Ti interessa lo skate? Lo Skate & Surf Film Festival è il festival dedicato alla scena skate e surf italiana (e non solo), con film, mostre fotografiche e panel, che si terrà a Milano dal 9 al 12 maggio. Ci saremo anche noi, e per l'occasione Noisey ha organizzato una festa in collaborazione con SSFF e Iuter. Ci saranno Chicoria, Metal Carter, Generic Animal e tanta altra musica bella, tutti i dettagli qui.
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Durante la sua carriera, il fotografo documentarista e amante delle tavole Jair Bortoleto ha girato il mondo alla ricerca di dettagli unici e onde perfette. Dal Brasile, dove vive, negli anni ha visitato paesi come le Hawaii, il Perù, l'Australia e le Maldive solo per citarne alcuni. Le sue fotografie—scattate tra chiacchiere con gli shaper, campioni del settore e pazienti attese—sono state pubblicate, tra gli altri, su National Geographic, Hardcore, e Mitsubishi.Oggi Bortoleto è Executive Editor di The Surfer’s Journal, editor e curatore del magazine brasiliano Almasurf, e considerato tra i fotografi più importanti del settore. Qualche mese fa ha pubblicato A Primeira Palavra, un libro fotografico in cui ha selezionato i lavori di cui va più fiero.Qui sotto trovate la conversazione che ho avuto con lui, in cui mi ha spiegato qualcosa in più del suo libro, perché ama l'Italia e cosa pensa della nostra scena.VICE: Come è nato il progetto A Primeira Palavra?
Jair Bortoleto: È nato tramite una sorta di connessione sinergica tra me e il signor Piergiorgio Castellani [vinicoltore toscano]. Volevo venire in Italia, e gli ho inviato dei messaggi per spiegargli cosa avrei fatto una volta arrivato. Così abbiamo pensato nel frattempo di fare una mostra con delle mie fotografie, che poi è diventata un libro, e un tour in quattro tappe lo scorso agosto.Il titolo del libro si traduce in “La prima parola.” Ho sempre avuto difficoltà nello scrivere, esprimermi a parole è molto difficile per me, quindi preferisco usare le mie fotografie.
Jair Bortoleto: È nato tramite una sorta di connessione sinergica tra me e il signor Piergiorgio Castellani [vinicoltore toscano]. Volevo venire in Italia, e gli ho inviato dei messaggi per spiegargli cosa avrei fatto una volta arrivato. Così abbiamo pensato nel frattempo di fare una mostra con delle mie fotografie, che poi è diventata un libro, e un tour in quattro tappe lo scorso agosto.Il titolo del libro si traduce in “La prima parola.” Ho sempre avuto difficoltà nello scrivere, esprimermi a parole è molto difficile per me, quindi preferisco usare le mie fotografie.
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Le foto sembrano provenire da un altro pianeta, e spesso scatti in bianco e nero. Da dove arriva questa scelta?
Quando realizzo un progetto, normalmente ho già in testa se sarà in bianco e nero o meno. Per esempio, tempo fa Mitsubishi mi aveva assegnato la copertura del World Championship di Gabriel Medina. Mi sono così ritrovato al Banzai Pipeline [sull'isola di Oahu, nelle Hawaii] per venti giorni, e ho avuto la possibilità di vedere quel lato dell’isola in modo diverso. Non colorato, non patinato, ma crudo e intenso. Sapevo così che quel progetto sarebbe stato in bianco e nero.
Quando realizzo un progetto, normalmente ho già in testa se sarà in bianco e nero o meno. Per esempio, tempo fa Mitsubishi mi aveva assegnato la copertura del World Championship di Gabriel Medina. Mi sono così ritrovato al Banzai Pipeline [sull'isola di Oahu, nelle Hawaii] per venti giorni, e ho avuto la possibilità di vedere quel lato dell’isola in modo diverso. Non colorato, non patinato, ma crudo e intenso. Sapevo così che quel progetto sarebbe stato in bianco e nero.
Quali sono le storie che ti hanno colpito di più?
Il libro è un mix tra paesaggi e ritratti. Ogni immagine ha una storia peculiare dietro, ma quella che mi tocca di più in questo momento è il ritratto di Sunny Garcia, che sta combattendo per la sua vita. È in coma.Stavo coprendo il Four Season Championship alle Maldive e il mio compito era di intervistare i concorrenti, di chiedergli dello stile dentro e fuori dall’acqua. Avevo molta paura di Sunny, con tutte le storie sul suo lato aggressivo. Ho scelto di iniziare dal più difficile e così l’ho intervistato. È stato molto gentile con me, completamente diverso da come me l’aspettavo. La foto è molto emblematica, con la sua faccia da tigre e il tatuaggio sul suo petto. Spero che tutto vada per il meglio.Molte persone dicono che il surf non è solo uno sport, ma uno stile di vita. Che significa?
Per me il surf è qualcosa di molto diverso dallo sport. È un'esperienza così profonda arrivare in spiaggia la mattina presto, solo tu e i tuoi amici, sentire l'acqua sul corpo, la prima onda, l'alba. Tutto questo rende il surf una cosa speciale, non solo un'attività sportiva.
Il libro è un mix tra paesaggi e ritratti. Ogni immagine ha una storia peculiare dietro, ma quella che mi tocca di più in questo momento è il ritratto di Sunny Garcia, che sta combattendo per la sua vita. È in coma.Stavo coprendo il Four Season Championship alle Maldive e il mio compito era di intervistare i concorrenti, di chiedergli dello stile dentro e fuori dall’acqua. Avevo molta paura di Sunny, con tutte le storie sul suo lato aggressivo. Ho scelto di iniziare dal più difficile e così l’ho intervistato. È stato molto gentile con me, completamente diverso da come me l’aspettavo. La foto è molto emblematica, con la sua faccia da tigre e il tatuaggio sul suo petto. Spero che tutto vada per il meglio.Molte persone dicono che il surf non è solo uno sport, ma uno stile di vita. Che significa?
Per me il surf è qualcosa di molto diverso dallo sport. È un'esperienza così profonda arrivare in spiaggia la mattina presto, solo tu e i tuoi amici, sentire l'acqua sul corpo, la prima onda, l'alba. Tutto questo rende il surf una cosa speciale, non solo un'attività sportiva.
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Cosa ne pensi del mondo del surf in Italia?
Il surf in Italia ha tutta quell’innocenza che mi ricorda di quando ho iniziato a surfare io. Mi piacerebbe tanto tornare a documentare le storie degli albori del surf italiano, le storie di paese che hanno un posto speciale nel mio cuore. All'inizio del secolo scorso un mio antenato si è trasferito da Costa di Rovigo a San Paolo—ho questo sangue pazzo italiano che mi scorre nelle vene.Scorri in basso per vedere altre foto:
Il surf in Italia ha tutta quell’innocenza che mi ricorda di quando ho iniziato a surfare io. Mi piacerebbe tanto tornare a documentare le storie degli albori del surf italiano, le storie di paese che hanno un posto speciale nel mio cuore. All'inizio del secolo scorso un mio antenato si è trasferito da Costa di Rovigo a San Paolo—ho questo sangue pazzo italiano che mi scorre nelle vene.Scorri in basso per vedere altre foto: