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Politică

Un'altra cosa che non dimenticheremo: il video di Bonafede e il suo dilettantismo

"Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo!"
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
video-bonafede-battisti
Grab via Facebook.

Ci sono voluti secoli e quintali di umanità per capire quanto sia superfluo esporre ‘il corpo del condannato’ davanti alle folle, eppure ieri da qualche parte, a un certo punto, qualcuno deve aver pensato che il modo migliore per documentare l'arrivo in Italia di Cesare Battisti, catturato in Bolivia dopo 37 anni di latitanza, fosse uno spin-off di Oz o Prison Break.

La parabola di spettacolarizzazione dell’evento è partita dalle dirette Facebook delle istituzioni: il ministro dell’Interno Salvini, In diretta dall’aeroporto di Ciampino (Roma), finalmente l’assassino comunista Cesare Battisti torna nelle patrie galere. Giornata storica per l’Italia, state con noi; il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, In diretta da Ciampino per l’arrivo di Cesare Battisti. COLLEGATEVI!; la Polizia Penitenziaria, La presa in consegna di Cesare Battisti agli agenti del GOM, gruppo operativo mobile delle polizia penitenziaria.

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Ed è stata portata avanti da tweet della Polizia di Stato come questo e questo:

Per culminare in un video pubblicato ieri da Bonafede:

In circa tre minuti, sulle note dolenti e piene di pathos di "Comment Te Dire", si possono osservare tutte le tappe di un'altra "giornata storica" del governo gialloverde: dal book di Battisti, sintetizzato in una carrellata iniziale di ritratti in bianco e nero, a tutti i passaggi post-atterraggio inframezzati dalle dichiarazioni di Bonafede che ricorda a tutti che il latitante “sconterà finalmente la pena dell’ergastolo.”

Al di là del protagonista della vicenda, su cui abbiamo già scritto qui, è chiaro che ”la spettacolarizzazione della giustizia, cui altre volte abbiamo assistito, ha raggiunto il suo apice.” Ad affermarlo è l’Associazione Antigone, che ha ricordato l'esistenza di norme che prevederebbero che ciò non avvenga. Innanzitutto l'art. 114 del codice di procedura penale, che vieta “la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale,” nel momento in cui “si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica,” e poi l'art. 42 bis dell’Ordinamento penitenziario, che impone le “opportune cautele per proteggere” gli arrestati “dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità.”

Secondo l’UCPI, l’Unione Camere Penali Italiane, “è semplicemente inconcepibile che due Ministri del Governo di un Paese civile abbiano ritenuto di poter fare dell’arrivo in aeroporto di un detenuto, pur latitante da 37 anni […] una occasione, cinica e sguaiata, di autopromozione propagandistica.” Puntualizzando che si tratta di “una pagina umiliante e buia di malgoverno, che rappresenta nel modo più plastico e drammatico un’idea arcaica di giustizia ed un concetto primitivo della dignità umana, estranei alla cultura del nostro Paese.”

Mauro Palma, garante dei detenuti, ha dichiarato che auspica la rimozione del video "pubblicato sulla rivista online ministeriale” in quanto immagini “che puntano ad acquisire consenso attraverso un linguaggio estraneo a quello del Costituente finiscono per consolidare una cultura di disgregazione.”

Nella serata di ieri, anche lo staff del governo avrebbe scaricato, in un certo senso, Bonafede. Rocco Casalino, a capo della comunicazione del M5S, ha infatti affermato di "non saperne niente." E che sarebbe bastato "metterci il logo della Polizia penitenziaria," dato che l'avrebbero "montato loro."

Per rendere ancora il tutto più paradossale, la vicenda stride molto con alcune dichiarazioni che proprio il ministro dell’Interno Salvini aveva rilasciato a Panorama nel 2015, in cui affermava che “non bisogna mai esibire un catturato,” “se devi portare via uno, lo porti via di nascosto, la notte.”