Il Villaggio Eni di Borca di Cadore nasce sulle Dolomiti negli anni Cinquanta del Novecento, un periodo storico in cui la parola utopia non suscitava terrore ma stimolava l’ingegno. È un villaggio di 100.000 mq edificati, voluto da Enrico Mattei e progettato da Edoardo Gellner per ospitare i dipendenti dell’Eni per le vacanze. Durante il periodo di attività, le oltre 200 villette monofamiliari venivano assegnate tramite sorteggio, e non c’era alcuna distinzione tra operai e dirigenti. Il villaggio di Borca è uno dei rari casi italiani in cui progettualità, società e utopia hanno dato luogo a una complessa e raffinata infrastruttura architettonica.
Con il passare degli anni, però, quella che doveva essere la sede di un’utopia sociale ha sfiorato il degrado—in una bella metafora dei tempi che sono trascorsi e stiamo ancora vivendo. Ma a partire dal 2002 l’intero villaggio viene acquisito da Minoter che lo riqualifica insieme allo stesso Gellner. Nel 2014 Minoter incontra Dolomiti Contemporanee dando vita a un progetto che prevede, tra le altre cose, residenze artistiche. È in questo contesto di architetture industriali incastrate tra alberi e rocce da 250 milioni di anni che dal 4 al 7 luglio avrà luogo Simposio: una tre giorni di talk, workshop e performance artistiche organizzata dal collettivo romano NONE.
Videos by VICE
L’idea di un simposio nasce nel 2017 dal bisogno di un progetto sociale e culturale e allo stesso tempo libero da mediazioni e committenze. “Non abbiamo fatto altro che riprendere un format millenario, il Simposio appunto. Siamo partiti coinvolgendo amici e creando affinità per sviluppare un progetto senza scopo di lucro. Abbiamo anche cercato partner e istituzioni che sostenessero l’iniziativa, senza molto successo: la cultura, l’arte e l’intelletto non sono il primo punto dell’ Agenda Italia,” mi ha detto Gregorio De Luca Comandini, portavoce di NONE. “Conoscevamo il lavoro di valorizzazione svolto dal Progetto Borca, abbiamo proposto l’idea di una comune simposiana, è piaciuta ed eccoci qua.”
Nel corso del soggiorno ci saranno degli speech tenuti da attivisti e ricercatori. Tra gli altri, Tatiana Bazzichelli di Distruption Lab e Andrea Natella, ex membro di Luther Blisset. Inoltre, terranno dei laboratori MACAO, Kabul Magazine, La Scuola Open Source, Clusterduck e Francesco Nucci, Presidente della Fondazione Volume!. Ci saranno poi performance di Marco Donnarumma e dei Luminous Bees, e opere di fuse*, dotdotdot, Quiet Ensemble, Donato Piccolo, Kamilia Kard, NONE collective, Cristian Rizzuti. Proiezioni—tra cui quella di Apocalipse WOW!, un cortometraggio con protagonista Franco “Bifo” Berardi—e infine i live musicali di Tullia Benedicta, Teiuq, Cosimo Damiano, Marco Ubik Bonini, Arssalendo, Hubble, Mai Mai Mai.
“Nel 2019 parole come assemblea e collettivo rimandano a un mondo vecchio, kefiah ed eskimo, che suona sfigato. Eppure ci sono persone, gruppi, progetti che provengono da quell’estrazione ma che non corrispondono più allo stereotipo, che si sono calate nell’attivismo e nello sviluppo di modelli artistici, culturali ed economici alternativi,” ha continuato De Luca Comandini. “L’utopia reale di Simposio significa lavorare insieme per lo sviluppo di progetti indipendenti strutturati. Oggi siamo talmente immersi nel tecnocapitalismo che abbiamo la sensazione di non poterne più prescindere, ma è necessario uscirne, proporre un’alternativa.”
Ogni giorno a Simposio si terrà un’assemblea plenaria di tre ore in cui si farà il punto su speech e laboratori, nonché su una serie di temi generali proposti dai partecipanti all’interno di un Google Doc. Le domande—che per ora vanno dalle questioni ambientali passando per l’intelligenza artificiale, il suffragio universale, la genetica e la cooperazione—verranno estratte a sorte e sottoposte a tutti.
“Le partecipazioni sono avvenute abbastanza spontaneamente: la rete di contatti e collaborazioni si è allargata anche a persone e contenuti che non conoscevamo ma che hanno mostrato interesse. L’intenzione principale è stata quella di diversificare i contributi individuando lavori e ricerche di diversa natura, accostando figure di diverse competenze, diversi punti di vista. Noi non siamo dei curatori, non abbiamo intenzione di rappresentare un quadro esaustivo della scena contemporanea, non abbiamo aspirazioni di ricerca scientifica. Deve esserci per forza un obiettivo preciso? Noi non lo crediamo,” ha concluso De Luca Comandini.
Se vi siete incuriositi e volete partecipare a Simposio, i biglietti giornalieri sono prenotabili qui.