La mafia albanese ha fama di essere una delle organizzazioni più violente e senza scrupoli del Regno Unito. Tra i suoi affari principali ci sono il traffico di schiave del sesso e quello delle armi, ma recentemente si sono interessati anche a un altro giro: quello della droga.
Nel suo report annuale, pubblicato a giugno, la National Crime Agency (NCA) ha dichiarato che i gruppi criminali albanesi—noti come “Mafia Shqiptare”—esercitano ora un “controllo innegabile” sul mercato della droga inglese, in particolare su quello della cocaina di alta qualità.
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Fino a due anni fa, i casi di cittadini albanesi che importavano o distribuivano nel Regno Unito droghe di vario tipo, incluse eroina e cannabis (coltivata in larga parte in Albania stessa), erano costanti, ma non molti. Dal 2015 in poi, invece, si è assistito alla nascita di una vera e propria cordata di grossi spacciatori albanesi.
Il 7 agosto 2017 Klodjan Copja, boss di una rete albanese di traffico di cocaina con base a West London, è stato incarcerato insieme ad altre 41 persone con l’accusa di contrabbando di droga per 60 milioni di sterline nel Regno Unito, per consumo interno o perché fosse ulteriormente esportata. Nonostante tra il 2014 e il 2016 i corrieri di Copja fossero già stati fermati in tre occasioni diverse, grazie a operazioni d’intelligence, il boss ha continuato a importare droga nel paese—fino a quando, a marzo, è stato estradato dalla Grecia.
In aprile, cinque membri di una gang a maggioranza albanese, coinvolta soprattutto nel traffico di cocaina, sono stati condannati a un totale di più di 100 anni di carcere per contrabbando di più di 30 chili di cocaina pura al 90 percento, fatta entrare nel paese in un compartimento segreto nel tettuccio di una Bentley. Secondo gli investigatori, gli indagati avrebbero compiuto altri 20-30 viaggi tra Londra e il continente, importando un totale di 1.000 chili di cocaina nel giro di due anni.
Ma come hanno fatto gli albanesi ad assicurarsi il mercato, e la supremazia sugli altri gruppi criminali?
“Dai Balcani di solito arriva l’eroina [poiché si trovano lunga una delle vie di importazione dell’oppio dall’Afghanistan],” dice Steve Bennett, vicedirettore della sezione di intelligence della NCA. “Ma gli spacciatori albanesi hanno scoperto che la cocaina rende di più. E il Regno Unito offre un mercato esplosivo per la cocaina, quindi valeva la pena di investire.”
Secondo Bennett, i gruppi criminali albanesi hanno cominciato ad ampliare la loro influenza fin dal collasso del regime comunista del paese, nel 1990. Un mese fa Ermal Hoxha—nipote dell’ultimo dittatore albanese, Enver Hoxha—è stato fermato a Tirana e condannato a dieci anni di carcere per traffico di cocaina dall’America Latina all’Europa occidentale.
Gli spacciatori albanesi hanno usato le loro capacità e infrastrutture pre-esistenti, create per lo smercio di persone, armi e denaro sporco, per ottenere il predominio sul mercato della droga. E la loro influenza si estende anche sull’”industria della vita notturna”.
A luglio di quest’anno, le autorità hanno cominciato un’indagine su uno strip club di Birmingham legato alla criminalità organizzata albanese, dopo che alcuni clienti hanno riportato di essere stati drogati con del metadone e derubati di migliaia di sterline. L’anno scorso, 20 malviventi con passaporti italiani e greci falsi sono finiti in carcere per spaccio di cocaina purissima nei club di Manchester.
L’espansione dei gruppi criminali albanesi in Gran Bretagna riflette anche la crescita della popolazione albanese sul suolo nazionale; con la crescita della popolazione, i gruppi criminali albanesi hanno iniziato a fare rete. Poiché molti albanesi sono presenti illegalmente nel Regno Unito, è spesso difficile individuare gli effettivi spacciatori. Inoltre, la mafia albanese ha fatto rete con criminali inglesi e stranieri.
“Lavorano bene con gli altri perché fanno esattamente quello che avevano detto avrebbero fatto, lo fanno in tempo e secondo gli accordi,” dice Bennett. “Non sono avidi. Sono affidabili—e questo nel mondo del crimine ti rende un buon partner.”
E per quanto riguarda la loro reputazione di violenti? “Sono 15 anni che faccio questo lavoro, e ci sono sempre nuovi gruppi definiti ‘il più violento, il più temibile.’ C’è questo mito per cui gli ultimi arrivati sono sempre i più violenti. Ma di solito è una cosa da film. Secondo me i gruppi criminali che vengono dai Balcani, inclusi gli albanesi, non sono più violenti di altri.”
Si dice d’accordo anche Jana Arsovska, esperta internazionale di mafia albanese e criminologa alla City University di New York. Nel suo libro Decoding Albanian organized crime: culture, politics and globalization, Arsovska sostiene che la reputazione di violenti degli albanesi va oltre il loro reale uso della violenza. Le loro vittime raramente sono estranee ai loro affari.
L’idea che questi gruppi siano violenti viene dall’America, dove gang albanesi come Wolfpack e Thaqi, in sinergia con la mafia italiana, si erano fatte un nome a New York prima che un’ondata di arresti e processi, tra il 2011 e il 2014, le fermasse.
Secondo Arsovska, Thaqi è stata anche la prima gang albanese nel Regno Unito. Questo gruppo importava cocaina dal Sud America agli Stati Uniti e all’Europa, nascondendola in macchine di lusso che venivano poi smerciate da vere concessionarie, direttamente dal Venezuela ai Balcani.
In breve tempo, le gang albanesi nel Regno Unito hanno cominciato a mandare i loro rappresentanti in Sud America per comprare tonnellate di droga. Come mi ha detto una volta uno spacciatore inglese, a condizione di rimanere anonimo: “Hanno capito che il metodo migliore era comprare la cocaina e poi usare i propri uomini per portarla in Albania, dove dei doganieri corrotti la facevano entrare. Da lì usavano le rotte di contrabbando già esistenti per portare in Gran Bretagna grosse partite di droga, e lì un network di connazionali avrebbe venduto la cocaina alla media distribuzione. Una grossa percentuale di cocaina a Londra arriva così. Parliamo di cocaina pura al 60-70 percento, quando venduta al chilo.”
È solo l’ultima delle storie di trafficanti che vanno a cercare profitto in paesi dove il consumo di droga è elevato, nella speranza di accumulare qualche soldo per la pensione. E vista la propensione britannica per la cocaina, penso che le gang albanesi non saranno le ultime a tentare la scalata del mercato della droga di Albione.
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