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Cultura

Abbiamo testato i filmati porno di Vine

I nostri colleghi hanno cercato di raggiungere l'orgasmo con i filmati da sei secondi della nuova app di Twitter.

Ormai avete sentito parlare di Vine, giusto? È quella nuova app lanciata da Twitter che permette agli utenti di condividere dei filmati di sei secondi in loop continuo assieme ai loro tweet. Ovviamente, visto che si tratta di internet, poche ore dopo il suo esordio la gente stava già caricando filmati di cazzi, culi e vagine e fantasiose combinazioni erotiche dei tre.

In un modo o nell'altro uno di questi video è finito sulla homepage di Vine tra gli "Editor's Pick", e dopo le risatine iniziali i media hanno dato di matto, costringendo Twitter a fare delle scuse ufficiali.

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Non c’è un limite di età per usare l’app, quindi credo che se sei un genitore il cui figlioletto usa Vine, hai il diritto di pretendere una selezione dei contenuti più rigorosa. (Oppure potreste impedire a vostro figlio di usarlo. Potete farlo, non credete a tutto quello che vi dice la vostra prole, quelli del Telefono Azzurro non se la prenderanno.)

Qui però sorge una domanda più importante, una che lambisce l’oltraggio ma a cui nessuno sembra pronto a rispondere. Ossia, quale tipo di folle mutante del sesso può masturbarsi con un video porno di sei secondi messo in loop? Una vergine sovraeccitata? Qualcuno che non ha mai visto un contatto tra parti del corpo? Un guru del sesso in una pozza di fluidi corporei?

Tirare a indovinare è noioso, quindi abbiamo assoldato un ragazzo e una ragazza perché cercassero di venire guardando i filmati di Vine.

CHLOE

Ciao ragazzi. Questa sono io di ritorno da un appuntamento col mio ragazzo, lo scorso fine settimana. Se ne va per un po’ e non siamo riusciti a fare sesso, quindi ero piuttosto delusa e piena di slanci repressi. Ma la masturbazione è sempre un ottimo modo per liberare tutta la rabbia accumulata, quindi la sfida di Vine è arrivata nel momento giusto.

Come potrete ricordare dalle vostre lezioni di educazione sessuale a scuola, non c’è luogo più romantico o igienico per imparare a conoscervi sessualmente di un affollato bagno su un treno. Ho aspettato che l’uomo sudato che era dentro prima di me si facesse strada lungo il vagone, sono entrata e mi sono seduta.

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VIDEO UNO
Il primo filmato era il loop di una penetrazione, fin troppo rudimentale per sollevare qualunque entusiasmo. Inoltre, mi ha subito chiarito il fatto che Vine non propone una nuova alba di oscenità ideata da ragazze e rivolta a ragazze. Aderisce allo stesso modello di quasi tutto il porno 2.0, ovvero uomini etero e soli che aiutano altri uomini etero e soli a venire. Non sono una di quelle che si eccita con i porno solo se l’attrice porta delle belle scarpe e il tipo sembra un uomo di cui fidarsi, con un posto fisso e che non abbandonerà i tuoi figli, ma ho trovato un po’ complicato farmi prendere da piani ravvicinati di seghe sulle tette e culi sfondati della durata di sei secondi.

VIDEO DUE, TRE E QUATTRO
Ho barato un pochino e ho fatto una selezione di video più vicina ai miei gusti. C'è stato un lieve miglioramento, nel senso che non sembravano soltanto filmati di wrestler intenti a sturare il water con il proprio uccello. Ma quel barlume di speranza si dissolveva non appena il ragazzo di ogni video passava la lingua sul culo della ragazza o metteva la mano intera nella sua bocca, come un dentista che manca completamente di autocontrollo e formazione odontoiatrica.

VIDEO CINQUE E SEI
Ulteriori difficoltà. "Cumshot facial” sembra essere una tag molto popolare, e in effetti le sborrate in faccia non mi disturbano granché. Ma sono abituata a vederle come un incidente isolato inserito nel contesto di un filmato di 30 minuti, non in un video di sei secondi che si ripete per l'eternità, in interminabili cascate di sperma che scendono lungo la faccia di qualche povera ragazza. Sono l'idea di porno più maschilista in circolazione: eliminano tutto il crescendo per andare a zoomare direttamente sul prodotto finale, bloccando per sempre l’attore in un mondo di orgasmi perenni. In più, beccarsi dello sperma in un occhio è tra le cose peggiori che riesca a immaginare. Quel bruciore può davvero rovinare la giornata.

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VIDEO SETTE
La ragazza di questo video (sopra) era abbastanza attraente e sembra divertirsi davvero. Peccato che la stessi guardando in una GIF messa in loop, cosa che distruggeva la sincerità dei suoi gemiti e sorrisi a ogni ripetizione.

VIDEO OTTO, NOVE E DIECI
I video successivi mi hanno immediatamente spinto in fondo a un’arida valle di tortura pornografica. Ho passato cinque dei sei secondi di un filmato cercando di capire se il buco sfondato e ricoperto di sperma che stavo guardando era un ano o una vagina, e l’intera durata di un altro con i conati di fronte al video di una sega di un ragazzo che strattonava il coso pieno di vene. Malgrado potesse vantare l’apprezzamento di "Ride My Cock" e "Sexy Back”, ha fallito nel farmi provare qualcosa che potesse vagamente avvicinarsi a un orgasmo.

Nell’insieme, quest’esperienza di 60 secondi è stata un completo fallimento. Il solo millilitro di umidità uscito dal mio corpo è stata una lacrima solitaria per gli anni di future esperienze sessuali rovinate ripensando a questo mio tentativo. La buona notizia è che su vineroulette.com è saltato fuori un collage di tutti i termini che ho cercato, quindi se mia nonna dovesse mai sbarcare su Twitter, verrebbe a sapere della mia passione per le pratiche sessuali oscene e aggressive, e finalmente avremmo qualcosa in comune di cui discutere a Natale.

Continua nella pagina successiva.

ALEKS

Se avete idea di cosa sia un computer, allora saprete sicuramente che trovare del porno su internet è facile quanto schiacciare tasti a caso sulla tastiera e premere invio su Google Immagini. (Davvero, provate, funziona.)

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Trovare del porno genuino e fatto in casa su Vine, invece, è praticamente impossibile—la maggior parte dei filmati è presa direttamente da RedTube, cosa che mi ha un po’ deluso. Gli unici spacciatori di oscenità fai da te che ho trovato erano un tipo chiamato "Mis-S", che ha il monopolio del mercato dei butt plug, e un altro chiamato "Rrr" che dimostra che Nietzsche ha completamente ragione: se fissi abbastanza a lungo lo sfintere di uno sconosciuto su internet, quello ti fissa di rimando.

Mi è già capitato di venire in 60 secondi, ma i miei primi anni da adulto hanno tristemente attenuato la mia libido. Quindi, dopo aver compreso che stavo cercando di raggiungere il mio primo orgasmo supersonico senza l'ulteriore incentivo di genitori sconvolti, un guardaboschi o il mio insegnante di geografia, ho acceso una candela aromatica e dell’incenso per creare atmosfera.

VIDEO UNO E DUE

Dopo aver scartato una miriade di GIF copincollate da RedTube e una cavernosa fessura anale di profili creati da ragazzi desiderosi di condividere le loro fenditure pelose col mondo, ho finito per fermarmi sulla pagina di Lex Steel—l’unico utente che sono riuscito a trovare con un pornfolio che non impaurisse le mie palle.

Nel primo video una donna succhiava l’alluce di un’altra. Ora, capisco che i feticismi sono completamente soggettivi; se passare lentamente la lingua sopra delle callosità indurite vi eccita, va bene. Ma non fa per me. C’era più o meno un secondo alla fine della succhiata di dito in cui una delle ragazze aveva le mutande spostate di lato, cosa che mi ha dato un veloce brivido, attenuatosi immediatamente ogni volta che si riprendeva dal piede bavoso.

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Il secondo video consisteva fondamentalmente in un tipo che faticava per ficcarlo dentro, prima di prendere uno strano ritmo facendo il genere di espressione tranquillamente contenta che si ha quando si trovano finalmente le chiavi dietro il divano o si vincono 3 euro al gratta e vinci. Cosa che, a ripetizione, trasforma dolorosamente in fretta l’erotico in banale.

VIDEO TRE E QUATTRO

Inizialmente, la combo triste sguardo vacuo + titolo mi aveva spinto a procedere oltre, ma non appena lei ha iniziato a occuparsi con impeto dell’ano del partner, ho capito di aver trovato qualcosa di speciale—la salvezza scatologica in una vasta desolazione di oscenità da principianti.

I rim-job sono una mia personale passione: danno sensazioni magnifiche e sono praticamente impossibili da sbagliare. Se riuscissero a farmi venire, avrei completamente abbandonato la penetrazione. Quindi, come probabilmente immaginate, quel video mi ha fatto cominciare una corsa verso la fine.

Purtroppo quello successivo—un’animazione di Lois Griffin mentre fa un pompino a Peter—mi ha riportato di peso nella terra del flop. Non riuscivo a smettere di pensare a quanto odi I Griffin.

VIDEO CINQUE, SEI E SETTE 
A questo punto, la mia completa mancanza di coordinazione stava iniziando a rovinare l’esperimento. Scorrere tra le pagine con una mano mentre mi davo da fare con l’altra era troppo per il mio cervello. Quindi ho buttato il telefono sul divano e mi sono seduto dritto, concentrandomi su un solo filmato.

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VIDEO OTTO
Questo era fantastico. Guardare il culo della ragazza che si muoveva era ipnotico, un po’ come fissare una lava lamp, solo che in questo caso non c’erano incredibili formazioni di cera, ma un pene che faceva dentro e fuori da un ano, messo in un eterno loop. Sono un uomo semplice e di piaceri semplici, e un rapporto anale infinito mi dà la spinta giusta. Ho guardato il timer: rimanevano 14 secondi.

Sono venuto.

Mentirei se vi dicessi che Vine è il futuro delle seghe. Ma è uno specchio dei nostri tempi. Sappiamo da un po’ che la masturbazione non è più un’esperienza cinematografica; è una caccia al tesoro in cui passiamo istericamente da una pagina all’altra di Spankwire come se stessimo cercando di assorbire tutto quello che possiamo nei circa cinque minuti solitamente richiesti per procurarsi un orgasmo.

Vine è semplicemente un’esagerazione di questa cosa—una caricatura di gratificazione istantanea nella sua forma più basilare e ovvia, un’assurda fabbrica di seghe che ha più a che fare con Duchamp e Henry Ford che Belladonna.

Ci vai, scegli quello che vuoi e ne esci—è quasi come se fosse post-porno, un qualcosa creato per la gente che preferirebbe eliminare l’orgasmo in sé per prendere una scorciatoia verso la vergogna.

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