Ma perché il pane online è costoso?
Quindi abbiamo imparato ad acquistare il cibo online, compreso il pane. E navigando nei vari e-shop di diverse panetterie italiane più blasonate la prima cosa che si nota è che a lievitare non è solo la pasta ma anche il prezzo. Alti e in alcuni casi considerati addirittura ‘proibitivi’.Ne parlo con Giovanni Giberti, socio fondatore e head chef di Pavé a Milano, che durante il primo lockdown con i suoi soci ha iniziato a vendere online pane e prodotti dolci. “Spesso i costi sono considerati alti rispetto al prezzo di uscita del pane stesso. Bisogna considerare però che le materie prime che utilizziamo e la scelta di far ruotare piccoli fornitori di farine, ad esempio, hanno un costo che scava un abisso rispetto al panificio che opera con lievito di birra e farine di qualità inferiore,” mi spiega subito.Se le farine non fossero eccellenti il pane, che deve essere spedito e quindi durare nel tempo, non potrebbe mantenersi fresco fino a 7 giorni.
Salta fuori quindi la prima grande variabile: le farine. Se non fossero eccellenti il pane, che deve essere spedito e quindi durare nel tempo, non potrebbe mantenersi fresco fino a sette giorni. Rappresenta un investimento sulla spesa che fa il panificatore.Noi riproponiamo i prezzi da negozio. Se il cliente vuole il servizio di consegna è quella che deve pagare in più.
Nelle mie chiacchiere con i panificatori tutti sono concordi nel dire che ancora non c’è un’idea chiara su come impostare i prezzi quando c’è anche la consegna. Il pane, come dice Davide Longoni del Panificio Longoni, è un prodotto agricolo: nasce coi cereali sui campi e viene poi immerso nel tessuto sociale urbano. Mi sembra una definizione perfetta per la vendita online.Longoni è un po’ il padre delle rivoluzione del pane a Milano e non solo. “Le vendite online del pane sono nate da un'esigenza venuta a galla soprattutto durante il primo lockdown, quando non ci si poteva spostare in città, nonostante la nostra idea di panificio sia sempre quella di un luogo di prossimità, bottega legata e immersa nel quartiere” inizia Davide.I grandi colossi della vendita online - Amazon su tutti -, oltre a dominare il mercato, hanno modellato la percezione dell'offerta, grazie alla possibilità di eliminare totalmente le spese di spedizione
Stiamo ultimando la modalità abbonamento: si paga una volta al mese e si riceve ogni settimana il nostro pane, con spese di spedizione scontate
Fino ad ora abbiamo parlato con panificatori che operano a Milano, ma la tendenza non è solo qui. Vicentini 1966 è una famiglia che da oltre cinquantanni semina e impasta in Veneto, tra Breganze e dintorni. Paolo, uno dei cinque figli, mi fa notare che la cosa fondamentale, se vogliamo parlare di pane a domicilio, sia la conservazione “Il sacchetto in cotone rallenta il processo fisiologico di indurimento (lo vendono nel loro shop); inoltre i pani di grossa pezzatura e a lievitazione naturale possono essere congelati senza alcun problema, e consumati in modo dilazionato nei giorni”.Il potenziale di questa nuova frontiera dello shopping online del pane ci da la possibilità di provare tante tipologie diverse, senza viaggiare,
Il nostro excursus sul mondo del pane online finisce al Forno Brisa, a Bologna. Pasquale Polito e Davide Sarti, i titolari, mi raccontano subito qualcosa di eccezionale “durante il periodo pasquale, in particolare, l’e-commerce ha raggiunto livelli di vendita pari a quelli di un negozio fisico”. Spediscono pane prevalentemente in Lombardia, Veneto, Emilia, Marche e Abruzzo, non solo tramite l'e-commerce, ma anche tramite piattaforme distributive come Cortilia.Un prezzo basso è spesso conveniente per il portafoglio di un singolo, ma dietro c’è sempre qualcun altro che ne paga le conseguenze, che sia una persona