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Foto: AdobeStock.
Identità

Tutte le domande che dovresti farti sui porno che guardi

L’industria del porno ha una propria idea di cosa è corretto “consumare” e i corpi fuori dalle categorie classiche vengono classificati come “fetish.”

Considerando che la nostra specie ha cominciato 37.000 anni fa a ricoprire di immagini pornografiche le grotte in cui viveva, non sorprende molto constatare che ancora oggi produciamo e consumiamo tantissima pornografia. Abbiamo sfruttato ogni sorta di medium come strumento di esplorazione erotica: abbiamo scritto, dipinto e scolpito opere pornografiche—tanto per fare un esempio, il primo film porno risale addirittura al 1896.

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Ma è negli anni Settanta del secolo scorso che è cominciata davvero l’ascesa del cosiddetto “cinema per adulti.” Per la prima volta nella storia, era possibile e veniva permesso ritrovarsi in sale buie per guardare del materiale pornografico, con tanto di film hardcore come Gola profonda che arrivavano a influenzare la cultura di massa e il grande pubblico.

Nei decenni seguenti, i progressi tecnologici—come ad esempio la disponibilità dei videoregistratori VHS e la possibilità di accedere alla TV via cavo—hanno poi trasformato il porno in una questione privata, piuttosto che pubblica. Infine, ovviamente, è arrivato internet. Mai come oggi è facile e veloce trovare della pornografia e proprio per questa ragione molte persone hanno cominciato a interrogarsi sul modo in cui queste immagini impattano e cambiano la nostra relazione col sesso.

“Il porno lascia un segno sulla totalità della nostra cultura,” spiega Tati Español, scrittrice ed educatrice sessuale spagnola. Nel suo libro più recente, Todo sobre tu vulva: Apuntes sobre el placer (“Tutto sulla tua vulva: appunti sul piacere”), ne esplora le implicazioni e cerca di sfidare quella concezione meccanica e banale del sesso così spesso presente nel porno mainstream.

Il porno femminista e quello prodotto eticamente esistono, così come esistono i prodotti inclusivi che presentano delle trame reali e una narrazione concreta, nonché persone disponibili a recitare che hanno diverse tipologie di orientamento sessuale, corpo e identità. La maggior parte del porno che guardiamo, tuttavia, non è realizzato in questo modo e con questi criteri.

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Ne abbiamo quindi parlato con Español, per capire se vale la pena mettere in dubbio i gusti ormai acquisiti ed esplorare tipi differenti di porno.

Foto di una donna bionda con un top nero

Tati Español. Foto per gentile concessione dell'intervistata.

VICE: Nel libro sostieni che “qualunque cosa è porno.” Cosa intendi?
Tati Español:
È quanto viene definita la “pornificazione” di ogni cosa. Ogni individuo, in tutti i campi e i settori legati ai consumi, viene continuamente preso d’assalto da immagini e idee derivate dal porno. Basta guardare la TV e troviamo facce che esprimono sensualità, erotismo ed eccitazione. Un tipo di immagini e messaggi riscontrabili ovunque, che mostrano un’idea del piacere piuttosto pericolosa.

È pericoloso ci sia uno scarto così grande tra l’educazione sessuale insegnata a scuola e quello a cui è possibile accedere tramite internet?
In media, il porno viene guardato per la prima volta tra gli 8 e i 10 anni. Parliamo del porno mainstream, quello “industriale” che guardiamo anche senza scegliere di farlo. Il porno potrebbe essere un grande alleato dell’educazione sessuale, ma di certo ciò non riguarda quello di massa. In generale, usiamo internet per cercare le risposte alle nostre domande e, visto che anche da adulti il sesso e il piacere rimangono argomenti taboo, queste ricerche possono condurci verso molti e diversi tipi di siti.

Cosa ti piacerebbe fosse più presente nel porno commerciale?
Le persone dotate di vagina vengono viste come un oggetto, non come un soggetto desiderante. E abbiamo invece bisogno venga permesso loro di esprimere la propria sessualità, con i loro criteri e sistemi. Di solito non le sentiamo parlare, non possiamo osservarle mentre cercano il piacere né abbiamo modo di sapere se sono d’accordo o danno il consenso. Vediamo semplicemente un buco che viene penetrato. Tanto più che spesso non sono nemmeno presenti i preservativi, cosa altrettanto pericolosa, visto che per molte persone il porno commerciale sostituisce in toto l’educazione sessuale.

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Cosa ne pensi dei corpi che di solito sono protagonisti del porno di massa?
Sono più o meno tutti uguali. Le donne sono magre, gli uomini muscolosi e dotati di peni giganteschi che mantengono eretti davvero molto, molto a lungo. L’industria promuove una propria idea di cosa è o meno corretto e da “consumare”, quello che è erotico. E i corpi che non rientrano nelle categorie classiche finiscono per essere classificati come “fetish.”

Se vengono privilegiati alcuni corpi e una certa idea d’estetica si finisce per avere un impatto anche sulle dinamiche sessuali?
Certamente. Le persone che di solito sono protagoniste dei porno non si fermano mai. Non bevono acqua, non sono mai goffe o impacciate quando tolgono i vestiti e, soprattutto, non si toccano davvero mai. Non ci sono emozioni di sorta. Ad esempio, consideriamo il fatto che per arrivare all’orgasmo tendiamo a strusciare contro qualcosa—si tratti di una vulva, una gamba, un sedere o altro—e questo non si vede praticamente mai. L’unico modo in cui viene mostrato il sesso è fatto per nutrire solo le fantasie maschili.

Parliamo anche del modo in cui l’industria infantilizza i corpi: tra le categorie più seguite del porno ci sono proprio i “teen”, ovvero gli adolescenti.
Si tratta di uno strumento eminentemente patriarcale: il sistema ci fa sentire come se i corpi più maturi fossero da buttare. Non vengono ritenuti degni di avere una sessualità e infatti è raro vedere le donne più anziane alle prese col sesso.

Quali sono le alternative?
Il porno femminista, il post-porno e il porno etico sono variazioni che puntano a modificare tutto quello che abbiamo “imparato” fino ad ora da e rispetto alla pornografia. Si tratta di una modalità di rappresentazione che rispecchia le pratiche sessuali delle donne, i loro gusti, la diversità di corpi, forme, colori e taglie. I corpi vengono mostrati in altro modo: grassi, transgender, pelosi, con la cellulite o le smagliature. Anche le relazioni sessuali sono diverse. Di recente ho persino visto un porno alle prese con l’asessualità.

In generale, è un tipo di porno che è stato lavorato e ragionato in maniera etica, con cura e senza alcun asservimento alla logica produttiva di giornate lavorative eterne. Tra l’altro l’atto sessuale non è necessariamente la componente principale e centrale del prodotto. Forse ci mancano ancora diversi elementi da considerare, nonché la rappresentazione di altre pratiche ulteriori: rendere erotiche altre forme e metodi; ma, soprattutto, dobbiamo ancora lavorare sul dialogo.

Se consumo il porno più comune, come posso affrontare e gestire le mie responsabilità?
Il desiderio è un costrutto sociale, proprio come la sessualità. Non possiamo decostruirlo da un giorno all’altro. È un tipo di processo che richiede intere generazioni. Ora come ora siamo a uno snodo culturale, una generazione che ha davanti un mondo dove ogni cosa viene mischiata e sovrapposta l’una con l’altra. Se hai “imparato” a guardare il porno commerciale e di massa, è ben difficile cancellare quell’insegnamento, ma ricordati che ci sono altri tipi di porno al mondo. Non possiamo scappare dal desiderio e dalle nostre fantasie, ma possiamo invece mettere in discussione le nostre abitudini di consumo. Per cambiarle un passo alla volta.