Che giorno è oggi? No, non solo giovedì. È uno di quei giorni in cui possiamo aggiungere una pagina al grande libro “Figure barbine fatte da movimenti di destra, cattolici e complottisti, volume 1.”
Qualche giorno fa, l’associazione “free-vax” Corvelva—acronimo del Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni—ha pubblicato un manifesto nell’ambito di una campagna per “far aprire gli occhi alla gente sui pericoli dei vaccini.” Nel manifesto—che, a quanto pare, è usato a livello internazionale per fare propaganda anti-vaccinista—c’è la foto di un neonato con una didascalia che lo identifica come un bambino morto in culla dopo il vaccino esavalente. Un fenomeno, a loro dire, occultato dai rapporti ufficiali.
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Questa è una delle foto della “campagna di denuncia forte, sopra le righe,” come l’ha definita Corvelva. Peccato si sia scoperto che il bambino in foto non è affatto morto, ma anzi è sano e vaccinato. Ops.
La foto in questione è stata comprata su Shutterstock, dove si può trovare con l’ID 115541389 e la descrizione “Newborn 4 day old baby boy lying on his back relaxing under a blue wrap cloth,” caricata dall’utente Brayden Howie, che è anche il padre del neonato.
La vicenda è stata ricostruita sul suo blog dal debunker David Puente, che riporta una serie di screenshot tratti da una discussione su Facebook in cui alcuni utenti fanno notare la cosa. Puente ha anche contatto personalmente Howie e ricevuto da lui conferma che il bambino sta bene, oggi ha cinque anni ed è appunto vaccinato. L’uomo è a favore delle vaccinazioni, e ha chiesto a Corvelva di smettere di usare la foto di suo figlio per fare propaganda fuorviante.
Nel suo post Puente segnala che altre foto utilizzate da Corvelva in modo simile per i suoi manifesti anti-vaccini risultano acquistate su Shutterstock e fa notare che la cosa sembra costituire una violazione dei termini di utilizzo, che vietano di usare i contenuti acquistati sul sito in contesti diffamatori o ingannevoli e di “far apparire le persone presenti in un contenuto visivo (i “modelli”) in modi che una persona ragionevole possa ritenere offensivi, inclusi (…) in un contesto politico, come propaganda come propaganda, pubblicità o sostegno a un partito politico, un candidato, un funzionario eletto, o in relazione a una specifica opinione o posizione politica.”
Sulla sua pagina Facebook, a una domanda diretta fatta da un utente sotto la foto, Corvelva ha replicato ammettendo che si tratta di una foto comprata su Shutterstock e di non sapere nulla del bambino fotografato. “Se compri un’immagine non ti rilasciano il certificato di nascita del soggetto, da quanto ne sappiamo potrebbe avere 60 anni quel bimbo. Abbiamo usato un’immagine acquistata perché era improponibile inserire un cadavere su una campagna,” si è giustificata l’associazione.
Sempre nello stesso thread, Corvelva ha proseguito dicendo che essendo l’intermediario una banca d’immagini “dovrebbero denunciare praticamente la totalità delle campagne di sensibilizzazione” e aggiungendo che l’autore delle foto “guadagna sulle immagini di suo figlio che sono centinaia, usate per diverse pubblicità. Noi denunciamo l’occultamento delle morti infantili e la risposta è sull’uso di una foto, deboluccia l’argomentazione.”
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