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Ketamina, videogiochi e delfini: la strana storia dietro Ecco the Dolphin

Ecco the Dolphin è stato uno dei videogiochi più di successo ai tempi del Sega Mega Drive. Quando ci giocavo non potevo immaginare si basasse sulle visioni dello scienziato John C Lilly, che studiava i delfini e sperimentava con la ketamina.

Ecco the Dolphin

Non mi ricordo come mi è capitata tra le mani una copia di Ecco the Dolphin—di solito prediligevo giochi a base di pugni e calci, e probabilmente al mio cervello infantile assetato di sangue un gioco su un delfino smarrito in cerca della sua famiglia sarà sembrato un affronto.

Alla fine però è diventato uno dei miei preferiti, in cui cercare una piacevole alternativa alla gratificazione istantanea che provavo riempendo di botte bande di motociclisti e punk in Street of Rage 2. Il protagonista di Ecco the Dolphin è appunto un delfino di nome Ecco, che si ritrova solo dopo che il suo gruppo è stato investito da una misteriosa tromba d'aria. Andando avanti nel gioco si intuisce che la sua famiglia è stata rapita dal Vortex, un'organizzazione aliena che periodicamente scende sulla terra per depredarla delle sue risorse naturali, inclusa la vita marina. Alla fine del suo viaggio Ecco arriva ad Atlantide, dove torna indietro nel tempo attraverso una complessa combinazione di wormhole spazio-temporali per affrontare Il Vortex nel suo territorio.

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All'inizio degli anni Novanta, Ecco è stato uno dei titoli di maggiore successo per il Mega Drive—e l'inizio di una fortunata serie che è andata avanti fino all'avvento del Dreamcast. Non mi è più capitato di pensarci fino all'anno scorso, quando stavo facendo delle ricerche su John C Lilly.

Lilly era uno scienziato americano piuttosto celebre e rispettato che si interessava di biologia marina e comunicazione interspecie. Nei primi anni Sessanta aveva ricevuto dei finanziamenti dalla NASA per studiare la possibilità di insegnare ai delfini a parlare. Secondo la NASA, riuscire a comunicare con i delfini ci avrebbe aiutati a capire come comunicare con le entità aliene, casomai queste fossero venute a farci visita.

Lilly aveva intrapreso la ricerca piuttosto alla lettera, sommergendo la sua casa nei Caraibi così che i delfini potessero vivere il più possibile a contatto con lui e la squadra—di cui faceva parte anche Margaret Howe Lovatt, che qui racconta i suoi incontri con uno degli animali. Alla fine nessuno è riuscito a convincere i delfini a parlare—anche se su YouTube c'è un video in cui un delfino sembra dire qualcosa di simile a "Hello Margaret"—e la ricerca è stata interrotta. Successivamente Lilly si è allontanato dalla scienza tradizionale fino ad arrivare a interessarsi al misticismo e alla sperimentazione chimica.

via

Intorno al 1971, Lilly era in cerca di una cura per l'emicrania cronica di cui soffriva e un amico gli aveva consigliato di provare la ketamina. All'epoca non era una droga molto conosciuta, e probabilmente veniva utilizzata a scopo ricreativo solo da un piccolo gruppo di psiconauti. Lilly ha dichiarato che una volta, sotto l'effetto di una piccola dose di ketamina, aveva sentito l'emicrania uscire fuori dal suo corpo. Da quel momento non ne aveva più sofferto. Incoraggiato da questo fatto si era affezionato sempre di più alla sostanza, arrivando a chiamarla "Vitamina K" e ad assumerla regolarmente in dosi sempre più elevate.

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Ma a quanto pare farsi semplicemente di ketamina non era abbastanza. Poco dopo, con l'aiuto del dottor Craig Enright, aveva iniziato a iniettarsela dentro una vasca di deprivazione sensoriale. Credevano che l'uso della vasca avrebbe ridotto significativamente le stimolazioni esterne, aumentando l'intensità dell'esperienza psichedelica. Nessuno dei due aveva chiaro che quello che stavano facendo era incredibilmente rischioso—assumere droghe calmanti e galleggiare sono due cose che andrebbero tenute separate—e in un'occasione Antonietta, la moglie di Lilly, è stata praticamente costretta a rianimare il marito quasi affogato. Più tardi, nel 1978, questi esperimenti hanno ispirato a Paddy Chayefsky il suo romanzo Stati di allucinazione, da cui Ken Russel ha in seguito tratto un film.

Il trailer di

Stati di allucinazione

Durante questi esperimenti, Lilly si era convinto che un'identità organica extraterrestre chiamata Earth Coincidence Control Office (ECCO) stesse tentando di mettersi in contatto con lui. Si trattava di un gruppo di alieni benevoli, onniscienti e in grado di esercitare il pieno controllo su tutte le attività umane. A volte, però, non si dimostravano poi così simpatici, e una volta Lilly si era convinto che fossero scappati con il suo pene.

"Quella sera mi sono preso 150 milligrammi di ketamina, e all'improvviso l'ECCO ha rimosso il mio pene e me l'ha porto. Ho lanciato un urlo. Mia moglie Toni è entrata in camera e ha detto, 'Ce l'hai ancora attaccato.'"

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Ci sono delle innegabili somiglianze tra il videogioco Ecco the Dolphin e i viaggi di Lilly sotto ketamina. È come se, nella trama del gioco, si mischiassero l'interesse di Lilly per i delfini e le eccentriche teorie filosofiche che questi formulava una volta tornato alla realtà dopo le sue esperienze con la droga.

Oltre a ECCO Lilly aveva incontrato un'altra forza aliena, la Solid State Intelligence. Al contrario delle entità di ECCO, quelle di SSI provenivano da un sistema solare meccanico e il loro obiettivo era devastare la terra e distruggere la specie umana. Si tratta di qualcosa di non molto dissimile dalle battaglie contro le grandi intelligenze artificiali malvagie, e non è una forzatura paragonare la SSI al Vortex di Ecco the Dolphin.

A mio giudizio, questo parallelismo è molto più fondato di altre teorie che chiamano in causa droghe e videogiochi—come quella sui funghi "allucinogeni" di Super Mario Bros o quella sulla pillole che Pac-Man si ingolla in quei labirinti pieni di fantasmi. Affermazioni del genere vengono sempre liquidate come mere speculazioni, chiacchiere senza senso tra amici dopo un paio di canne, cose che nessuna persona con un minimo di competenze in materia di videogiochi sosterebbe mai.

Ed Annunziata, il creatore di Ecco the Dolphin, ha parlato molto poco di Lilly. Però, facendo un po' di ricerca su internet, ho trovato un tweet, pubblicato poi su una pagina Facebook. È breve, ma molto esplicito: "No, non ho mai preso LSD, ma ho letto un sacco John C Lilly."

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