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Il 'mistero' della Colonia Perduta, uno dei falsi miti più affascinanti della storia americana

La storia del gruppo di coloni scomparso alla fine del 1500 sull'isola di Roanoke ha alimentato teorie, speculazioni e cultura pop fino a oggi. Ma la verità è molto semplice.
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Immagine: Flickr/Cape Hatteras National Service.

È un “mistero” più vecchio degli Stati Uniti, di cui i bambini americani sentono parlare anche a scuola. Un gruppo di coloni britannici cercò di insediarsi sull’isola di Roanoke, al largo della costa del North Carolina, nel 1587. A un certo punto, le provviste con cui erano partiti iniziarono a scarseggiare e alcuni dei coloni andarono in missione per fare rifornimento. Per colpa delle difficili condizioni meteorologiche impiegarono più tempo del previsto e fecero ritorno solo nel 1590—per trovare l’isola deserta, senza nessuno rimasto. Le case erano vuote, come se fossero state abbandonate nel mezzo delle attività quotidiane. Non c’erano corpi, solo una parola incisa sul tronco di un albero: “CROATOAN.”

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I coloni scomparsi non sono mai stati ritrovati, ma un nuovo libro mette insieme una consistente quantità di informazioni che conformano la teoria più probabile su cosa sia successo sull’isola.

Intitolato The Lost Colony and Hatteras Island e scritto dallo storico Scott Dawson, il libro conferma quella che era già la versione dei fatti più plausibile, nonostante per decenni siano proliferate comunque speculazioni selvagge: i coloni di Roanoke, rimasti senza provviste, sarebbero andati a vivere con la popolazione indigena che viveva sulla vicina isola di Hatteras. La “misteriosa” incisione sull’albero non è mai stata un vero mistero: la tribù dell’isola era infatti chiamata Croatoan.

Il libro prende in esame 11 anni di ricerca condotti dalla Croatoan Archaeological Society, che Dawson ha co-fondato insieme alla moglie Maggie e altri team di archeologi, storici, botanici, geologi, e ricercatori nell’area del North Carolina. Un gruppo di archeologi dell’Università di Bristol, in Inghilterra, assistiti da un gruppo di antropologi dell’Università del Michigan, ha iniziato a scavare nell’area più di un decennio fa. Una volta partiti gli scavi, i coniugi Dawson hanno fondato la Società e cominciato a collaborare con i ricercatori.

I fatti della colonia di Roanoke hanno alimentato per centinaia di anni le teorie più disparate, con influenze sulla cultura pop. Lo scrittore di fantascienza Harlan Ellison cita la colonia scomparsa in un suo scritto, Stephen King l’ha inclusa nella trama della miniserie televisiva Storm of the Century, è citata nei fumetti di Batman e Superman, e la scomparsa dei coloni ha fatto da argomento per la sesta stagione della serie American Horror Story.

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Ma non tutte le elucubrazioni e fantasie sulla Colonia Perduta sono benigne. Una teoria, che suona come un insulto particolarmente grave alla luce delle prove elencate in The Lost Colony and Hatteras Island, sostiene per esempio che i coloni siano stati massacrati dalla vicina popolazione indigena.

Il termine “colonia perduta” stesso è diventato popolare grazie a un articolo del 1837 sul mito di Virginia Dare, la prima bambina britannica nata sulle coste americane di Roanoke e sparita con gli altri coloni. In quanto prima “bambina bianca” nata nel Nuovo Mondo, Virginia è diventata un potente simbolo tra i nazionalisti, oltre a essere il personaggio principale di molte storie relative a Roanoke.

Stando a Scotto Dawson, autore del libro, sono solo miti che insabbiano una spiegazione molto semplice. “Non si sono mai persi. È tutto falso. Il mistero finisce qui,” ha detto al Virginian-Pilot.

Nel 2015, il National Geographic ha riportato la scoperta di stoviglie di fattura inglese, dell’elsa di una spada, e di frammenti di uno scrittoio insieme ai resti di abitanti Croatoan sull’isola di Hatteras. “Questo prova che si fossero integrati con i nativi americani, ma che avevano conservato i loro beni,” ha detto al National Geographic Mark Horton, un archeologo dell’Università di Bristol. I coniugi Dawson e il resto della loro organizzazione hanno sostenuto il lavoro di Horton e fatto scoperte aggiuntive.

Considerata la quantità di prove archeologiche raccolte e spiegate nel libro di Dawson, è incredibile pensare a quanto a lungo abbiano resistito certe teorie strampalate. Già nel 1590 le persone avevano supposto che i coloni fossero andati a vivere con i nativi. Capitava spesso, al tempo, che gruppi di coloni si unissero e integrassero alle tribù indigene. All’epoca fu anche creata una “spedizione di recupero” per trovare i coloni scomparsi, ma il tempo inclemente impedì alla missione di raggiungere l’isola di Hatteras. Ma nel 1701, l’esploratore John Lawson visitò l’isola e scrisse che diverse persone del posto sostenevano che “alcuni dei loro antenati erano bianchi.”

Il libro di Dawson, che è stato pubblicato a giugno scorso, non mette una pietra definitiva sulla storia di Roanoke, ma fa un lavoro certosino nel riassumere un decennio di prove archeologiche. “Facendo finta che Croatoan sia un mistero inciso su un albero stiamo derubando un’intera popolazione della sua stessa storia,” ha detto Dawson al Virginian-Pilot. “Queste erano persone che hanno avuto un’importanza fondamentale.”