Identità

Cosa ho capito delle relazioni quando il mio migliore amico ha smesso di parlarmi

Tra messaggi ignorati e appuntamenti annullati, ho iniziato a sentirmi come un ex-fidanzato che stava perdendo la testa. Che cosa era successo?
Ryan Bassil
London, GB
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT
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Meno di cinque anni fa, uno dei miei migliori amici mi ha lasciato.

Non è successo nulla di particolarmente drammatico. È stato un declino lento e graduale, proprio come una storia d’amore che ha passato da un po’ la data di scadenza. Riguardando i messaggi, si potrebbe dire che sono stato ghostato. Per ogni “ti ho pensato ultimamente, bro” e “immagino tu non abbia avuto tempo di rispondere, spero sia tutto ok” arrivavano risposte brevi e secche, mesi di silenzio, gelo.

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Dan e io ci conoscevamo da anni. Eravamo stati in vacanza assieme e avevamo fatto esperienze che ci avevano davvero segnati, quel tipo di cose che ancora oggi non racconto a nessuno. Conoscevo i suoi genitori e lui i miei. Insomma, potevamo contare l’uno sull’altro.

La questione della famiglia era importante. Quando ero giovane, i miei erano separati, non avevamo soldi e cambiavamo casa in continuazione. Di conseguenza, quella di Dan era una presenza solida in una vita completamene caotica. La nostra amicizia non era come quella degli altri amici maschi, basata su Call of Duty e sul farsi due risate. La nostra connessione era più profonda.

Durante l’università, ho avuto una rottura molto dolorosa con una ragazza e Dan mi ha aiutato a rimettermi in piedi. Mi trascinava fuori dall’antro buio di camera mia e restavamo a parlare tutta la notte. C’erano altri amici in casa con noi, ma lui era speciale. Ogni giorno ci prendevamo un po’ di tempo per fumare erba e ascoltare musica, poi le nostre conversazioni finivano per addentrarsi in terreni più seri: i sentimenti, la vita, tutta quella roba importante di cui si dice sempre che gli uomini non parlino, ma noi ne parlavamo, eccome.

Quando Dan e io ci siamo ‘separati’, l’esperienza non è stata tanto diversa dall’interrompere una relazione. C’era quel vuoto nello stomaco di quando ti rendi conto che una persona che amavi così tanto non fa più parte della tua vita. C’erano anche quelle fitte emotive acute e soffici allo stesso tempo, che crescono fino a diventare una tristezza vuota, invadente, che impregna ogni giorno come l’umidità i muri di una vecchia casa. Perché è successo questo?

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La nostra rottura non è stata neanche improvvisa. È stata una separazione lenta e prolungata. Con ogni messaggio lasciato senza risposta e ogni incontro annullato, ho cominciato a sentirmi come un ex che stava perdendo la testa. Che cosa non aveva funzionato? Tuttora, non sono sicuro di averlo capito, e questo mi riempie di una tristezza molto profonda e unica. Perdere una persona amata ti svuota davvero l’anima, la priva di linfa.

Parliamo spesso dell’impatto psicologico che ha il ghosting, di come provochi sentimenti di ostracismo e rifiuto. Così mi chiedo che effetto avrà l’esperienza con Dan sulla mia psicologia mano a mano che invecchio. È ben documentato quanto sia difficile per le persone tra i 25 e i 30 anni farsi degli amici, specialmente nel caso degli uomini—perché siamo troppo riservati sulle cose sbagliate.

Non ho sempre sofferto di ansia sociale. Ci sono eventi specifici che mi hanno portato al punto in cui mi trovo: un po’ di traumi nella tarda adolescenza, alcuni errori commessi prima dei 25. E l’amicizia con Dan, credo, è stata un ostacolo nel creare rapporti con nuove persone. Come una relazione fallita, anche un’amicizia fallita ha la tendenza a restare con te e condizionare quelle future.

E poi mi rendo conto che questo modo di pensare è una cazzata. O almeno lo è in parte. Quella con Dan è stata soltanto una di tante interazioni con una di tante persone nel corso della mia vita. Essere ignorato da una persona a cui ho voluto così bene, che mi ha aiutato e che io ho aiutato così tanto, fa schifo. Fa schifo sul serio.

Ma sai cosa farebbe ancora più schifo? Lasciare che una domanda di cui non saprò mai la risposta influenzasse la mia intera esistenza. Magari anche tu ne hai una che non ti lascia in pace, qualcuno che visualizza i tuoi messaggi e non risponde. Se è così, ti auguro sinceramente di lasciartelo alle spalle.

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La versione originale di questo articolo è stato pubblicato da VICE UK nella serie 'The DM That Changed My Life'.