Siamo stati nel condominio più green di Milano
Alfrida e altri condòmini nel cortile di via San Gregorio 49. Tutte le foto di Guido Borso.

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Step Into Your Comfort Zone

Siamo stati nel condominio più green di Milano

Gli abitanti del condominio di via San Gregorio 49 si sono alleati per dare una svolta ecologica e collaborativa alla propria realtà.
Diletta Sereni
Milan, IT

Questo articolo fa parte di "Step Into Your Comfort Zone", una collaborazione tra VICE e Ariston. Insieme ad Ariston, che ha fatto del portare il comfort a tutti—anche dove è più difficile trovarlo—una vera e propria sfida, abbiamo esplorato il concetto di comfort in tre oasi urbane in giro per il mondo. Siamo andati alla scoperta di contesti in cui singoli abitanti si sono alleati per creare un ambiente piacevole e salutare all'interno di una realtà urbana spesso frettolosa e poco attenta ai ritmi dell'individuo e dell'ambiente. Prima tappa, l'Italia.

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Il cortile è un tripudio del pollice verde di Alfrida, che abita qui dall’85. Cammina in mezzo ai nespoli coi suoi capelli rosso fuoco e mi spiega: “Molte [piante] le ho recuperate dalla spazzatura. Quando la pianta sfiorisce, la gente si stufa e la butta via, io le salvo e le rimetto in sesto.” Un talento del riciclo il suo, che mi pare un buon esempio della piccola rivoluzione avvenuta in questo palazzo, che in pochi anni ha ribaltato la sua realtà poco virtuosa e si è attirato la fama di “condominio sostenibile” di Milano.

Siamo in via San Gregorio, una strada dove si respira a tratti un’atmosfera da paese: poche macchine, un’osteria storica, qualche negozio da sciura, locali hipster ancora pochi. Una specie di sacca, stretta tra l’ordine splendente dei nuovi grattacieli di Porta Nuova e la vitalità delle strade verso Porta Venezia. In un solo chilometro c’è una sintesi di tutto quello che può essere Milano, da metropoli rampante a città radicata nei suoi quartieri, e questo palazzo ci sta proprio in mezzo.

È uno stabile che ha più di cento anni, un’età che gli dà una bella grazia architettonica e però lo tiene lontano dall’immaginario delle case ad alta efficienza energetica. Quarantasette famiglie, centoventi persone, insomma tanta gente, età media alta. Non proprio le premesse ideali per far partire il cambiamento, eppure anche io oggi sono qui a studiarlo come caso di successo.

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La rivoluzione del condominio inizia nell’ottobre del 2012, con una festa. “Al tempo venivamo multati di continuo per gli errori nella raccolta differenziata," racconta Ida La Camera, che abita qui dal ‘94 ed è stata promotrice insieme ad Alfrida del progetto di conversione ecologica, "e in più il Comune stava introducendo anche la raccolta dell’umido." Di fronte a questo nuovo livello di difficoltà, Ida e Alfrida si guardano e capiscono che bisogna far succedere qualcosa per incoraggiare tutti a ripensare le proprie abitudini: “Però non poteva essere una normale riunione, alle riunioni si parla di soldi e si litiga. Abbiamo detto: facciamo una festa in cortile."

Così invitano tutti, sistemano i tavoli in cortile, preparano del cibo, qualcosa da bere. E si mettono in attesa. "Avevamo paura che non scendesse nessuno, e invece." E invece i condòmini scendono e la festa se la ricordano ancora come il momento di svolta.

Non solo perché si sono divertiti (onestamente, quanti di noi possono dire di trovare divertente una riunione tra condòmini?) ma perché questa situazione riscrive la dimensione sociale del condominio e getta le basi per un nuovo tipo di convivenza.

Alfrida.

Mi soffermo sulla festa perché dal racconto degli abitanti di San Gregorio 49 emerge che lo sforzo di essere più sostenibili può partire tranquillamente dalle relazioni, dalla consapevolezza di far parte di un gruppo che dice: ok, proviamo a capire cosa è mai il bene comune.

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Da quella festa a oggi lo stabile ha aderito al progetto di Legambiente “Con stile – cambio vita a Milano” con cui si è impegnato a monitorare e ridurre le proprie emissioni di CO2. Nel 2014 ha ricevuto il premio di “Luisa Minazzi - Condominio green”, assegnato dalla rivista La Nuova Ecologia. Inoltre è il testimonial di punta della nuova operazione di Legambiente Civico 5.0, che si occupa di raccogliere e divulgare le esperienze virtuose in termini di efficienza energetica, e incoraggiare altri a seguirne l’esempio.

Una dimostrazione del tappo-imbuto per raccogliere gli oli.

Per arrivare fino a qui, oltre a organizzare altre feste, gli abitanti di San Gregorio 49 hanno messo in moto una serie di cambiamenti. È stata introdotta una raccolta differenziata “spinta” che prevede anche la raccolta delle pile, dei rifiuti elettrici ed elettronici, delle capsule del caffè, degli oli esausti. Ida mi mostra il tappo-imbuto distribuito in tutti gli appartamenti per facilitare la raccolta casalinga degli oli: “Si adatta alle bottiglie di plastica, aiuta il travaso e poi una volta chiuso non fa filtrare odori.”

Un passaggio importante è stato poi la sostituzione del vecchio impianto di riscaldamento a gasolio con uno elettrico a pompa di calore, che non crea picchi di temperatura, consuma in maniera inferiore e inquina molto meno. “Il nuovo impianto dal 2014 a oggi ha portato nelle nostre bollette un risparmio di circa il 30 percento. L’aspetto economico è cruciale," prosegue Ida, "per convincere le persone che la sostenibilità non è solo uno sforzo, ma anzi può rappresentare un guadagno per tutti. E poi perché con quel che abbiamo risparmiato possiamo immaginare nuovi interventi, ad esempio stiamo per rifare tutta l’illuminazione degli spazi comuni con lampade a led e fotocellula sensibile al movimento.” Questo verosimilmente porterà altro risparmio, altri progetti.

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Elencare i successi la fa sembrare una cosa facile, ma in realtà è stato (ed è ancora) un processo faticoso, che richiede molta motivazione. Una sfida. Racconta Alfrida, “Qui ci abitano molte persone anziane, magari in buona fede ma poco inclini al cambiamento o all’impegno nel differenziare con cura i rifiuti. Per cui mi capita spesso di trovare una cosa buttata nel bidone sbagliato e rimetterla a posto. Diciamo che in questi anni ho imparato a spiegare l’errore ridendoci su, anziché arrabbiarmi.”

Alessio e Matteo.

Nel frattempo nello stabile si sono trasferite anche coppie giovani, attirate dalla fama del “condominio sostenibile”. Tra loro ci sono Alessio e Matteo, arrivati quando il cambiamento era già in atto. “Noi l’abbiamo vissuto dall’esterno, senza partecipare attivamente, però ci sentiamo in sintonia con i concetti che lo hanno messo in moto," mi raccontano. Matteo è vegetariano e Alessio si sposta solo in bici, insieme hanno trasformato il terrazzo in un orto che con la bella stagione diventerà una piccola foresta commestibile.

Un altro tassello fondamentale di questo microcosmo è Patricio, il custode. Oltre ai compiti previsti dal suo ruolo, tra cui quello di sorvegliare sulla raccolta differenziata, è diventato una specie di tutto fare per chiunque nel palazzo abbia bisogno di aiuto, in particolare per gli anziani senza figli. Quando arrivo, lui sta andando in farmacia per conto di un inquilino a cui serve una puntura. La staffetta continua con l’arrivo di Giampietro, un altro condomino, infermiere di mestiere, che poco dopo sale a fare la puntura e vedere se c’è bisogno di altro.

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“Questo episodio non è un caso,” mi spiega Alfrida, “per noi è normale contare sull’aiuto degli altri condòmini. Io ad esempio l’anno scorso mi sono rotta il bacino e c’era sempre qualcuno che mi portava da mangiare.”

Insomma capisco che qui c’è una rete sociale che funziona e che non è secondaria a far crescere progetti di sostenibilità. È chiaro che se abiti in una casa concepita per avere una bassa impronta ecologica, tutto sarà più facile. Ma se abiti in un edificio di inizio Novecento con pareti, infissi, materiali che ti zavorrano a una classe G, la differenza sta nella connessione tra persone.

Il cortile fa da bacino a tutto questo. Affastellato di piante, è un luogo pensato non solo per passarci in mezzo di fretta, ma per fermarsi e chiacchierare. Qui ci sono anche le numerose biciclette degli abitanti, e anzi Ida mi spiega che "uno dei progetti che abbiamo è prendere 2/3 biciclette che non vengono più utilizzate e metterle in condivisione, lasciando le chiavi in portineria. Un bike sharing condominiale, vediamo se ce la facciamo."

Già attiva invece è la soffitta, che ospita le assemblee condominiali e che è diventata anche lo spazio per la condivisione di quegli oggetti che usi se va bene due volte l’anno, come il trapano o lo schiacciapatate, messi a disposizione di chi ne ha bisogno.

Tante piccole cose, che però hanno cambiato la quotidianità di molti abitanti di San Gregorio 49. “Con tutti i nostri sforzi,” mi dice Ida, “alla fine non siamo che una goccia nel mare. Ma del resto senza quella goccia il cambiamento non inizia nemmeno.”

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Ida.

Patricio, il custode.

Giampietro, condomino-infermiere.

Ariston vuole portare il comfort—inteso come perfetta temperatura degli ambienti e dell’acqua—ovunque e a tutti, secondo il bisogno personale e soggettivo di ognuno. Scopri tutte le storie su aristoncomfortchallenge.com.

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