Ieri notte, intorno alle due, la Sea Watch 3 ha finalmente attraccato al porto di Lampedusa e i 40 migranti a bordo sono stati fatti sbarcare. Erano ormai 17 giorni che l’imbarcazione si trovava in mare, e due ferma al porto dell’isola.
L’ingresso è avvenuto senza l’autorizzazione delle autorità. La comandante Carola Rackete ha infatti condotto la nave in porto disobbedendo al divieto (così come aveva fatto tre giorni fa) e ostacolando una manovra di disturbo di una motovedetta della Guardia di Finanza. Rackete è poi stata arrestata, e andrà ai domiciliari presso un’abitazione di Lampedusa.
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La decisione di Rackete è arrivata verso le 10.30, quando la comandante ha visto che la situazione non si sbloccava e i migranti—stremati dalla navigazione e dallo stallo—erano ulteriormente allarmati dalle perquisizioni. Il deputato del Partito Democratico Graziano Delrio, che si trovava a bordo, ha spiegato che “a quel punto ha deciso di andare, e noi non avevamo più argomenti per convincerla.”
Matteo Salvini ha ovviamente celebrato l’arresto con una serie di post e immagini su Facebook e Twitter, scrivendo “MISSIONE COMPIUTA” e definendo “DELINQUENTI” Rackete ed equipaggio.
Nel frattempo, sui social sta circolando ampiamente lo spezzone di una diretta Facebook della pagina Lega Lampedusa, che riprende i concitati momenti dello sbarco e dell’arresto. Oltre ai sostenitori che hanno applaudito Rackete, sul molo era presente anche l’ex senatrice della Lega e vicesindaca di Lampedusa Angela Maraventano, la quale ha minacciato l’equipaggio e i migranti gridando “stasera ci scappa il morto.”
Altre persone sul posto hanno minacciato di stupro Rackete, invocando le “manette” e dandole della “zingara.” La Lega Lampedusa ha fatto un post su Facebook in cui prende le distanze “da questi soggetti e da queste frasi orribili.”
Stando a quanto riportano i quotidiani, la comandante è accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, resistenza alle navi da guerra e anche “tentato naufragio—che prevede una pena fra 5 e 12 anni di carcere—per la manovra effettuata in porto, quando la Sea Watch ha spinto la motovedetta contro la banchina.”
La portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi ha dichiarato che “la comandante Carola non aveva altra scelta, da 36 ore aveva dichiarato lo stato di necessità che le autorità italiane avevano ignorato.” Per i legali Leonardo Marino e Alessandro Gamberini si è trattato di una scelta “disperata” per una situazione “che era diventata disperata.”
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