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Attualità

"Lo street style è una merda" - abbiamo parlato di moda con Costantino della Gherardesca

E anche di arte, collezionismo e di tutto ciò che di più consumistico possa esistere nel sistema creativo.

Non servono troppe parole per introdurre Costantino che già è abbastanza noto, blasonato e senz'altro controverso. Dopo tutta la rivoluzione estetica che sta avvenendo nella moda, e che sta ribaltando le carte in tavola in termini di eleganza, volevo parlare con qualcuno che conoscesse il valore della tradizione ma anche delle controculture. Peraltro Costantino ha vissuto la Londra degli anni '90, e per un frangente collaborato anche con i-D. Insieme abbiamo parlato sì di moda, ma anche di arte, collezionismo e tutto ciò che di più consumistico possa esistere nel sistema creativo perché talvolta, per essere consci del proprio punto di vista, bisogna prender fiato, uscire dalla bolla d'ottimismo e riequilibrare l'entusiasmo con del "sano" cinismo.

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i-D: Iniziamo!
Costantino: Ma non posso dire niente che sia diseducativo.

Dobbiamo parlare della tua Londra da ragazzo e di i-D, sei sicuro? Raccontami com'era il Costantino negli anni '90.
Molto più divertente rispetto a oggi. Allora esistevano delle scene e dei punti d'incontro, perché non c'erano i social network, esistevano pub, club, bar dove ci si agghindava per farsi vedere. C'era ancora la coda lunga degli anni '80. Avevo i capelli viola, gli orecchini, le scarpe di cuoio rosso con i tacchi. In quegli anni ti dovevi rappresentare così, non con la tua pagina Facebook. Il momento era il club. Non esisteva la vita online, ma proprio zero. La prima volta che andammo sulle chat io e i miei amici, solitamente in tre davanti a un computerone beige, fu per trovare gente a cui scroccare sonniferi e tranquillanti, medici che ci avrebbero fatto delle ricette gratuitamente per la petidina o i DF118. Londra era un posto molto più permissivo rispetto all'Italia, a Milano. La droga era normale anche per gente borghesissima che si faceva di droghe molto pesanti, quotidianamente, come se fossero delle tisane.

Dove hai studiato?
A 9 anni ero già in collegio. Sono stato in un collegio quasi fascista, nelle montagne svizzere, nel cantone Vaud. Poi in uno inglese "di sinistra", che ho amato molto, da cui però scappavo spesso per scorribande a Londra. Quello era nell'Hampshire, sempre in campagna. A 14 anni scappavo dal collegio svizzero per andare a Parigi in degli squat a prendere LSD. Quando uno vive fuori casa, in istituzioni così severe, è ovvio che, per reazione, dà il peggio di sé. Adesso invece, per reazione al mio passato, sono praticamente un monaco.

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