Israele continua a detenere l’uso esclusivo dell’87% dell’acqua, controllando inoltre ogni acquedotto della Cisgiordania.
La famiglia Khoury, comunque, si è allargata, e ora nel team conta anche il figlio di Nadim, Canaan, laureato ad Harvard con una triennale in ingegneria e con alle spalle un master di specializzazione in produzione della birra all’University of California. Dopo i suoi studi, Canaan è tornato a Taybeh occupandosi del lato più tecnico della fermentazione e della produzione della birra di famiglia.“Abbiamo tre stabilimenti qui nel terreno di Taybeh, e sono quelli a detenere la priorità sull’accesso all’acqua. Per il resto, però, non possiamo programmare prima le varie fasi di produzione perché non sappiamo mai quando l’acqua sarà effettivamente disponibile,” Canaan spiega a MUNCHIES.La scorsa estate le disparità si sono fatte particolarmente evidenti. I palestinesi di Taybeh vedevano scorrere l’acqua fra i rubinetti degli insediamenti israeliani illimitatamente, mentre fra quelli delle proprie case l’acqua si palesava al meglio una volta al mese. Il Taybeh Brewery era stato costretto a comprare taniche d’acqua per un prezzo che, secondo Canaan, eccedeva di sette volte quello che una qualsiasi azienda israeliana avrebbe pagato.“Limita la nostra espansione, limita l’export. Non possiamo produrre più litri di birra,” continua Canaan.Mentre il resto dei birrifici usa di solito 8-12 l di acqua per un l di birra, quello di Taybeh è riuscito a centellinare l’apporto d’acqua, necessitandone meno di 4 litri, riutilizzando l’acqua più e più volte durante la produzione.
Per prima cosa, la cosiddetta “libertà di movimento” è parecchio limitata e limitante nei territori occupati, ed è anzi uno dei mezzi attraverso cui Israele rinforza la propria presenza. Nella sola Cisgiordania, fra posti di blocco e collinette, ci sono più di 500 impedimenti fisici che restringono la libertà di movimento dei palestinesi. A questo bisogna anche aggiungere il fatto che solo pochi beni commerciali possono essere trasportati da una parte all’altra. E non solo . Sebbene il porto di Haifa sia distante solo due ore in macchina da Taybeh, la famiglia Khoury deve optare per il ben più lungo trasporto di tre giorni (minimo) via terra.“Siamo sotto occupazione, per passare da una parte all’altra abbiamo bisogno di permessi, dobbiamo poi passare attraverso i posti di blocco appositi e pagare tariffe extra per i controlli di sicurezza e deposito,” mi spiega Canaan. Il risultato è che far arrivare la birra al porto costa di più che trasportarla dal porto all’Italia.Il risultato è che far arrivare la birra al porto costa di più che trasportarla dal porto all’Italia.
Canaan mi spiega come siano stati costretti a produrre due etichette diverse, una per tutti i paesi con su indicato che si tratta di un prodotto palestinese, e una per gli Stati Uniti d’America con la dicitura “prodotto della Cisgiordania,” perché gli USA non riconoscono la Palestina come Paese.
Quest'articolo è originariamente apparso su Munchies US.