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Musica

Cosa ne pensano i 2000 di Sanremo?

"Sai chi è Claudio Baglioni?"

Quando avevo diciotto anni, e qualche mese in più o in meno, Sanremo me lo immaginavo come un carrozzone di musica statica e ammuffita, fatto da vecchi fuori per chi era vecchio dentro. Ero un rockettaro di quelli pesi, l’odio per Sanremo era una questione politica. Vorrei anche farvi notare che quando avevo diciotto anni a Sanremo ci andava gente come DJ Francesco, Paolo Meneguzzi e Gigi D’Alessio. Mi capirete.

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Poi è arrivata la relativa maturità, e di Sanremo me ne sono semplicemente sciacquato i vestiti, per non dire altro. Motivo per il quale, quando dalla redazione mi hanno chiesto di fare una piccola inchiesta sull’evento, sono rimasto sconcertato; non mi ero nemmeno accorto che si stesse avvicinando la settimana del Festival.

Vabbè, sarà l’età, ma quando ho letto i nomi di questo Sanremo non mi sono preso così male, anzi, vedere Decibel e Lo Stato Sociale nella stessa lista significa pur sempre qualcosa. Per quelli come me… Per quelli come noi? Alzi la mano chi ha vissuto a Bologna qualche anno fa.

Ho frequentato una miriade di feste nei primi anni della Garrincha, sarà stato il 2010/2011. I tempi de L’Orso e dell’Officina della Camomilla, quell’ondata indie là. Non sto facendo un discorso qualitativo, non sono un fan de Lo Stato Sociale, ma sapere che un gruppo di regaz sia finito lassù, dopo una veloce gavetta fatta tra serate nei centri sociali e nei localetti, che almeno uno di quei gruppetti da universitari, tra quella miriade di piccoli “eroi” sudati e perennemente sbronzi sia finito lì sul quel palco, assieme alle varie istituzioni musicali italiane, ecco, qualcosa significa. Non so bene perché, ma mi fa strano, ve lo giuro.

Tuttavia una cosa è certa, Sanremo fatica a voler aprire il dizionario sulla parola “rivoluzione”. Di più, fa di tutto per negarsi pure il termine “rinnovamento”. È una cosa che pensavamo dieci anni fa, forse pensava qualcuno già vent’anni fa, e allora ci siamo chiesti: “Chissà che ne pensano i diciottenni del 2018, magari l’aria è cambiata”.

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Io e la mia amica fotografa ci sorbiamo la pioggia e il freddo di Bologna. L’unica cosa che possiamo fare, per trovare dei ragazzetti prima che questi scappino come una massa di coniglietti sui bus verso casa, è braccarli fuori da un liceo.

Queste interviste quindi non si possono considerare un metro scientifico di chissà che target italico, ma mi piace pensare che, almeno in parte, possano rappresentare la coscienza di una fetta della nuova generazione di teenager italiani.

Quello che abbiamo scoperto è che i loro pensieri su Sanremo non sono così diversi da quelli che avrebbe espresso il sottoscritto più di dieci anni fa.

C’è una discrepanza tra la bolla sociale dei trentenni di media cultura o buona parte dei ventenni che si sono presi bene con la cultura pop/trash e i teenager che abbiamo intervistato. Ormai, noi Sanremo lo guardiamo come evento folkloristico o per il lol o addirittura per farci dei meme. Abbiamo fatto pace con Sanremo, gli doniamo share in cambio di qualche sincera, democristiana risata.

Dubito che gli adolescenti che abbiamo fermato per strada, nei loro pensieri schietti e sinceri, seppure dalle tinte un po’ superficiali (ma sono giovani, appunto), abbiano letto Fukuyama e il suo La fine della storia: ma quando parlano di Sanremo lo fanno come di un’istituzione (sociale, economica e culturale) che, pur di rinnegare il futuro, si è messa in eterna pausa, istituzione che ha i lineamenti di una grigia folla in giacca e cravatta, di scroscianti applausi, luci, orchestra e tutto quel che serve per tenere su un’immobile felicità televisiva.

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Elisa, 15 anni

Elisa.

Devo scrivere un articolo su cosa ne pensano i giovani d’oggi di Sanremo…
Ah, ok. [ride]

Dimmi chiaramente se non è un argomento che ti prende bene. O se addirittura non conosci Sanremo.
Sì, lo conosco. Però Sanremo, come altri talent, non è fatto per far emergere i veri talenti, quelli che richiedono una spinta. Non supporta la scena musicale, ma è una cosa soprattutto economica. Dove il valore dei soldi conta più di quello artistico.

E tra i partecipanti di quest’anno c’è qualcuno che ti piace?
Lo Stato Sociale.

E ti fa piacere siano finiti lì sul palco di Sanremo?
Se deve essere un trampolino di lancio per nuove ispirazioni e nuove canzoni, che sono sempre ben accette, sì. Però boh, ho anche paura che questo li porti su di un percorso puramente commerciale.

Ma prima hai detto talent, tu li segui i vari talent?
No. Per scelta.

E quindi Sanremo lo guarderai si o no?
Più o meno.

Sai chi è Claudio Baglioni?
No. [pronuncia la risposta con tono interrogativo, come dire: "dovrei?" N.d.A.]

Alice, 17 anni

Alice.

Allora, cosa ne pensate voi giovani di Sanremo?
Ahia. [ride] No, ma poi non l’ho mai visto eh!

Non l’hai mai visto ma sai di cosa si tratta vero?
Sì, sì, ovvio.

Conosci qualcuno dei partecipanti di quest’anno?
Lo Stato Sociale e Annalisa.

E quindi guarderai la loro prestazione?
No, penso proprio di no. Non ho mai provato interesse. Come non ho mai provato interesse per X Factor, so che non sono la stessa cosa, ma…

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Poi ci sono anche i The Kolors…
No, non mi piacciono. Finire a Sanremo per me è una cosa un po' brutta.

Tipo degradante?
Sì. Poi boh, io sono una che ascolta molta musica rock, vecchia, tipo anni Ottanta. Poi ascolto anche indie, ecco.

Ah! Quindi se ci finisse Calcutta a Sanremo saresti felice?
Sì, a quel punto lo guarderei.

Riccardo e Nicolò, 18 anni

Riccardo e Nicolò.

Due parole su Sanremo. Vi piace o vi fa schifo?
Boh, secondo me è inutile ora come ora. Ci stava quando portava la musica pop, intesa come musica popolare, una musica che poteva rispecchiare i reali ascolti delle persone. Ora Sanremo è un’istituzione, quindi va fatta in un modo molto canonico.

C’è qualcuno che vi piace quest’anno? Nina Zilli tipo…
Enzo Avitabile. Ha fatto un pezzo con uno che seguo. E poi Elio e le Storie Tese. Aspetta, fatti fare una domanda, quanti anni hai?

Ne ho 30 ormai…
Ecco, magari quando tu avevi la nostra età, per ricollegarci al discorso di prima…

Aspetta, quando io avevo la tua età Sanremo era una merda. Forse più di oggi. Ma sentite, c’è qualcosa che portereste a Sanremo?
Non lo so, probabilmente mi baserei sul conteggio dei dischi d’oro dello streaming. Se li utilizzassimo come metro allora dovremmo portare il rap a Sanremo. Il rap che non sia il solito Clementino, ma roba nuova, artisti che rispecchiano i gusti dei giovani d’oggi.

Tipo Achille Lauro, Sfera Ebbasta?
Sfera Ebbasta e Ghali sarebbe l’apoteosi. Capisci che se vai in giro e chiedi di Sfera Ebbasta lo conoscono tutti, ma, che ne so, se proponi Enzo Avitabile a dei ragazzi probabilmente quasi nessuno ti dice che lo conosce.

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Matteo, 17 anni

Cosa ne pensi di Sanremo?
Non lo conosco bene. Direi più che altro di averlo guardato con i parenti quando ero bambino, ma…

Stasera c’è la prima serata.
Non penso proprio che la guarderò.

Ci sono i Decibel…
Non conosco.

Enrico Ruggeri? Quelli che hanno fatto "Contessa"? E poi ci sta Lo Stato Sociale, Max Gazzè…
Loro li conosco. Conosco Nina Zilla, Noemi, qualche canzone…

Sanremo non lo guardi, ma se tu fossi il direttore artistico chi chiameresti?
Chiamerei SZA.

Ester, Elsa, Valentina, Caterina, tra 16 e 17 anni

Ragazze, non odiatemi, ma per evitare di fare confusione su chi ha detto cosa vi faccio parlare come un’unica entità adolescenziale.

Opinione veloce su Sanremo. Lo guarderete?
[all'unisono] No. È una roba che guardavo da piccola.

Insomma, è un po’ come l’Albero Azzurro per te, Sanremo, un programma dell’infanzia.
[ridono] No, è che non c’è più interesse nel guardarlo. Boh.

Non vi piace la musica?
Già. Troppo commerciale, non è un programma mirato alla bellezza musicale in sé, ma alle views che riesce a tirare fuori. Sanremo va a toccare una certa cultura italiana e un certo background nel quale non ci ritroviamo.

Roba per vecchi?
No, semplicemente musica che non ci piace.

La scuola del belcanto, del cantautorato istituzionale, quello che non spaventa.
Esatto.

E qualcuno della lista dei partecipanti vi piace? Enzo Avitabile, Elio… [silenzio, N.d.A.] Lo Stato Sociale?
Loro sì! Le prime canzoni erano belle.

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Ai tempi di Turisti della Democrazia?
Mmmh, non ci ricordiamo il nome.

Ci sono i The Kolors…
Non li conosciamo neanche.

Vabbè, diventate direttrici artistiche di Sanremo, chi chiamate? Se volete potete scegliere anche l’artista straniero. Tipo quest’anno c’è Sting…
Figo lui, ci sta.

…Shaggy…
Chi, quello di Scooby Doo? [ridono] Comunque porteremmo gente nuova. Carl Brave ad esempio. [tutte approvano]

E Gazzelle?
Ascoltiamo poco. Carl Brave.

E straniero?
I vecchi membri dei Pink Floyd.

Quindi Roger Waters, David Gilmour e Nick Mason. Gli altri dovremmo recuperarli dalla tomba.
Esatto.

Francesca, 18 anni

Francesca.

Spara qualcosa su Sanremo.
Sanremo era bello fino agli anni Ottanta, poi basta.

Guarda, questa è la lista dei partecipanti, che ne pensi.
Ah, Lo Stato Sociale vuole rovinarsi una volta per tutte. Le prime canzoni mi piacevano, sono simpatici. Poi ci sono i The Kolors, quelli non li reggo proprio.

Comunque se ti piace la musica degli anni Ottanta, ecco, ci sono i Decibel.
Si, ma non ascolto la musica italiana, ecco.

Facciamo così, se tu potessi dirigere Sanremo, chi chiameresti? Quello che ti pare, un gruppo hardcore, hard rock…
Gli About Wayne. Che erano collegati con una serie che andava su YouTube qualche tempo fa, Freaks!. Il ragazzo strano nella web-serie è interpretato dal cantante della band.

Andrea, 16 anni

Andrea.

Che cos'è Sanremo per te?
Una cosa che ho sempre guardato fin da bambino. A volte mi piace, altre no. Dipende da chi partecipa. Ad esempio ho apprezzato molto il vincitore dell’anno scorso. "Occidentali’s Karma" è una bella canzone.

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Finalmente qualcuno che se ne interessa! Che cosa ti aspetti da questa edizione?
Di quest’anno conosco Ermal Meta, Annalisa, Elio.

E per chi tifi?
Noemi o Annalisa sono le mie preferite.

Isaac, 20 anni

Isaac con l'autore.

Sanremo. Conosci?
Sono nero, ma lo conosco.

Ma mica te l’ho chiesto per quello! Poi c’è anche Shaggy come ospite.
No, davvero? Ma allora devo vederlo! Io lo adoro. [Si mette a ballare canticchiando "Angel"]

Dai, allora guardalo anche per me, perché io non ho la TV in casa.
Ma sei serio? Dove cazzo vivi? In una caverna?

Vediamo un pò di nomi. C’è Max Gazzè…
Beh, ma lui è un figo! [Canta] “Solo il solito sesso…” E poi c’è Nina Zilli! Noemi! [guardando la lista] Chi cazzo è Rom?!

Ron, non Rom! Senti, ma chi chiameresti per cantare a Sanremo?
Chiamerei dei cantanti neri.

Va bene, basta che cantino in italiano.
Eh no, allora vediamo… Marco Carta.

Ma Marco Carta non è nero.
Allora i Soul System. Sono tutti neri, tranne uno. Un po’ come il gruppo di ballerini del quale faccio parte.

Diego è su Twitter: @Dieg8_6.

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