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Anche il papa odia le periferie

Salta fuori che gli urbanisti, gli adolescenti annoiati, Tom Hanks, gli Arcade Fire e il papa hanno qualcosa in comune.
Immagine: , Flickr, CC

Da quando ha iniziato il suo mandato, Papa Francesco è andato a toccare non pochi argomenti controversi. Ha puntato contro il cambiamento climatico e contro chi ne nega la realtà, ha biasimato la speculazione sui beni materiali e il capitalismo sfrenato e ha anche tipo, quasi, fatto un passo verso i diritti gay. A questi si è aggiunto da poco un altro improbabile obiettivo dell'ira del papa: le periferie.

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Salta fuori che gli urbanisti, gli adolescenti annoiati, Tom Hanks, gli Arcade Fire e il papa hanno qualcosa in comune: rabbrividiscono tutti davanti ai quartieri fatti con lo stampino di Levittown, e all' "anonimato sociale" che deriva dal vivere lì.

Questa settimana, una bozza della tanto attesa enciclica papale sul cambiamento climatico è arrivata alla stampa per vie traverse qualche giorno in anticipo—rivelando nel processo che se c'è un gruppo che Francesco non tollera sono quelli che non rispettano l'embargo—ed é un documento da 192 pagine di tutto rispetto, che interpreta fermamente il movimento ecologista in un quadro etico. Definisce il cambiamento climatico come una responsabilità umana, sprona il mondo a comportarsi coscientemente, e approfondisce argomentando una serie di ostacoli e soluzioni.

Papa Francesco offre un commento sulla deforestazione, sulla questione dell'uso delle terre, sul bisogno di aiutare le zone povere colpite più duramente dal cambiamento climatico, e in un passaggio segnalato da

Eric Holthaus di Slate

, inveisce contro gli ambienti privi di armonia e contro l' "anonimato sociale" delle periferie:

"[…] L'estrema penuria che si vive in alcuni ambienti privi di armonia, ampiezza e possibilità d'integrazione, facilita il sorgere di comportamenti disumani e la manipolazione delle persone da parte di organizzazioni criminali. Per gli abitanti di quartieri periferici molto precari, l'esperienza quotidiana di passare dall'affollamento all'anonimato sociale che si vive nelle grandi città, può provocare una sensazione di sradicamento che favorisce comportamenti antisociali e violenza," recita l'enciclica. "Tuttavia mi preme ribadire che l'amore è più forte. Tante persone, in queste condizioni, sono capaci di tessere legami di appartenenza e di convivenza che trasformano l'affollamento in un'esperienza comunitaria in cui si infrangono le pareti dell'io e si superano le barriere dell'egoismo. Questa esperienza di salvezza comunitaria è ciò che spesso suscita reazioni creative per migliorare un edificio o un quartiere."

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Il papa sta di fatto dicendo che le periferie sono un'organizzazione sociale priva di armonia, e così anche le città troppo popolose. Ma le città possono almeno dare spazio ad un "senso comunitario" e di cooperazione, mentre le periferie sono una faccenda più isolante e soffocante.

Questo sentimento si ricollega con le altre idee che il papa ha in merito all'ecologia e all'economia—in genere, le periferie sono zone per le classi medio-alte (benché la cosa stia cambiando); le persone tendono ad essere più felici quando non ci vivono; e incidono indubbiamente molto sull'ambiente, sia in termini di sviluppo che di consumo delle risorse.

Nel giro degli ultimi anni, rallentare l'allargarsi delle periferie è diventato asse portante dei movimenti odierni per la sostenibilità e l'urbanismo, e l'Enciclica in più punti elargisce lodi al movimento ecologista che ha "già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza."

Ora, personalmente seguo quello che fa il papa in modo piuttosto occasionale, ma mi viene da dire che il sentimento generale che sottoscrive il suo messaggio di fondo è che in questo momento c'è bisogno più che mai di recuperare un senso comunitario, di spendere più tempo prendendoci cura di chi è meno fortunato, di chiudere il divario di benessere tra le classi in tutto il mondo, e di trattare l'ambiente con rispetto e giustizia.

Ha senso, a questo punto, che il papa non sopporti le periferie.