Nell'incubo di chi non resiste all'impulso di tormentarsi la faccia

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Nell'incubo di chi non resiste all'impulso di tormentarsi la faccia

Tutti abbiamo delle piccole abitudini di cui non possiamo fare a meno: ma rosicchiarsi le unghie a sangue, escoriarsi il viso e mangiare i propri capelli sono disturbi seri. A cui, per qualche motivo, la medicina non vuole prestare attenzione.

Illustrazioni di Dan Evans

Tutti abbiamo qualche abitudine che non riusciamo ad abbandonare. Chi mastica le penne, chi è dipendente da Candy Crush. Non è il massimo, ma perlomeno sono abitudini relativamente innocue. Alcuni di noi però non sono così fortunati; per esempio si mangiano le unghie con tanta foga da farsi sanguinare le mani.

Evelyn, una studentessa 24enne, mi ha detto che si stuzzica continuamente le imperfezioni del viso, provocandosi delle escoriazioni. Nonostante le ferite sanguinino e siano sicuramente dolorose, le piccole cicatrici dimostrano che è un gesto che ha ripetuto centinaia di volte, perché non è in grado di controllarlo.

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Il termine medico è disturbo da escoriazione (in inglese CSP, compulsive skin picking), e fa parte dello spettro ossessivo-compulsivo. L'insieme dei disturbi che riguardano comportamenti simili va sotto la sigla di BFRB (dall'inglese Body-focused repetitive behaviours), e comprende la tricotillomania—continuare a giocare con i capelli—l'onicofagia—mangiarsi le unghie—e continuare a mordersi le guance.

Circa una persona su 50 soffre di almeno una di queste cose. Ma secondo Jennifer Raikes, il direttore del Trichotillomania Learning Centre (TLC) negli Stati Uniti, il disturbo da escoriazione è ben più diffuso.

Jon Grant è professore di psichiatria all'università di Chicago e studia questi disturbi da quasi vent'anni. Considerato uno dei massimi esperti del settore, definisce questi disturbi come "comportamenti non funzionali e problematici diretti verso il proprio corpo, consistenti in una perdita di controllo che porta conseguenze negative."

Anche Simon Darnley, psicoterapeuta, ha un'esperienza ventennale nel campo dei disturbi ossessivo-compulsivi e paragona un comportamento del genere a quello di molti di noi quando mangiamo i pop-corn davanti alla televisione: non ci rendiamo conto di quello che stiamo facendo finché ci troviamo con il contenitore vuoto.

Chi soffre di questi disturbi spesso parla di uno stato di trance che lo prende mentre si sta, per dire, mangiando le unghie; è solo dopo qualche minuto che si rende conto di quello che ha fatto. E come succede con i pop-corn, ci sono delle situazioni o degli ambienti specifici in cui il meccanismo entra in funzione.

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I BFRB sono classificati come disturbi ossessivo-compulsivi, ma solitamente le persone che ne sono affette non hanno pensieri ossessivi da bilanciare con la compulsione.

Jennifer Raikes mi ha detto che "depressione e ansia possono essere dei fattori nello sviluppo di questi disturbi." A volte il disturbo può essere collegato allo stress. Ma può anche darsi il caso di una persona rilassata che conduce una vita piacevole e non riesce comunque a smettere di tocchignarsi i capelli.

Probabilmente questi disturbi hanno origine genetica. La nonna della ragazza che si provocava escoriazioni al volto faceva lo stesso. E sono anche legati alle dinamiche della dipendenza. Secondo Suzanne Mouton-Odum, direttrice di una clinica privata in Texas e una delle massime esperte in materia, questi disturbi non sono "il risultato di un trauma infantile," o "di cattivi genitori," ma "un comportamento complesso che richiede un intervento altrettanto complesso." In altre parole, non è facile uscirne.

Questo tipo di disturbi emerge in genere nella prima adolescenza, senza distinzioni di sesso. Ne abbiamo notizia già da Ippocrate, che spiegava ai suoi giovani allievi che "Dobbiamo prestare attenzione se si tocca i capelli, si gratta o geme."

Nel corso di una recente conferenza a Londra, Mouton Odum ha chiesto al pubblico quanti soffrissero di un disturbo del genere, e chi volesse guarire. In molti hanno alzato la mano. Poi ha chiesto quante persone avrebbero voluto guarire anche se il disturbo non avesse causato loro cicatrici o perdita di capelli. Si sono alzate solo due mani. Un aspetto significativo di questo disturbo è che in un certo modo aiuta le persone, forse rilassandole o offrendo in qualche modo conforto.

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E allora perché vogliono così disperatamente liberarsene?

Nel tempo questi disturbi possono essere deleteri per una persona, per la sua autostima, per i suoi rapporti sociali e via dicendo. In altre parole è in gioco la qualità della vita. Mi hanno raccontanto di una donna che si è fatta suora perché soffriva di questi disturbi. Jennifer Raikes mi ha riportato i casi di persone che hanno pensato di uccidersi.

Le persone affette da BFRB spesso non vogliono andare dal medico, e le conseguenze di questo rifiuto possono essere molto gravi, soprattutto se si accaniscono su zone delicate del corpo. Alcune persone mangiano i capelli che si staccano e, nei casi limite, possono crearsi dei gomitoli di capelli nello stomaco.

Sarah, 42 anni, mi ha parlato del suo disturbo da escoriazione. Mi ha detto, "Mi vergogno e soffro molto per la stigma che mi porto dietro e per quello che mi faccio."

Quanta ricerca è stata fatta in merito? Pochissima. E anche gli specialisti sono pochi. Ho chiesto al dottor Grant il perché di questo scarso interesse. Mi ha risposto che "le persone credono che si tratti di semplici cattive abitudini che si possono curare con la buona volontà, mentre si tratta di complicati disturbi comportamentali."

Simon Darnley, terapeuta inglese, crede che "una cura esista," e che consista in una "terapia per l'ansia" condotta da un esperto. Il problema è che gli si presentano dai cinque ai dieci casi all'anno.

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Perché? Perché le persone in questa situazione di solito non ne parlano. In più c'è poca coscienza della vera natura del problema, e molte volte non sai neanche di esserne affetto. E se lo sai te ne vergogni.

Sono la "vergogna e l'imbarazzo delle persone, che si credono responsabili del loro disturbo," a tenerle chiuse in loro stesse, secondo Darnley. Le persone hanno bisogno di essere rassicurate sul fatto che non è colpa loro, e di sentirsi a loro agio nel parlare con chi li circonda.

Prendere il problema di petto e intimare a una persona di smettere di fare qualcosa su cui non ha controllo non fa che accrescere la sua sensazione di inadeguatezza. È un po' come ordinare a uno che si è rotto una gamba di smetterla di zoppicare.

I casi di cui si occupa Simon Darnley sono estremi. Ma qual è il modo migliore per trattare questi disturbi? "Sappiamo che la terapia cognivo-comportamentale si rivela efficace se affiancata alla HRT (Habit Reversal Trining)," ma è anche fondamentale "riuscire a capire se stessi e il proprio ambiente."

Che cosa possono fare le persone affette da questi disturbi per migliorare la qualità della loro vita? Grant mi ha risposto che "la gente deve cominciare a interessarsi a questi disturbi, sia la popolazione che i medici."

Chi soffre di disturbo da escoriazione o disturbi simili può fare qualcosa subito. Per esempio organizzando gruppi di auto-aiuto, per far sentire la propria voce. Jennifer Raikes pensa che sarebbe fantastico: secondo lei i gruppi di sostegno sono molto utili per aiutare le persone a smettere di vergognarsi. Inoltre si augura che un giorno ci sia più "personale medico specializzato in questo campo," speranza che sicuramente nutrono anche le tante persone che sono vittima di questi disturbi.

I nomi degli intervistati sono stati cambiati.