Cultura

Ho provato una meditazione, il salto quantico, che promette soldi e successo

I Tried a Meditation That Promised To Make Me Rich and Successful

La meditazione non mi è mai interessata molto. Se una persona mi chiede di chiudere gli occhi e di concentrarmi sul respiro, è molto probabile che finirò per soffocare. Posso anche sperimentare mille sessioni sull’app di Headspace, ma non c’è verso io riesca a rilassarmi o concentrarmi a dovere.

Dopo molti e diversi tentativi falliti, ho quindi concluso che la meditazione non fa per me. Almeno fino a quando non ne ho trovata una che prometteva di trasformarmi in una persona ricca e di successo.

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Il “salto quantico,” oltre a essere un argomento che potresti aver studiato durante qualche lezione di fisica, è diventato parte di una sottocultura online che afferma di poter offrire un’esistenza piena e appagante semplicemente “cambiando linea temporale.”

Il “quantum jumping” ha ormai superato la soglia delle 90 milioni di visualizzazioni su TikTok, incoraggiando creator della Gen Z a sfruttare un “portale” per accedere a una dimensione alternativa tramite il procedimento della visualizzazione e delle “manifestazioni”.

La tecnica si basa sulla convinzione che, in un qualsiasi momento dato, esistiamo in diverse dimensioni e possiamo visualizzarle per accedere alle nostre versioni ideali. L’idea è che, grazie alla visualizzazione di queste versioni più produttive e vigorose, possiamo arrivare a comprendere davvero quel che ci serve per avere successo—e ottenere denaro in quantità.

In sostanza, si tratta di una specie di via di mezzo tra The Secret—un libro la cui tesi principale è che possiamo “attrarre” quello che cerchiamo nella vita—e il multiverso della Marvel. Quando ne ho sentito parlare per la prima volta, durante una maratona su YouTube, ho subito capito che dovevo approfondire.

Ho quindi contattato Teja Priyadarshini, una ipnoterapista nonché “regressionista”—un metodo d’ipnosi che, secondo chi l’utilizza, permette di recuperare ricordi delle vite precedentemente vissute—che propone un modulo formativo chiamato “Quantum Jumping To Blissful Success,” ovvero “Il salto quantico verso un successo gioioso,” e che in passato mi aveva praticato l’ipnosi regressiva per combattere l’ansia.

“Questa tecnica ci permette di accedere a informazioni che potremmo già possedere, ma che la nostra mente conscia mette da parte,” spiega. E aggiunge che, se eseguita con costanza, promette di renderci persone così sagge da poter trasformarci nella nostra versione migliore, più creativa e produttiva—con il tramite di quei consigli che di solito tendiamo a ignorare.

“La nostra mente spesso ci rifornisce di suggerimenti intuitivi, ma alle volte li ignoriamo ritenendoli poco importanti,” racconta. “Questa tecnica invece riconvalida quanto ci viene detto dall’intuizione, e permette alla mente subconscia di confermare la validità dell’informazione.”

Secondo Priyadarshini, più volte compi il “salto” o approfondisci la tecnica e più è probabile che le visualizzazioni si manifestino sotto forma di realtà. In sostanza, questo tipo di meditazione è una versione più movimentata di trend simili su TikTok e sui vari reel di Instagram.  

A prescindere dal fatto che i risultati positivi possano essere nient’altro che il frutto di un effetto placebo—o un esempio piuttosto contorto del bias di conferma, una manifestazione di problematiche di salute mentale, o semplicemente un divertente esperimento mentale e filosofico—mi sono sentita pronta a diventare ricca e ad avere successo.

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Primo tentativo di quantum jumping

All’inizio di dicembre 2021, grazie anche alla flessione dovuta alle feste, mi sentivo ben poco produttiva e persino i compiti più semplici mi risultavano noiosissimi. Ho quindi deciso che era il momento migliore per provarci e ho avviato la registrazione che doveva servire da “colonna sonora” alla meditazione guidata, preparandomi a quanto speravo diventasse un viaggio intergalattico—spoiler: così non è stato.

La sessione di meditazione è iniziata in maniera tutto sommato normale: il suono riverberato di alcuni campanelli, insieme alla compostezza della voce di Priyadarshini, ha provato ad accompagnarmi verso uno stato di calma e di riflessione.

Mi sono sdraiata e la voce di Priyadarshini mi ha invitata a inspirare ed espirare, prima di chiedermi di visualizzare tre numeri a ogni respiro. Poi mi ha chiesto di immaginarmi mentre camminavo in un corridoio e mi ripetevo “sto migliorando ogni giorno, sempre di più e in ogni modo”—un mantra che avrebbe dovuto trasformarsi in un sorta di affermazione. Mentre mi sono immaginata a camminare lungo un corridoio freddo e desolato, mi è stato detto di cercare una porta che si apriva su un universo parallelo.

Qui, mi è stato assicurato, avrei incontrato una mia versione alternativa e più saggia, in grado di trasmettermi tutta la sua conoscenza per trasformarmi nella mia miglior versione possibile. Prima di procedere, però, mi è stato intimato di riconoscere e attestare l’esistenza di “Kua”, un essere di luce proveniente da una dimensione alternativa che mi avrebbe affiancato nel mio viaggio di miglioramento.

Ed è stato a questo punto che le cose si sono fatte… bizzarre. Priyadarshini mi ha poi detto che, per credere davvero che quanto stavo andando a visualizzare si sarebbe manifestato nella realtà, dovevo prima immaginarmi mentre cercavo su internet Kua—temo sapesse bene che nel mondo reale l’avrei fatto come prima cosa.

Dopo mi ha chiesto di toccarmi il palato con la punta della lingua, una tattica per aiutarmi a “programmare” me stessa, a credere che i miei pensieri si sarebbero trasmutati in realtà. Non ci ho capito un granché, ma ho fatto del mio meglio. Così va la vita.

Alla fine mi è stato detto che avrei incontrato la mia miglior versione e io l’ho attesa, entusiasta di scoprire che aspetto avrebbe avuto. Invece, ho trovato ad attendermi soltanto una vecchia amica: l’oscurità. La mia mente era vuota ma in subbuglio, piena di stucchevoli frasi motivazionali, senza alcun consiglio pratico in grado di cambiarmi la vita. Che delusione, ho pensato, dovrò riprovarci.

Secondo tentativo

Ho trovato nuovamente il coraggio poco dopo Natale, senza che nel frattempo i miei pensieri positivi fossero riusciti a materializzare nemmeno un po’ di denaro. La fine dell’anno si avvicinava e io questa volta speravo di riuscire a incontrare la mia versione migliorata, affinché mi indicasse la strada da percorrere.

Mi ci sono buttata a capofitto e sono partita con la registrazione audio, questa volta con una sicurezza calma e pacata che in precedenza non avevo mai avuto. Un accogliente stato di trance si è impossessato di me. Forse ero solo stanca a causa di tutto il gozzoviglio delle feste, ma mi sono sentita ben più rilassata del solito e sincronizzata con i miei stessi pensieri.

Quando la voce di Priyadarshini mi ha chiesto ancora una volta di visualizzare una mia versione migliore, ho immaginato una donna più calma e più anziana: i miei capelli erano intrappolati in uno chignon disordinato, indossavo un blazer beige ed ero seduta a una scrivania col piano in marmo a lavorare al mio laptop. Non so bene cosa facesse per vivere questa mia versione, ma mi è sembrato (o almeno ci ho sperato) di avere una presenza autorevole e di emanare un discreto potere.

Quando però si è trattato di raccogliere informazioni in grado di cambiarmi la vita, ho incontrato solo robaccia generica: segui la tua passione, non inseguire i soldi, lavora duramente. Non sono rimasta particolarmente colpita dai consigli che mi stavo dando, e li ho scartati piuttosto velocemente. Era questo il meglio che la mia versione alternativa poteva fare per me? Davvero deludente.

Tuttavia, qualche giorno più tardi, mentre la revisione e valutazione delle mie performance lavorative annuali cominciava a girare, sono rimasta piacevolmente colpita dai risultati. Di certo mi ero impegnata, avevo lavorato duramente e concretizzato diverse cose, ma mi sembrava quasi di vedere il tutto sotto una nuova luce, una luce in grado di sottolineare i miei successi e di aumentare l’autostima. Si trattava di me, o dell’entrata in scena delle mie visualizzazioni e manifestazioni?

Non ne ero troppo sicura, ma dopo mesi di ansia e dubbi amletici sulla vita, ero finalmente venuta a patti con la percezione che avevo di me stessa. Ero consapevole del fatto che vedere degli amici, rilassarmi durante l’ultimo periodo dell’anno e avere dei progetti di viaggio potevano avere avuto un effetto sulla mia ansia pandemica. Allo stesso tempo, però, ho immaginato anche che la meditazione non fosse poi un così brutto compromesso per raggiungere una certa forma di speranza e felicità.

Terzo tentativo

Mentre il 2022 partiva con la paura della variante Omicron, la mia noia e l’isolamento hanno ridotto in frantumi tutti i propositi per il nuovo anno, sotto i colpi di ben poco salutari meccanismi di difesa. Ho quindi deciso di riprovare ancora una volta il Quantum jumping, sperando di poter recuperare un po’ di denaro scialacquato durante le feste.

Ho scoperto che questa volta mi riusciva ancora più facile del solito entrare in uno stato meditativo e immaginarmi ad attraversare un universo alternativo con lo scopo di fare amicizia con un’altra versione di me. In questo caso, i suoi capelli erano ingrigiti, indossavo occhiali bianchi e fornivo istruzioni a una troupe cinematografica.

Quando mi sono confrontata con lei, e le ho chiesto cosa dovevo fare per raggiungere il successo, l’unico pensiero che si è palesato è stato quello di continuare ad occuparmi dei compiti assegnatimi, a prescindere dalla noia o dalla scarsa motivazione personale. In sostanza, mi sono resa conto che quando viene a mancare la motivazione bisogna continuare a procedere come se fosse ancora presente, finché in effetti non torna sulla scena. Vista la situazione del mondo in questo momento, non mi è sembrato un consiglio poi così terribile.

Non mi aspettavo di ricevere molto altro ed ero quasi pronta a gettare la spugna, quando ho controllato il conto in banca e mi sono resa conto che qualcuno mi aveva misteriosamente inviato poco meno di 50 euro. La sorpresa mi ha lasciato turbata e ho chiesto a tutte le persone che mi dovevano dei soldi se erano state loro.

Mi hanno risposto tutte di no, ma l’occasione mi ha dato l’opportunità di chiedere loro quanto mi spettava, ricavando così un altro po’ di soldi. Immagino che non saprò mai se è stata la meditazione a regalarmi del denaro, o se è stato il mio portafoglio karmico ad auto-regolarsi.

In ogni caso, dopo quest’ultimo tentativo, avevo ancora sensazioni contrastanti rispetto alla meditazione. Mi ha aiutato a concentrarmi e a essere più rilassata, è vero, ma non l’ho trovata una pratica in grado di cambiarmi la vita come speravo—magari anche a causa delle mie troppe aspettative.

Poi, ho avuto un flash: forse è proprio questa la chiave per il successo. Magari devo imparare a gestire le mie aspettative e devo concentrarmi sul trovare progetti che mi ispirino, invece di cercare soldi e successo tramite la meditazione.

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