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Tecnologia

Come un'alleanza su Twitter ha capovolto un hashtag molesto di Casapound

#OɹɐΛoʇoƆɐsɐԀonup è un innocente riferimento a Piazzale Loreto.

Nel pomeriggio del 3 gennaio è improvvisamente comparso nella classifica dei Twitter Trend l’hashtag #OraVotoCasapound, lanciato e spinto da account di militanti del noto movimento neofascista, candidato alle prossime elezioni.

Tra gli utenti più seguiti che promuovevano l’hashtag vi erano ovviamente l’account ufficiale @casapounditalia oltre che @distefanotw e altri account di gruppi locali legati all’associazione. Anche Nina Moric ha voluto dare il suo contributo, con un messaggio di protesta contro i pedaggi autostradali troppo alti, a cui seguiva l’hashtag in questione. Avendo spinto questo hashtag grazie al contributo di una piattaforma di militanti — ed essendo l’hashtag nuovo, caratteristica che facilita l’ascesa in classifica — per qualche ora, nel pomeriggio del 3 gennaio, #OraVotoCasapound ha oscillato tra la quarta e la seconda posizione, mentre in testa restava a dominare la polemica sui #sacchettibiodegradabili.

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Poi, alle 19:54, il genio. Il comico Daniele Fabbri, dal suo account @0danielefabbri, lancia una proposta di sabotaggio, cioè di provare a sostituire nella lista dei Twitter Trend quello dei militanti di Casapound con la sua versione rovesciata, #OɹɐΛoʇoƆɐsɐԀonup, con chiaro riferimento ironico a Piazzale Loreto (per rovesciare facilmente un testo esistono molti siti online, come FlipMyText). Per ottenere il risultato, Fabbri ha invitato i suoi follower, insieme ad altre associazioni e militanti antifascisti, a pubblicare tweet contenenti solo ed esclusivamente il nuovo hashtag.

Gli account dei Wu Ming e di Anpi accolgono volentieri la proposta, e la diffondono ai loro follower, dandole una buona visibilità (i due account hanno rispettivamente 74mila e 45mila followers). Immediatamente l’hashtag viene copia-incollato da centinaia di account, e alle 22:40 l’hashtag capovolto è già in tendenza, mentre quello originale è evidentemente sceso più in basso.

Oltre alle evidenti ragioni politiche, il successo della campagna è dovuto anche alla geniale ironia dell’hashtag ideato, tanto che qualcuno arriva a definirlo “l’hashtag dell’anno”.

Non mancano poi i simpatizzanti fascisti che per lamentarsi dell’iniziativa twittano loro stessi l’hashtag capovolto, inconsapevoli di dare man forte ai loro avversari. Ovviamente le foto della targa di Piazzale Loreto e di Mussolini capovolto dilagano.

Nella notte del 4 gennaio, Fabbri manda un altro tweet dichiarandosi felicemente stupito per il successo della campagna da lui lanciata, “Quando ho lanciato l'hashtag #OɹɐΛoʇoƆɐsɐԀonup volevo dimostrare semplicemente che quando si tratta di prendere per il culo i fasci, siamo molti di più. Mission accomplished, grazie a tutti per esservi uniti al gioco!”

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Per cercare di capire meglio gli account in gioco nella dinamica, ho provato a realizzare rapidamente un grafo che rappresentasse la situazione online, raccogliendo tutti i tweet in cui compariva uno dei due hashtag. Successivamente, tramite il sofware open source Gephi, ho diviso i cluster delle due bolle createsi, quella dei neofascisti in blu a destra, e quella antifascista in rosso a sinistra.

Per rendere la lettura più facile, ho reso visualizzabili solo i nomi degli account con più di 10mila followers, mentre la grandezza del nodo e dell’etichetta corrisponde al grado del nodo, cioè all’interazione avuta nel tweetstorm. Oltre ai nomi già citati, nella bolla di sinistra compare anche Caparezza (@capasound) e Linkiesta.

Il grafo qui sopra rappresenta quindi le bolle e i partecipanti al tweetstorm a partire dal lancio dell’hashtag capovolto, mentre come è emerso da una discussione con Matteo Flora i numeri totali dei tweet con #OraVotoCasaPound sono maggiori in termini di numero se si considerano nella totalità del 3 gennaio. Tuttavia i criteri di classifica dei trend tengono conto soprattutto della rapidità con cui un hashtag compare su Twitter, quindi un’azione rapida e organizzata ha permesso all’hashtag rovesciato di comparire in poche ore in testa.

Non è la prima volta che vengono organizzati sabotaggi di hashtag online su twitter. Nel settembre del 2013 furono proprio i Wu Ming a lanciare un’azione contro l’hashtag dell’Enel #guerrieri. In quel caso la decisione fu diversa, perché anziché lanciare un nuovo hashtag da mandare in classifica si usò proprio l’hashtag ufficiale lanciato da Enel per condividere le condizioni precarie dei lavoratori. Anche in quel caso, come oggi, si registrò un buon risultato.

L’hashtag capovolto sta ancora continuando a circolare, riuscendo a toccare anche la prima posizione nelle tendenze italiane, mentre a Di Stefano non è restato che pubblicare un tweet di risposta dove il rosicamento si legge a chilometri di distanza.

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