Salute

L’ipocondria è molto più della semplice paura di ammalarsi

Se hai pensato "oddio e se fosse COVID?" ogni volta che hai starnutito, sappi che non è ipocondria—provare ansia durante una pandemia è naturale.
ipocondria cosa significa davvero

Parliamo di paura, salute e del perché così tante persone tra noi hanno deciso che stare davanti a un computer googlando sintomi sia una cosa sensata da fare. Parliamo delle serate passate a tormentare gli amici con diagnosi pescate da internet. Parliamo di ipocondria.

Viviamo in un mondo in cui certe parole e concetti spuntano fuori quotidianamente, anche tra persone sprovviste di qualsivoglia conoscenza medica. Colleghiamo sintomi a malattie e cerchiamo di trovare una soluzione fai da te—passando anche un sacco di tempo a raccontarci aneddoti su corpi, salute e cosa c’è che non va in uno e nell’altra—senza però consultare una figura professionista.

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Se ti riconosci in queste parole, può darsi che ti abbiano detto che sei una persona ipocondriaca.

Ma che cos’è esattamente l’ipocondria? Quali sono i suoi sintomi e cosa possiamo farci? Abbiamo chiesto a Santiago Levín, presidente dell’AAP (l’Associazione degli psichiatri in Argentina) di chiarirci un po’ di dubbi.

VICE: Cosa significa esattamente ipocondria?
Santiago Levín:
Il linguaggio quotidiano può modificare il significato tecnico di un termine medico. Pensa al disturbo ossessivo-compulsivo, per esempio. Sentiamo spesso persone che dicono di avere una forma di OCD, quando in realtà hanno solo un paio di tic, o magari comportamenti ripetitivi.

L’ipocondria, in senso stretto, è la preoccupazione per la propria salute. Non riguarda la paura di prendersi o sviluppare una malattia seria. Né indica la preoccupazione che provi per la tua salute nel mezzo di una pandemia che sta cambiando il mondo. L’ansia per la salute in situazioni come quella che stiamo affrontando negli ultimi anni è normale, appropriata e prevista.

L’ipocondria vera e propria è molto meno comune rispetto alle ansie che ti ho appena descritto. È una vera malattia mentale che può manifestarsi in diverse forme e gradi. Può accompagnare una depressione, o un disturbo della personalità, o persino una psicosi. Ma può anche manifestarsi—nelle sue forme più leggere e occasionali—come parte di una risposta normale e prevedibile ai tempi che viviamo. Devo però sottolineare che non è mai una buona idea “patologizzare” la vita quotidiana, cioè trasformare esperienze normali e abituali in patologiche.

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Come fa una persona a sapere se è davvero ipocondriaca?
Probabilmente si trova in una situazione di sofferenza costante, con molta ansia e momenti depressivi e l’ipotesi di essere malata sembra inesorabile. Una persona davvero ipocondriaca consulta professionisti di continuo e non trova mai la risposta che cerca. Va sottolineato, comunque, che solo perché una persona soffre di ipocondria non significa che non possa ammalarsi davvero fisicamente. Le due cose non si escludono a vicenda.

È possibile curare l’ipocondria, o gestirla?
Sì. Le cure dipendono dalla diagnosi specifica—ovvero l’origine e la gravità dei sintomi. Se si manifesta, per esempio, nel contesto di una depressione, andiamo a trattare la depressione. La terapia include in genere un aspetto psicoterapeutico e spesso un elemento psicofarmacologico. In molti casi, i sintomi dell’ipocondria migliorano con le cure, ma in altri purtroppo sono molto, molto difficili da curare. Sono casi rari, ma rappresentano sfide non da poco.

È possibile che una sindrome ipocondriaca sia scatenata da un contesto sociale globale come quello in cui ci troviamo dal 2020?
Di certo una crisi sanitaria globale è devastante per chiunque. Non c’è parte del pianeta che sopravviverà alla pandemia di COVID senza pagarne il prezzo in termini di salute mentale.

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A dirla tutta, il Segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha chiesto alle nazioni di tutto il mondo di incrementare i fondi dedicati alla salute mentale, nel tentativo di prevenire una crisi globale con effetto valanga.

Detto questo, alcune persone hanno tratto benefici dalla pandemia, anche da una prospettiva di salute mentale. Per chi viveva con difficoltà la vita sociale, le varie restrizioni implementate dal 2020 sono state in un certo senso utili.

Ma parliamo di un gruppo di persone ristretto, mentre la maggior parte ha sofferto e continua a soffrire a causa del disastro sanitario che ha cambiato le nostre vite—individuali e collettive—in modo radicale, incluse anche persone che soffrono di problemi accompagnati da sintomi di ipocondria.

Hai qualche consiglio per le persone che hanno iniziato da poco a fare i conti con l’ipocondria?
Il mio consiglio è semplice: se ciò che ti sta capitando ti preoccupa molto, provoca un disagio reale, ti impedisce di dormire la notte e condiziona pesantemente la qualità della tua vita, è il momento di chiedere aiuto a una figura professionista. Parlarne con qualcuno è il passo più importante per affrontare il problema.