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Cibo

Sono povera, ora smettete di dirmi cosa dovrei fare con i soldi che non ho

Tenetevi i saggi consigli su spese, risparmi e investimenti perché non servono davvero a nessuno.
Woman eating fries as haters judge her.
Illustrazione di Daniel Zender.

Non ho mai navigato nell'oro. Ora lavoro in un bar e faccio panini, prima servivo smoothies. Prima ancora lavavo i piatti in un ristorante. Anche se ho frequentato il college—illudendomi che una laurea mi avrebbe aiutato a trovare lavoro—probabilmente sono sempre stata destinata a questa condizione di indigenza: vengo da una famiglia umile; mia madre, operaia, mi ha cresciuta da sola, e negli anni ci siamo spostate più volte in giro per la California, cambiando casa spesso e finendo a vivere in una roulotte nel bel mezzo del deserto. La mia unica fonte di sostentamento era il pranzo gratuito della scuola.

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Ora beneficio del programma Medicaid per l'assistenza sanitaria. Lo scorso anno ho lavorato circa 60 ore a settimana, facendo due lavori part-time in ristoranti e bar (iù qualche lavoretto saltuario qui e là) per arrivare a fine mese. In tutto, ho guadagnato 23mila dollari in un anno.

A un certo punto, l'anno scorso ho cercato spesso su google "perché sono povera" e "come smettere di essere poveri." Stando a quanto dice l'internet, le ragioni della mia povertà sembrano essere molto chiare: esco troppo (non è vero, sono troppo stanca per uscire), non ho un conto deposito (non ho abbastanza soldi per aprirne uno), e poi non pianifico bene le mie spese (in genere il piano è pagare l'affitto e poi piangere in un angolo in attesa della busta paga successiva, vale?).

Secondo una diffusa credenza popolare, se sei povero è colpa tua e sta a te risolvere il problema. Non è il tuo datore di lavoro che ti paga troppo poco, ben al di sotto del minimo sindacale. O l'amministrazione locale che approva la costruzione di edifici residenziali di lusso nel tuo quartiere. Non è il costo della vita altissimo e costantemente in crescita, e nemmeno l'influenza delle grandi corporation sulle manovre finanziarie a discapito dei lavoratori. No no, cara cameriera, il motivo della tua povertà è chiaramente quel cappuccino che hai deciso di concederti a metà del tuo turno di 16 ore. E di questo dovresti vergognarti.

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Mettiamo le cose in chiaro: è assolutamente lecito spendere dei soldi per sé, e spesso, per le persone con un reddito basso, è un meccanismo di coping del tutto normale.

ECCO COME RAGIONA UNA PERSONA POVERA Se anche tu fai fatica ad arrivare a fine mese, il motivo che ti impedisce di risparmiare o che ti fa spendere per cose apparentemente inutili è ciò che io chiamo "ragionamento da persona povera."

Il ragionamento "da persona povera" è quella cosa che ti fa spendere i pochi soldi che ti rimangono per un hamburger gigante alla fine di una settimana faticosa. Succede spesso anche a me: sono consapevole che sia un grande fallimento dal punto di vista del risparmio, allo stesso tempo la considero una spesa necessaria per trovare la forza di tirare avanti e stringere i denti.

LA PROGRAMMAZIONE A BREVE TERMINE È L'UNICA POSSIBILE QUANDO SEI POVERO Ho parlato con Linda Tirado, autrice di Hand to Mouth: Living in Bootstrap America. Nel libro, Tirado racconta la sua esperienza personale e i preconcetti errati sulla vita con disponibilità economiche decisamente limitate. Cercare di omologarsi alle aspettative standard sulla gestione dei soldi quando hai un reddito molto basso, mi spiega, è del tutto inutile: "In realtà non fai che adattarti alle circostanze, ragioni solo sul breve termine. Sarebbe inopportuno, per un lavoratore a basso reddito, darsi degli obiettivi finanziari da classe media. Non ha senso aprire un conto deposito se non hai soldi per pagare l'affitto." Ci sono molte altre ricerche sul tema che sostengono la sua tesi.

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Come spiega Tirado, "se hai un reddito molto basso, il concetto stesso di risparmio e investimento non esiste, perché non ti puoi permettere il lusso di ragionare sul lungo termine; puoi solo fare delle ipotesi."

Spesso mi ritrovo a pensare: lavoro tantissime ore, il mio corpo è sul punto di crollare, ho rimosso qualsiasi spesa superflua immaginabile e nonostante tutto, faccio comunque fatica a pagare l'affitto. Ed è in questo tipo di pensieri che nasce il ragionamento "da persona povera" di cui parlavamo prima: la mia condizione non sarà certo migliore se rinuncio a queste patatine, quindi me le compro e non ci penso. Come dice Tirado, "non c'è motivo di rimandare, perché non è assolutamente detto che il futuro sarà meglio del presente."

E allora compra quelle patatine. Concediti un momento di piacere, prima che il tuo tempo si esaurisca. La necessità immediata di supporto psicologico distrugge in un attimo quella falsa convinzione secondo cui se ti impegni, la tua condizione migliora. In realtà, sai benissimo che non è così.

I CONSIGLI FINANZIARI SONO PER GENTE DELLA CLASSE MEDIA CHE FA SCELTE SBAGLIATE

I consigli finanziari sono destinati a una classe media che si sta sempre più riducendo. Se il tuo reddito non è davvero basso, hai più margine di manovra sulla gestione delle tue finanze. Tipo, puoi comprarti un telefono nuovo ogni anno. Puoi fare una vacanza che ti manderà il conto in rosso per un periodo. E probabilmente non hai un conto deposito perché godi nel vedere tutti quegli zeri nel tuo estratto conto. Per questo, tutti quei bellissimi consigli finanziari sono per le persone che sono finanziariamente stabili ma che fanno scelte sbagliate, tipo, non so, investire in bitcoin quest'anno.

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Per di più, questi consigli approssimativi non fanno che rafforzare lo stereotipo negativo nei confronti delle persone a basso reddito e alimentare le critiche nei confronti di chi davvero non può permettersi di rispettarli: Sei povero perché ti compri tutti quegli snack. Sei sull'orlo della disperazione perché, con il reddito che hai, non ti sforzi abbastanza.

Detto questo, probabilmente il consiglio migliore che potete dare a una persona in serie difficoltà economiche è non dare nessun consiglio. Tu conosci la tua disponibilità meglio di chiunque altro. Tu sai bene quando ti sbatti e quanto poco ti pagano per questo. E tu conosci la differenza tra spendere per sopravvivere, e sperperare senza motivo.

QUINDI, COMPRATI QUELLE PATATINE Forse l'unica cosa che noi poveri possiamo fare è accettare la nostra condizione. Accettare le nostre difficoltà economiche, riconquistare quell'autonomia che nessuno ci riconosce, se non fosse altro per dimostrare quanto valiamo a tutti quelli che ci considerano inferiori perché il nostro reddito è inferiore.

Se anche tu, come me, sei povero, prenditi un giorno di riposo ogni tanto e usalo per ricaricarti. Se una porzione gigante di patatine fritte è quello che ti serve per andare avanti, compra quelle schifezze unte e divorale con orgoglio. Solo tu sai quanti soldi hai, come li spendi e quanti te ne servono per sopravvivere. Scegli di vivere il presente e ridi. Ridi a voce alta, con la bocca piena di patatine fritte, in faccia a chiunque osi criticarti per queso.

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Questo articolo è comparso originariamente su FREE.