Le allergie alimentari sono un dramma misterioso e tremendo, e forse l'unica cosa che sappiamo con certezza sul loro conto è che sono in crescita - circa del 20 percento negli ultimi dieci anni. Uno studio comparso all'inizio del 2019 sul Journal of the American Medical Association (JAMA) ha osservato, tramite un sondaggio condotto su 40.443 adulti americani, che circa lo 0,8% ha un'allergia alimentare, la metà delle quali manifestatasi in età adulta. Un quarto degli intervistati, come me, non aveva mai avuto allergie alimentari durante l'infanzia.I due più grandi colpevoli? L'uso scorretto degli antibiotici e la mancanza di fibre nella nostra alimentazione"
I due più grandi colpevoli? "L'uso scorretto degli antibiotici e la mancanza di fibre nella nostra alimentazione," dice Nagler. "Anche se cerchi di evitare gli antibiotici, sono farmaci piuttosto diffusi e stabili, e si trovano in più cibi di quanti tu non possa immaginare. La mancanza di fibre nell'alimentazione del cittadino medio americano è in crescita ormai da anni." Alcuni batteri si nutrono di fibre e, se noi le riduciamo nella nostra alimentazione, la flora batterica potrebbe risentirne e modificarsi - alcuni microbi potrebbero indebolirsi, mentre altri potrebbero crescere troppo."Le persone che hanno allergie alimentari non hanno molta scelta. Il consiglio migliore che possono ricevere è evitare del tutto i cibi che scatenano la reazione"
I ricercatori hanno analizzato quali microbi erano presenti sia nei topi sani che in quelli allergici, e hanno scoperto che si tratta di una specie particolare di batteri, detta Anaerostipes caccae, che aiuterebbe a proteggere il topo dalla reazione allergica. Dopodiché, i ricercatori hanno confrontato le differenze nel corredo genetico dei topi, o quali geni erano più o meno attivi, e hanno osservato delle differenze nell'epitelio intestinale, ovvero lo strato che ricopre l'intestino. Ora, i prossimi passi sono scoprire esattamente cosa fa il batterio Anaerostipes caccae per alterare questo strato di copertura, e in che modo questo effetto altera la risposta immunitaria.Nel 2015, Nagler e il suo collaboratore Roberto Berni Canani all'Università Federico II di Napoli hanno rilevato differenze sostanziali nei batteri intestinali dei bambini con e senza allergie al latte vaccino
Le persone che soffrono di allergie potenzialmente letali hanno bisogno di una soluzione, ora. Alcuni di loro stanno provando l'immunoterapia per via orale, che ti espone a basse dosi del cibo a cui sei allergico per fare in modo che il corpo perda la sensibilità a quell'alimento. In un articolo del 2018 di Science Magazine, Jennifer Couzin-Frankel scriveva che oltre 3mila persone in tutto il mondo stavano testando l'immunoterapia per combattere l'allergia agli arachidi e che la stessa tecnica verrà ben presto estesa anche a uova, latte e noci. "In un ambito che per decenni non ha potuto offrire altra opzione ai pazienti oltre all'eliminazione di determinati alimenti, l'immunoterapia segna un cambiamento epocale," scrive Couzin-Frankel.La cura non è ancora perfetta, poiché richiede che la persona si esponga in qualche modo al cibo a cui è allergica, a volte anche estremamente allergica. Nel 2017, un bambino di tre anni è morto in Alabama durante un test allergico, e altri danni considerevoli sono stati fatti durante lo sviluppo delle procedure e dei giusti dosaggi. Personalmente, preferirei prendere una pillola che simula un microbioma sano nel mio corpo, piuttosto che ingerire piccole dosi di soia che rischiano di farmi sentire male. Ma Nagler dice che, nella sua visione, la cura ispirata al microbioma va utilizzata insieme all'immunoterapia. La ricercatrice pensa che per raggiungere la tolleranza i due metodi, di desensibilizzazione e creazione di una barriera protettiva, siano fondamentali e debbano coesistere. "Se fai la desensibilizzazione senza gestire la reazione dei batteri nel corpo, il problema resta," dice Nagler.Sembra che il microbiota, o flora intestinale, abbia davvero un ruolo nel processo di tolleranza degli allergeni alimentari
"La diffusione crescente delle allergie alimentari potrebbe avere diverse spiegazioni," dice Ahmad Hamad, allergologo e immunologo alla University of North Carolina Chapel Hill, che non è stato coinvolto nel lavoro di Nagler. Ma aggiunge: "Sembra che il microbiota, o flora intestinale, abbia davvero un ruolo nel processo di tolleranza degli allergeni alimentari, come ha dimostrato in modo eccellente la dottoressa Nagler nella sua ricerca."Hamad mi parla poi di un altro test randomico controllato che avrebbe permesso di scoprire che, aggiungendo probiotici all'immunoterapia orale per gli arachidi, i bambini reagiscono meno frequentemente all'allergene: un esempio dei due approcci che coesistono per raggiungere il fine comune."Mentre 1 persona su 10 ha una vera allergia alimentare, circa il doppio delle persone crede di avere un'allergia, che non è però confermata dai test in laboratorio"
Quando dico alle persone che sono allergica alla soia, molti mi dicono che è perché ho mangiato troppa soia nella mia vita. Ho incontrato camerieri che si rifiutavano di prendere seriamente il mio problema, perché secondo loro alcuni evitano di mangiare la soia per ragioni "di salute" diverse dall'allergia. Gupta mi spiega che quando è stato pubblicato il suo studio sul JAMA, molti media si sono concentrati soltanto su uno dei dati al suo interno: mentre 1 persona su 10 ha una vera allergia alimentare, circa il doppio delle persone crede di avere un'allergia, che non è però confermata dai test in laboratorio. Nel The Daily Show, Trevor Noah ha commentato la ricerca, dicendo, "Allergie: rovinano la vita a tantissimi americani. Ma secondo un nuovo studio il problema più diffuso è, in realtà, l'ipocondria."Le allergie sono reazioni del nostro sistema immunitario, mentre le intolleranze sono una reazione prevedibile e negativa a un certo alimento, ma non derivano dal sistema immunitario.