio che i festival abbiano arricchito il panorama del clubbing croato. Marc, però, non è d’accordo: “I festival sono principalmente prodotti d’importazione, dunque è sbagliato pensare che migliorino e aiutino lo sviluppo della scena musical locale.”

Eppure un lato positivo per i cittadini croati c’è: il numero di eventi e feste nell’interno del paese è cresciuto esponenzialmente, a causa dei prezzi folli della costa.

Eventi come il Ferragosto JAM a Orahovica e il River Festival a Karlovačka ospitano DJ locali e richiamano i giovani del luogo. “Sono economici e molto popolari tra i giovani croati,” spiega Marc. “La gente monta le tende nel bosco, nuota nel fiume, cucina maiali interi, beve le birre che si è portata da casa e balla tutta notte house e techno col sorriso sulle labbra.”

Tra l’altro, nell’interno della Croazia è molto più raro che soffi la Bora.

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