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Sette persone parlano dei coinquilini peggiori della loro vita

Che tu scelga di vivere con il tuo migliore amico dai tempi dell'infanzia o con una persona pescata a caso, si tratta di una scommessa.

Vivere da soli è un lusso che sempre meno persone possono permettersi prima dei 30 anni. Secondo quanto pubblicato lo scorso anno dal Pew Research Center, l'aumento del prezzo della vita e la stagnazione dei salari fanno sì che negli Stati Uniti i millennial che dividono la casa con coinquilini siano sempre di più [e questa sembra essere una tendenza che riguarda anche l'Italia]. Sempre più giovani tornano a casa dei genitori, si arrangiano come possono in spazi di co-working, o fingono che una botola nell'appartamento di qualcun altro sia una sistemazione dignitosa.

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Per tutti gli altri, ci sono i coinquilini. Che tu scelga di vivere con il tuo migliore amico dai tempi dell'infanzia o con una persona pescata a caso, si tratta sempre di una scommessa: per l'intera durata del contratto, la tua vita potrebbe essere un inferno.

Abbiamo chiesto a sei ragazzi di parlarci dei loro coinquilini peggiori. Questi racconti horror di spazi condivisi vanno ben oltre al far finta di dormire mentre qualcun altro si sta masturbando nella stessa stanza. E se pensi di essere stato il peggior coinquilino di qualcuno, è probabile che quel qualcuno per vendicarsi abbia pisciato nel tuo shampoo.

SI È MASTURBATO NEL MIO LETTO. UN SACCO DI VOLTE.

Vivevo a Boston e condividevo l'appartamento con un altro ragazzo. Un giorno rientrato a casa mi sono diretto in camera mia, e non appena ho sfiorato la maniglia, la porta si è spalancata. In piedi, di fronte a me, c'era il mio coinquilino, nudo se non per un paio di pantaloncini striminziti e madido di sudore.

Palesemente in ansia, mi ha subito detto che gli si era rotto il computer e che aveva usato il mio perché doveva assolutamente controllare le mail. "Nessun problema," gli ho detto mentre tornava nella sua stanza.

A notte inoltrata, quando mi sono accorto che Safari—che non uso mai—era aperto, sono andato a sbirciare nella cronologia. C'erano un sacco di video di CreamPie.com, o qualcosa di simile. Comportandomi come la Veronica Mars quale sono, ho trovato un'app per trasformare la webcam in una telecamera di sicurezza. Appena rilevato un movimento, la webcam avrebbe cominciato a scattare foto di chi si trovava davanti al computer.

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La sera dopo sono uscito con un amico e non sono rientrato fino al mattino seguente. Una volta a casa, ho controllato nella cartella e… BAM. Era piena zeppa di immagini del mio coinquilino che si sparava una sega dopo l'altra. Di fronte al mio computer. Sul mio letto.

Ero troppo confuso per capire come reagire, così non ho detto nulla fino al mese successivo, quando abbiamo litigato per una cosa stupida. Il diverbio si è protratto in argomentazioni folli, e alla fine ho sbraitato, "ALMENO IO NON MI SONO MASTURBATO DAVANTI AL TUO COMPUTER, SUL TUO LETTO!"

Lui si è impietrito e mi ha detto che ero pazzo "a essermi inventato" una cosa del genere, quindi gli risposto, "Senti, ho delle foto che lo confermano." Non ho mai visto una persona ammutolirsi così velocemente. — Stephen, 29 anni

HA DATO FUOCO ALLA CASA

Vivevo a New York, in una casa con quattro camere da letto tutte occupate da discreti festaioli. Una di questi era lei, la classica fattona con la canna fissa in bocca. Una sera ha lasciato una candela accesa su una sedia nella sua stanza ed è uscita. Qualche ora dopo, ho ricevuto una chiamata dal nostro vicino che mi comunicava la presenza di diversi camion dei pompieri sotto casa. Mi sono precipitato lì, e ho scoperto che stava andando a fuoco.

Alla fine, l'unica cosa carbonizzata è stata la sua camera, ma la mia roba e l'intero appartamento sono stati distrutti dai getti d'acqua sparati dai vigili del fuoco per domare l'incendio.

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La mia coinquilina non ha mai confessato. È stato un vigile del fuoco a raccontarmi come era andata. — Carol, 30 anni

NON MI HANNO MAI DIFESA

Ho fatto l'università a Roatán, in Honduras, e c'era un ragazzo del nostro gruppo che mi tartassava in continuazione. Una volta avevo un vestito bianco e lui mi ha spinto volontariamente in piscina. Nulla era rimasto all'immaginazione, e mi sono sentita totalmente umiliata. Era un giocatore di baseball, faceva il bullo con gli altri studenti, e quando avevo provato ad affrontarlo aveva minacciato di vendicarsi. Mi sono rivolta ai professori perché facessero qualcosa, ma in sostanza mi sono sentita dare della spiona. Ero infuriata.

Le mie coinquiline—una delle quali aveva una cotta per quel pezzo di merda—insistevano sul fatto che fossi io a provocarlo, anche se ci avevo parlato a malapena. Dicevano che si comportava così perché io lo ignoravo. Ne hanno fatto un caso a una cena davanti a tutti i compagni di corso, in modo tale che tutto venisse riferito ai professori. Ho abbandonato la cena e sono tornata al nostro bungalow, dove ho pisciato nei loro shampoo per esacerbare un'esperienza umiliante che mi aveva letteralmente mandata ai matti. —Christy, 28

HA CAGATO IN OGNI ANGOLO DI CASA

Durante il mio primo anno di università mi sono ritrovata a condividere la stanza con una ragazza che non conoscevo. Non eravamo amiche per la pelle, ma era simpatica, e durante i primi mesi di convivenza la situazione era civile.

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Un giovedì sera ci siamo preparate insieme per uscire e poi ognuna è andata per i fatti suoi. Quando sono rientrata la porta era aperta, tutte le luci erano accese, la TV sparava musica ad alto volume, e la mia coinquilina stazionava a faccia in giù sul letto, con addosso solo una maglietta e chiazze di vomito sul cuscino. Era nuda dalla vita in giù, e sulle gambe, fino ai piedi, le colavano quelle che potevano essere solo feci umane. Ce n'erano ancora di più sul tappeto e nel cestino. Ho chiuso lentamente la porta e ho pensato, Non sono pronta per affrontare tutto questo.

Ho avvisato il custode, che ha chiamato un'ambulanza. La mia coinquilina ha passato la notte in ospedale. Io invece ho trascorso quello che restava della nottata a pulire camera, aiutata da due amiche molto impavide. Verso le quattro del mattino, mentre stavamo ancora lottando con la puzza, un uomo con una tuta isolante ha fatto irruzione nella mia stanza con prodotti e disinfettanti di produzione industriale e mi ha detto di lasciargli le chiavi. Ho dormito per terra a casa di un'amica, mi sono svegliata per dare un esame il giorno dopo, e quando sono tornata era tutto come nuovo. Per scusarsi, la mia compagna di stanza mi ha lasciato un sacchetto di M&Ms sul letto con accanto un biglietto, "Grazie, sei una compagna di stanza stupenda!" Ma il cioccolato non mi faceva molta gola, dopo quello che era successo. — Lauren, 24 anni

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ASCOLTAVA BON JOVI OGNI CAZZO DI MATTINA

Il mio compagno di stanza si svegliava ogni giorno—anche la domenica—alle cinque del mattino per studiare, anche a più di un mese di distanza dall'esame. Lo studio era accompagnato da Van Halen e Bon Jovi. — Paul, 29 anni

MI RUBAVA I VESTITI, E FACEVA SESSO NEL MIO LETTO

Durante l'università ho preso casa con i miei cinque migliori amici. Abbiamo iniziato subito a comportarci come dei 19enni a piede libero quali eravamo—facendo buchi nei muri a suon di pugni, disegnando con un pennarello nero un murale di LeBron James a cavallo di un elefante nel nostro salotto, e altre cose del genere.

Una volta sono passato da casa intorno alle nove del mattino per prendere un libro che avevo lasciato in camera, ma quando ho aperto la porta l'ho trovata completamente sotto sopra. Sul tappeto c'era un cartone della pizza mezzo pieno rovesciato, mentre il mio coinquilino e la sua ragazza erano completamente nudi sul mio letto. La sua camera era in fondo al corridoio. Dopo quell'evento, ho iniziato a chiudere la porta a chiave. —Chris, 24 anni

USAVA LA MIA PADELLA PER CUCINARSI LA KETAMINA

Il mio coinquilino usava la mia padella per farsi le sue dosi di ketamina. C'era solo una padella in casa, e ogni volta che volevo usarla, o era nella sua camera oppure in cucina colma di droga. Alla fine, un altro mio coinquilino ha comprato un'altra padella e l'altra è diventata la sua padella da droga. — Mario, 27 anni

Alcuni nomi sono stati cambiati per evitare ripercussioni.

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