combattente di MMA e drag queen
Foto: a sinistra Diego Garijo in drag, AMY RAMIREZ; A destra, Garijo durante un incontro di boxe, PHIL LAMBERT
Identità

Sul ring Diego Garijo è un combattente di MMA, la sera una drag queen di nome Lola

Nel mondo della boxe a mani nude, Diego Garijo è noto come il feroce Dos Pistolas. Nella scena drag, si chiama Lola.

Il mondo della MMA (o arti marziali miste) e drag non si incrociano spesso. Ma nella persona di Diego Garijo—un uomo di sulla quarantina coperto di tatuaggi, che si definisce un combattente, un pittore e un intrattenitore a tutto tondo—queste due forme d’arte sono una cosa sola.

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Nato a Guanajuato, in Messico, Garijo è arrivato negli Stati Uniti da piccolo. Dopo aver scontato un paio di periodi in carcere da giovane, la carriera di Garijo come combattente di MMA professionista è iniziata nel 2006. Ha segnato parecchie vittorie sul ring, finché un distaccamento della retina l’ha costretto a mettere in pausa la professione. Ma neanche una perdita parziale della vista è riuscita a fermarlo e nel 2018 è tornato a combattere in un’altra disciplina: la boxe a mani nude.

Garijo in posa come Lola.

Garijo nei panni del suo alter ego drag, Lola Pistola. Foto: Amy Ramirez

Sul ring Garijo è noto come il feroce Dos Pistolas (Due Pistole), ma nella scena drag di San Diego è Lola Pistola. Lola si esibisce da più di un anno e Garijo la considera come una naturale estensione della sua creatività. Ai suoi occhi, fare drag e MMA non è contraddittorio, anzi: pensa che le due si completino.

Curioso di saperne di più, ho contattato Garijo per parlare di tacchi, K.O. e di mascolinità tossica.

VICE: Ciao Diego, cosa fa più male: prendere un cazzotto in faccia o farsi la ceretta?
Garijo: La ceretta è dolorosa, ma sai cosa è ancora peggio? Rompersi un’unghia finta. È un incubo. Per quanto riguarda i pugni in faccia, non sono un problema.

Prendere pugni in faccia non ti preoccupa?
Be’, so incassare. Non sono un combattente particolarmente tecnico, ma vado a mille in ogni incontro. Non mi fermo, a prescindere da quante volte mi colpiscono. Per questo, riesco spesso a battere atleti migliori di me.

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Garijo mentre combatte

Garijo in un incontro di MMA contro Tom Shoaff. Foto: Phil Lambert

Quando hai iniziato a fare boxe a mani nude?
Mi sono ritirato dal circuito professionale nel 2012 dopo un distaccamento della retina. Il dottore mi ha salvato l’occhio, ma non funziona più bene come prima. Mi ha avvisato che la stessa cosa sarebbe potuta succedere all’altro. Ma io non ero pronto a smettere di combattere. Così sono passato alla boxe a mani nude. Volevo provare una disciplina senza guantoni. Volevo sentire. Adoro combattere. Rischierei anche di diventare cieco, pur di farlo.

Come è nata la passione per il mondo drag?
C’è una foto di me a sei anni in cui indosso un reggiseno e un paio di mutande di mia madre. Mi ha allevato da sola e avevo dei cugini gay, quindi non sono stato esposto a molti modelli di mascolinità stereotipata. Forse è per questo che so essere molto femminile. Penso che la gente si chieda se sono gay, ma non capiscono che la femminilità e le preferenze sessuali sono due cose completamente diverse.

Come hai iniziato a fare drag?
Qualche anno fa ho seguito un corso di intelligenza emotiva. Ci hanno detto che dovevamo uscire dalla nostra comfort zone. A me piace molto parlare davanti a un sacco di persone ed essere al centro dell’attenzione, ma quando la parola “drag” mi è passata per la mente, ho subito sentito che era la sfida giusta. Mi ci sono buttato. Ho seguito lezioni di danza, mi sono fatto fare i buchi alle orecchie e la ceretta. Ho imparato a camminare sui tacchi alti e una persona mi ha aiutato a scegliere i vestiti.

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Garijo boxe a mani nude

Il momento in cui Garijo ha gettato la spugna al suo ultimo incontro di boxe a mani nude. Foto: Phil Lambert

Che tipo di energia porti con te quando ti esibisci in drag?
Prima del mio primo spettacolo di drag, mi sono sentito come prima di un incontro di combattimento. Prima degli incontri sto sempre seduto nello spogliatoio con il mio avversario. Stiamo lì seduti a guardarci, pensando ‘Riuscirò a batterlo?’ È stato lo stesso alla prima gara di drag. Una piccola stanza, otto adulti, ognuno che scrutava gli altri. Io ho nervi saldi, o forse sono troppo stupido per avere paura.

La comunità drag ti ha accettato subito?
Ho ricevuto tantissimo amore dalle persone nella scena drag, così come dalla comunità trans e gay. Ma anche da combattenti grandi e grossi. Forse anche loro nascondono un lato che vorrebbero poter esprimere più spesso.

Vedi delle similitudini tra il mondo delle arti marziali professionali e la scena drag?
Le arti marziali mostrano la bellezza degli esseri umani che superano grandi prove. Nella scena drag, per me il punto è superare la mascolinità tossica e le sue conseguenze. Le persone trans di colore in particolare sono tra le più oppresse di tutte. E hanno i tassi di suicidio più alti. Dovrebbero essere sostenute, anziché marginalizzate.

Photo of Garijo as Lola on the couch at home.

Lola smokes a cigarette. Photo: Amy Ramirez

Da dove viene la tua fame per le situazioni estreme?
Da bambino ero convinto che il mondo stesse per finire. Quando avevo circa sei anni e vivevamo ancora in Messico, un giorno un missionario ha suonato alla nostra porta. Non ho risposto, ma dall’altra parte della porta chiusa mi ha detto che stavamo “vivendo la fine dei tempi.” Mi è rimasto impresso. Se al notiziario parlavano di qualche disastro naturale, per me era la prova che il mondo stava per finire. Forse è per questo che sono una persona così impulsiva.

Dunque per te non è una decisione conscia quella di andare in cerca di emozioni forti?
Molto di ciò che faccio ha a che fare con il bullismo che ho subito da bambino. Mi ha fatto sentire piccolo, solo. Ho sempre provato vergogna per tutto. Forse è per quello che ho creato una personalità che non conosce vergogna. Sono stato così umiliato da bambino che ho giurato a me stesso che non sarebbe successo mai più. Ecco perché ho fatto sempre un passo avanti nel combattimento quando gli altri facevano un passo indietro. Ma porto con me i traumi della mia infanzia, sempre. Ci faccio i conti tutti i giorni.

Sembra però che tu abbia trovato uno sfogo per i tuoi problemi, no?
Sì, l’arte e il combattimento. Se ho una brutta giornata, vado ad allenarmi e a fare un po’ di sparring. Non perché voglio colpire qualcuno, ma perché voglio prendere un paio di pugni io. Poi mi sento sempre meglio. Quando combatti, tutti gli altri problemi perdono di significato; conta solo arrivare alla fine dell’incontro.