Salute

Abbiamo risposto ad alcune delle domande più comuni sulla psicoterapia

Quanto dura un percorso di psicoterapia? La terapia può essere consigliata da altri? Dovrebbero andarci tutti?
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Illustrazione via AdobeStock.

Isabel è autrice di Lebasi, un podcast dedicato alla salute mentale realizzato in collaborazione con il Centro Clinico Spazio FormaMentis di Milano.

Spesso si pensa che l’intensità del lavoro che si fa su di sé durante un percorso terapeutico sia sinonimo solo di dolore, lacrime e pesantezza. Spesso si pensa che se al primo tentativo di terapia le cose “non funzionano”, questa vada messa direttamente da parte. Spesso sono le altre persone a consigliarci di andare in terapia, e leggiamo il consiglio come giudizio, scoraggiandoci. 

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Le motivazioni che portano ancora tantissime persone a non iniziare un percorso sono tante, ma qualcosa nell’ultimo periodo sembra stia cambiando. 

Sicuramente complice l’anno e mezzo che abbiamo passato—una pandemia globale, il confinamento a casa, la recessione economica etc—si parla sempre più di salute mentale, e sempre più persone stanno sdoganando il fatto che andare in terapia voglia dire, molto semplicemente, prendersi cura di sé. 

A settembre 2021, i paesi europei membri dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) hanno adottato una risoluzione che, riconoscendo l’impatto del COVID e gli obiettivi globali dell’OMS, chiede ai governi maggiori sforzi nel fornire servizi per la prevenzione, il trattamento e la riabilitazione per disturbi mentali attraverso lo stanziamento di fondi adeguati, l’implementazione di politiche e il lavoro di sensibilizzazione.

L’Italia, del resto, investe poco nella tutela della salute mentale, non si impegna abbastanza nella raccolta di dati in materia e ha un Piano di azioni nazionale risalente al 2013.

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In occasione della giornata mondiale della salute mentale, abbiamo raccolto un po’ di domande sul tema a cui hanno risposto le specialiste del Centro Clinico Spazio FormaMentis di Milano.

In terapia si ride anche? 

“Sembra strano perché persistono ancora gli stereotipi del/della terapeuta imperturbabile e della terapia come luogo in cui solo si piange. In realtà la risata può entrare all’interno di una psicoterapia e, anzi, può avere effetti positivi. L’umorismo può permettere di vedere sotto prospettive diverse situazioni difficili e nostre rigidità, così da riuscire più facilmente ad affrontarle e cambiarle. Sappiamo, inoltre, che ridere attiva risposte fisiologiche positive nel corpo, con conseguenze a domino anche a livello emotivo e di pensiero. Aiuta inoltre a ridurre lo stress. Ridere insieme, infine, ci fa percepire vicinanza e condivisione empatica, tutti elementi che aiutano il processo terapeutico” — Chiara Baietto, Psicoterapeuta

Quanto dura un percorso di terapia?

“Per quanto riguarda il tempo, nessun percorso di psicoterapia ha una durata prestabilita. Il tempo infatti può variare a seconda di diversi fattori: in primis la necessità che viene portata e quindi gli obiettivi che ci si dà tra terapeuta e paziente. In genere un percorso completo dura almeno un anno durante il quale si può fare anche un percorso di consapevolezza a 360°. Il/la terapeuta poi dovrebbe essere visto come un porto sicuro: sta lì e ci puoi andare anche a più riprese nell'arco della tua vita. L’obiettivo della terapia è fornire libertà e autonomia alle persone, quindi è sottinteso che non ci debba essere nessun vincolo. Con il tempo si impara anzi a usare la terapia come strumento da ‘impiegare’ qualora ci sentissimo in un momento della nostra vita di offuscamento o di incastro, proprio per recuperare questi gradi di libertà” — Giulia Caretto, Psicologa

La terapia può essere consigliata da altri?

“Dipende. Se l’intento di chi suggerisce un percorso è di aiutare (focus sull’altro) è utilissimo indirizzare o invitare l’altra persona alla terapia, magari spiegando anche come mai la si sta consigliando. Se invece viene consigliato un percorso di terapia perché si vuole in qualche modo ‘aggiustare’ l’altra persona, e l’intento è farla diventare più simile a come la si vorrebbe (focus su di me), allora meglio di no. Si può assolutamente consigliare se tra chi dà il consiglio e chi lo riceve c’è una relazione molto stretta e chi la consiglia è disponibile a mettersi in gioco insieme (focus su di noi)” — Sara Capizzi, Psicoterapeuta

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Quando si parla di terapia si parla anche di “consapevolezza”, ma cosa vuol dire?

“Spesso tendiamo a usare un approccio giudicante nei nostri confronti—classico esempio di quando ci diciamo “la cosa che sto facendo non è giusta”—ma con la consapevolezza possiamo spostare il focus sui processi e lasciare da parte i giudizi. La consapevolezza è esattamente questo: allenarsi a osservare i propri processi mentali, osservare quello che la propria mente fa, cercando di rispondere a queste domande: che tipo di meccanismi sto mettendo in campo? Che tipo di strategie? Perché tendo a vedere le cose sempre bianche e nere? Lasciando da parte i giudizi verso noi, appunto, e focalizzandoci sul perché lo stiamo facendo più che su quello che stiamo facendo” — Serena Barbieri, Psicoterapeuta

In terapia il/la psicoterapeuta dà consigli?

“No, non è un/a amico/a e non dà consigli né giudizi. È un/a professionista che mette a disposizione i propri strumenti per valorizzare le risorse e aumentare la consapevolezza delle proprie difficoltà, offrendo uno spazio di riflessione con l'obiettivo di aumentare il benessere personale. Può dare delle prospettive—delle lenti—per leggere l'esperienza in maniera un po’ diversa rispetto a quella a cui si è abituati. Dopo aver ricevuto queste lenti, sarà poi la persona a scegliere quale funziona di più con i suoi bisogni e le sue necessità” — Maguy Viscardi, Psicoterapeuta

In terapia dovrebbero andare tutti?

“Tendenzialmente sì, tutti, proprio perché la terapia è uno strumento che aiuta le persone a sviluppare una maggiore capacità di usare in modo utile e funzionale tutti gli strumenti del proprio cervello. Facendo terapia si ha la possibilità di imparare a muoversi attraverso i propri modi di funzionare senza giudicarsi e di sviluppare una maggiore capacità di essere gentili e compassionevoli verso se stessi. Cose di cui avremmo bisogno tutti” — Serena Barbieri, Psicoterapeuta

Domenica 10 ottobre, presso lo Spazio Alda Merini di Milano, Isabel Gangitano, autrice del podcast Lebasi, e Serena Barbieri, psicoterapeuta e socia fondatrice del centro clinico Spazio FormaMentis di Milano, raccontano cosa vuol dire parlare di salute mentale nel 2021 attraverso un podcast e quali siano le barriere che ancora tengono lontane le persone dal prendersi cura del proprio benessere psicologico.

L’ingresso è gratuito, previa prenotazione via email all’indirizzo info@spazioaldamerini.com.