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Tornare a casa a piedi è la decisione migliore che potete prendere

Mentre camminate nella prima luce dell'alba vi renderete conto che la parte figa della notte è appena cominciata.

Guardate la foto qua sopra, da quella collinetta si può vedere tutta la città. Tutto il buio, i rumori e la frenesia notturna che vi circondavano fino a un paio d'ore fa sono spariti e "la notte" non è più niente se non un fischio fastidioso nelle vostre orecchie e l'odore di fumo che si attacca ai vestiti. In tasca avete un'accendino in più, o in meno, a seconda di quanto siete stati fortunati e il vostro viaggio di ritorno verso casa ha richiesto dieci volte più tempo del necessario. Mentre camminavate siete passati da questo parco e vi è sembrato più che sensato sedervi un po' sull'erba a guardare la città che si sveglia, molto lentamente. Questa scena si è svolta in un luogo specifico, ma non ha davvero nessuna importanza, perché sono sicuro che se vi siete goduti la vostra festa, la vostra serata, o qualsiasi cosa vi abbia tenuti svegli fino al mattino, allora vi sarete anche goduti la camminata verso casa. Forse è una parte della "notte" a cui non avevate mai pensato, ma con l'arrivo dell'estate le giornate si allungano, le notti si accorciano ed è davvero difficile riuscire a tornare a casa col buio, quindi il viaggio verso il letto può diventare un'esperienza esaltante proprio come la festa stessa. Niente corse al freddo verso la fermata dei taxi per fregare l'ultimo a qualche altro stronzo, infreddolito proprio come voi e niente attese interminabili alla fermata dell'autobus. Tutto ciò che vi serve sono le vostre gambe e uno dei rituali estivi più sottovalutati. La verità è che questa è la miglior possibilità che avrete mai di conoscere fino in fondo la città in cui vivete, o anche solo quella in cui avete passato la notte. Io ad esempio vivo a Londra e le occasioni di tornare a piedi non sono tantissime, o almeno: non sono tantissime le occasioni di tornare a piedi che richiedono meno di tre ore di cammino. Eppure sono innamorato di quel momento, quello in cui l'adrenalina notturna inizia a scendere, ma le prime luci dell'alba vi fanno credere che quello stato di quiete e solitudine possa durare per sempre… Potrei vivere in quel momento della notte per sempre. Per qualche secondo, a quell'ora, si può anche credere che il resto del mondo continuerà a dormire per mille anni che che la città sarà abitata soltante da te e da quegli amici abbastanza furbi da aver scelto di non chiamare un taxi. È stato dopo una mattina così che, dopo averci vissuto per un anno, sono finalmente riuscito a chiamare Londra casa.

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Quando vivevo nella mia città natale tornare a casa a piedi dopo una serata deludente era praticamente un riflesso condizionato. In quelle ore tra la chiusura dell'ultimo locale e i primi sbadigli del mondo reale, in cui le strade mi sembravano dei corridoi vuoti. C'erano tre miglia a separare il mio letto da quel locale, e in quelle tre miglia c'era un porto, c'erano le strade del centro, i cancelli della nostra vecchia scuola… Ci passavamo prendendo a calci tutto: lattine, cartelli stradali o sassi. Ancora oggi, quando mi capita di ritrovarmi a casa con abbastanza dei miei amici, ci ritroviamo a ripercorrere quella via, senza nemmeno il bisogno di dircelo. Credo che segretamente anche a loro piaccia la sensazione di ritrovarci alla nostra panchina a rollare le ultime (o le prime) sigarette della giornata, con qualche lattina rimediata chissà dove, mentre ci stiracchiamo le gambe e salutiamo un nuovo giorno sprecato. Mi sento un po' bugiardo a parlarne così, forse lo specchio attraverso cui si guarda il passato tende ad addolcire tutto quanto, ma ovviamente ci sono state anche le mattine in cui il ritorno a casa ha significato vomito nelle cassette della posta e svenimenti sui marciapiedi di fronte a case non nostre, ma nemmeno quegli episodi riescono a togliermi il fascino di questa pratica. Tutti gli imprevisti sono stati cullati dalle prime luci dell'alba. Parliamoci chiaro, nessuno vuole davvero camminare fino a casa. Di solito è una cosa che capita per cause di forza maggiore o semplicemente perché non si è stati abbastanza svegli da programmare il viaggio di ritorno, e ci si ritrova soli e spaesati dall'altra parte della città, e la camminata verso casa non è qualcosa da consigliare ai deboli di cuore. Molto spesso ci vuole più tempo di quello richiesto per completare una maratona e la maggior parte di quel tempo lo passerete ad aspettare che qualcuno dei vostri amici finisca di pisciare dietro una pompa di benzina. Chiunque non sia preparato ad affrontare una chiacchiera infinita mentre il proprio interlocutore ha il pisello in mano, farebbe meglio a optare per l'autobus o per l'ultimo treno disponibile.

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Se invece vi sentite pronti per affrontare un'esperienza simile—e di nuovo, siete consapevoli che ci vorrà una vita e mezza di tempo—vi prometto che la ricompensa sarà senza prezzo. Le amicizia, quelle che credete di forgiare all'interno dei club che frequentate, ogni tanto hanno bisogno di una boccata d'aria e del silenzio del mattino, che è molto diverso da quello di un after party a base di downer. A volte quello che serve per entrare davvero in contatto con qualcuno è non avere un tetto sopra la testa e la possibilità di dondolare sull'altalena di un parchetto che, tra qualche ora, tornerà di proprietà dei marmocchi per cui è stato costruito. Quindi quest'estate cancellata l'applicazione di Uber, di Enjoy e di tutti gli altri servizi per il trasporto di esseri umani che avete sul telefono, ignorante i mezzi pubblici e provate a trasformare i vostri viaggi verso casa in uno spazio sudaticcio e confortevole in cui conoscere meglio voi stessi, la vostra città e le persone che la vivono insieme a noi ogni sabato sera, sarete a casa prima di potervene accorgere. È nella prima luce dell'alba che vi renderete conto di come la vostra notte sia appena cominciata. Segui Noisey su Twitter e Facebook.