Max Pezzali Coma Cose intervista concerto
Max Pezzali insieme ai Coma Cose. Foto: Marco Marmiroli
Musica

Sono stata al concerto di Max Pezzali con i Coma Cose

Potevamo esimerci dal fare incontrare l’idolo di tutti i millennial italiani con chi parla al cuore un po’ invecchiato di quella generazione?

È tornato Concertini, il format più amato da chi ha per TikTok lo stesso terrore che negli anni Novanta avevamo al pensiero di cannare il tragitto per una festa e “tornare con le pive nel sacco/persi in queste strade che sembrano sentieri.” Questa volta siamo ancora in compagnia dei Cristiano Ronaldo di Concertini, e cioè i Coma Cose, con i quali siamo andati al primo dei tre live sold out di Max Pezzali al Mediolanum Forum, popolato, per l’occasione, dalla fauna più eterogenea che abbia mai visto.

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Ci sono almeno quattro generazioni a godersi questo live fatto di 25 hit tenute su solo da lui, il Max nazionale. Accompagnato da una band bella cazzuta e da due incursioni di Albertino e Molella, abbracciato da visual tamarri (ma che nelle sue mani non precipitano mai nel cringe) e soprattutto armato di canzoni che sono veri e propri cortometraggi, Max ci ha tenuti tutti e 10mila incollati lì, a ballare e a commuoverci inaspettatamente e violentemente.

Max Pezzali al Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Francesco Prandoni.

Max Pezzali al Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Francesco Prandoni.

Su “Gli Anni”, ed in particolare su quel “tranquillo, siam qui noi”, confesso che, sì, m’è partita la lacrima, e non so dire se sia successo anche a Fausto e California, perché mi sono nascosta in un angolino. Ma prima di tutto questo, c’è stato l’incontro tra guest e host, nel camerino ordinatissimo di Pezzali che credo si possa definire, senza sospetti di piaggeria, la persona più gentile del mondo.

Reciprocamente fan, forse per quella dote comune del sapere dipingere luoghi e traslarli in emozioni (“Poi ti ho portata sul Naviglio/Con in mano un bicchiere di sale/E l'ho buttato in acqua come a dirti/Vedi non ho niente però ti regalo il mare”, da “Deserto”) i Coma Cose si sono sentiti dire da Max che sono la cosa migliore successa alla musica italiana negli ultimi anni. In realtà gli ha detto un milione di altre cose, ad una manciata di minuti dall’inizio del concerto. Ma forse è più giusto che quella chiacchiera resti tra loro. Quello che, invece, posso e devo condividere sono le domande volanti che ho fatto a Fausto e Francesca, interrotte dall’attacco di “Sei un mito”, che ci ha fatto schizzare nel parterre con dei bei sorrisoni sulla faccia e la carezza della nostalgia sul coppino. 

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Coma Cose intervista

L'autrice fra i Coma Cose nel backstage del concerto di Max Pezzali. Foto: Marco Marmiroli.

Ma è vera questa cosa che la prima volta che vi siete incontrati è stato a un karaoke e avete cantato un pezzo degli 883?
California:
Certo! Il ragazzo che festeggiava il compleanno era mega fan di Max Pezzali, e noi ci siamo felicemente prestati ad un omaggio canoro. 

Su quale pezzo, che a posteriori segna il primo live dei Coma Cose, vi siete esibiti?
Fausto:
“Come mai”. Che è proprio da karaoke, la “balladona” perfetta. 

Infatti mi sa che ci perderemo la voce stasera. È la vostra prima volta ad un concerto di Max?
F:
Sì, ma non la prima volta che lo incontro. Quella, buffamente, è avvenuta proprio qui, nel 2015 o 2016. Ai tempi facevo parte dell’etichetta di Dargen D’Amico che mi chiese di partecipare a questa manifestazione gigante che si chiamava Hip Hop Tv Day, ed era una kermesse di tutti i rapper italiani del momento. Accettai, ma una volta lì mi sentii poco a mio agio. Poi però, poco prima che toccasse a me, che ero in piena sbatta da “cosa faccio, cosa non faccio”, ecco che dietro le quinte becco Max Pezzali, che in quel periodo bazzicava il mondo del rap, e aveva fatto cose con Jake La Furia, J-Ax eccetera. Dovevo avere la faccia del terrore, perché appena m’ha visto ha provato a caricarmi, dicendo “stai tranquillo, vedrai che è una passeggiata, anche io all’inizio stavo così”. S’è posto da fratello maggiore, senza sapere chi io fossi. Fa strano, nove anni dopo, esserci ri-conosciuti nello stesso posto, ma in modo molto diverso.

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Max Pezzali al Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Francesco Prandoni.

Max Pezzali al Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Francesco Prandoni.

E voi lo sognate un concerto al Mediolanum Forum?
C:
Tutti lo vorrebbero, chi dice di no mente.
F: Bisogna avere tanto pubblico. Ad oggi abbiamo fatto concerti da massimo tremila persone, quindi Fabrique ed Alcatraz, dovendo per forza lasciare fuori qualcuno. Però qui ce ne stanno diecimila, ecco. 

Come vi spiegate questi tre sold out di Pezzali solo a Milano, dopo un’estate a suonare negli stadi?
C:
Per me come per tanti, la sua musica è quella che ascoltavamo con il fratello o la sorella maggiore. Fa parte dei ricordi e delle emozioni che ti riportano a casa. Sa di famiglia. E poi, dai, gli anni Novanta se li è presi lui, sono suoi, e sappiamo che questo è un momento nostalgico di quel decennio.

F: Suoi e all’inizio anche di Repetto, perché è giusto ricordare quella fase mitologica, pure se durata poco, che ha raccontato la storia del riscatto di due amici sfigati della provincia. Riguardo al successo dei suoi tour, credo che di base ci sia una spiegazione semplice e cioè che fanno felici le persone. Quando quest’estate sono incappato nelle stories di chi era, per dire, a San Siro, la roba che veniva fuori era una presa bene generale molto spontanea. Erano proprio un’esplosione di gioia come mi capita di rado di vedere.

C: Perché comunque rivivi un pezzo di infanzia e di adolescenza. Attraverso una forma canzone che ritorna ad una semplicità che oggi s’è persa. 

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Max Pezzali al Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Francesco Prandoni.

Max Pezzali al Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Francesco Prandoni.

Chi potrebbe essere tra vent’anni il nuovo Max Pezzali?
F:
Deve ancora nascere. Lui ha una poetica unica, è una persona che ti dice “guarda che in fin de conti vivere in provincia con i tuoi amici di sempre, frequentando gli stessi posti, va bene”. Max ti dà un senso di appartenenza pacificato, risolto, con luoghi “uncool”. Ti fa vedere le cose da un’altra prospettiva, come il tempo che passa ma che è servito a costruire qualcosa che ha valore. Sai, oggi è tutto volto al guardare fuori, in un’era dove le distanze si sono ridotte e tu standotene su un divano puoi vedere il mondo, e quindi anche la musica di oggi va lì, sperimenta e mischia i generi. Max invece ci riporta a casa e non vedo qualcuno o qualcuna che ha quel tipo di scrittura.

C: Anche il suo immaginario è unico, con un tocco amaro onnipresente. La narrazione della provincia, del rimanere lì, nella nebbia, e sono cazzi tuoi, non c’è più nella musica. Perché la grande ossessione generale è il riscatto dalle origini. Bisogna salvarsi, avere sogni di gloria e grandi ambizioni. E invece io mi riconosco molto nella spinta contraria, quella che ti fa, ad un certo punto, allontanare dalla metropoli per tornare in provincia. 

Tra le mille cose che vi ha detto, quale vi ha fatto più piacere?
F:
Nel suo essere maestro delle immagini, ha detto che se fossimo in viaggio in autostrada e lui si fermasse in un autogrill per chiamarci e chiederci dove siamo, noi saremmo già a quello dopo. 

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Max Pezzali al Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Francesco Prandoni.

Max Pezzali al Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Francesco Prandoni.

Ve l’aspettavate questo Max fan dei Coma Cose?
C:
Me lo aspettavo grande conoscitore e curioso della musica, però no, non credevo fosse così fan. 

F: Fa piacere perché il suo immaginario è entrato dentro di me da ragazzino. Come lui descrive i bar, il tavolo della birreria, il lampione fuori dal locale, il distributore di benzina…Anche noi abbiamo fatto più o meno la stessa cosa all’inizio, utilizzano cose molto fisiche come transfer per raccontare le emozioni, i pensieri nati dopo una serata, una giornata qualunque.


Il giorno dopo, ho chiesto ai Coma Cose quali sono i loro versi preferiti tra tutta la discografia degli 883 prima, e del Max solista poi. Mi hanno risposto con queste lyric di “Weekend”: “E sta per finire un altro weekend/Se ne va coi gol in tele, il weekend/Così poi aspetteremo il weekend/Convinti che sarà il più bello dei weekend”. La provincia che ti pervade, che ti mette del sano disagio addosso, ma che poi, negli anni, si fa rimpiangere e volere bene. 

Max Pezzali e Coma Cose nel backstage del Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Marco Marmiroli

L'autrice, Max Pezzali e Coma Cose nel backstage del Mediolanum Forum il 28 novembre 2022. Foto: Marco Marmiroli