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Fuori dall’ambito strettamente politico, che include anche l’estremismo sia di destra che di sinistra, alcuni economisti anti-euro sono riusciti a imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica a forza di libri, post e ospitate televisive (quasi sempre a La Gabbia di Gianluigi Paragone). I più conosciuti sono sicuramente il già citato Borghi, Alberto Bagnai (professore di politica economica all’università “Gabriele d’Annunzio” di Pescara) e Antonio Maria Rinaldi (anche lui professore alla “Gabriele d’Annunzio”). Le loro teorie, oltre a rifornire di cartucce accademiche i caricatori dei vari populisti, girano alla follia su Internet e social network.E probabilmente è proprio Internet il punto d’osservazione migliore per capire l’estensione del risentimento anti-euro e la sua terrificante saldatura con complottismo, fobia teutonica, sciovinismo e suggestioni militaresche—come riassume alla perfezione questa immagine presa da Facebook.(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = "//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1"; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs); }(document, 'script', 'facebook-jssdk'));Ci hanno fatto credere ch € ci avrebbe fatti ricchi!ora ci vogliono far credere che uscirne sarebbe sbaglia !la realtà e che siamo disperati
— Fabrizio Bracconeri (@FabriBracco64) March 26, 2014
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