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LOVE IS IN THE...

"Non riuscivo a raggiungere l’orgasmo, poi ho provato un toy"

Abbiamo chiesto a un po' di ragazze di parlarci del loro rapporto con i sex toy, e di come a volte possono risolvere blocchi fisici o psicologici.
Giorgia Cannarella
Bologna, IT

Questo post fa parte del progetto LOVE IS IN THE… con MySecretCase per il lancio della linea di sex toy in collaborazione con VICE. Vibratori, ring, plug, toy controllabili a distanza, per tutt* e per tutte le cose che ti vengono in mente. Vai sullo shop di MySecretCase per saperne di più (e usa il codice MSC-vice-20 per uno sconto del 20 percento da inserire al carrello).

La prima volta che ho sentito How Cum Podcast mi sono messa a piangere. Camminando per strada mi sono infilata le cuffie ed ecco nelle mie orecchie la storia di una ragazza come me: una ragazza che a 28 anni non aveva mai avuto un orgasmo. Nelle prime puntate del podcast, Remy Kassimir invita ospiti diversi che le danno consigli, istruzioni e “compiti a casa” per farle capire come venire (cum, appunto). L’orgasmo arriva alla puntata sei grazie a un succhiaclitoride, e da lì il podcast cambia—diventa non più solo un’esplorazione dell’orgasmo, ma tutto ciò che gli sta intorno e che non necessariamente lo comprende. Dopo l’ascolto ho ordinato online un toy simile, l’ho usato e ho avuto anche io il mio primo orgasmo. Grazie Remy.

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All’inizio ero ovviamente entusiasta. Ho scritto alle mie amiche e ho brindato con il mio ragazzo (immaginate di avere aspettato 28 anni per il vostro orgasmo e ditemi se non avreste festeggiato anche voi). Ma con l’aumentare degli orgasmi raggiunti grazie al toy è arrivata anche una sensazione di disagio: se prima non riuscire a raggiungere l’orgasmo mi faceva sentire sbagliata, meno donna, ora mi sentivo comunque sbagliata per non averlo raggiunto ‘da sola’. Poco prima credevo di essere arrivata alla fine del mio viaggio, quando in realtà ero solo all’inizio.

Da allora è passato altro tempo e ho capito che nei toy non c’è niente di ‘innaturale’ o di ‘meno valido’ (e che l’orgasmo non è il fine ultimo di ogni cosa), eppure questa percezione riguarda ancora molte persone. “Ne ho uno regalatomi qualche anno fa da una ex che giace in qualche cassetto,” mi ha detto una delle ragazze che ho contattato per questo articolo. “L'ho provato una volta, ma l'idea di qualcosa di non ‘naturale’ un po' mi crea delle sensazioni contrastanti,” ha spiegato un’altra. E poi ancora: “Non li uso perché le mie dita funzionano benissimo.”

Come racconta l’illuminante libro Buzz, i sex toy esistono dall’alba dei tempi. Li usano gli animali. Ne abbiamo una menzione perfino nella Lisistrata di Aristofane. E una vera e propria industria è attiva almeno da inizio Novecento, anche se solo negli ultimi vent’anni è diventata mainstream. “Noi italiani siamo indietro rispetto agli Stati Uniti,” mi spiegano Morena e Ivano de Le Sex En Rose, che hanno da poco pubblicato un libro, il primo italiano, sui sex toy: “Lì esistono sex blogger che si occupano unicamente di recensioni di toy e hanno piattaforme seguitissime. D’altronde il movimento sex positive vede la culla proprio oltreoceano e lì i sex toy hanno giocato un ruolo fondamentale nella liberazione sessuale femminile. Negli anni Sessanta venivano utilizzati come veri e propri strumenti politici. E da noi in Italia, non dimentichiamolo, c’è il peso della religione cattolica.”

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“I sex toy sono strumenti progettati specificamente per dare piacere,” mi spiega Daniel Giunti del Centro di Sessuologia Il Ponte, “per cui possono essere dei compagni molto utili per tutti, indipendentemente che sia la prima, la seconda o la millesima volta che si raggiunge un orgasmo.”

Dal primo orgasmo e i sensi di colpa, dicevo, ho cambiato idea—e comprato vari altri toy. Ora so che non esistono orgasmi di serie A e di serie B. Che non esiste una contrapposizione tra naturale vs artificiale (come la mettiamo con tutte le ragazze che imparano a masturbarsi sfregandosi sui cuscini o usando il doccino?). E un sex toy può diventare, come nel mio caso, il fattore ‘sbloccante’ di una sessualità che per diversi motivi, fisici e psicologici (per la cronaca, anche la mia psicoterapeuta ha esultato per il mio orgasmo), aveva proceduto un po’ a rilento.

Ma i toy sono strumento di scoperta (o riscoperta) di sé anche in altro sensi: come mi ha spiegato una ragazza transgender pre-operazione con una forte disforia nei confronti dei propri genitali, “I sex toy mi hanno sicuramente aiutata nel mio percorso, prima personale e poi nelle relazioni intime con altri. Per un un po' ho semplicemente accantonato l'idea di provare piacere, ma col tempo ho iniziato a sperimentare proprio tramite i sex toy. Questo mi ha insegnato a togliere un po' di pressione dal rapporto che avevo con il mio corpo.”

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Secondo una ricerca di MySecretCase, su un campione di 4000 intervistati il 40 percento ha dichiarato di aver utilizzato per la prima una volta un sex toy prima dei 25 anni e il 10 percento entro la maggiore età. E anche nel caso in cui non faccia parte di un percorso, è comunque un’aggiunta divertente, piacevole e interessante. Tra le ragazze con cui ho parlato, quelle in coppia sembrano più aperte all’idea di sperimentare: “Ho una relazione di lunga durata e di tanto in tanto ci piace introdurre qualche novità. Ci sono periodi in cui li usiamo sempre e altri in cui rimangono chiusi nel cassetto, ma sapere che se abbiamo voglia di una ‘threesome’ o di giocare col controllo dildo e plug sono a portata di mano, è una figata,” mi dice una, mentre un’altra aggiunge: “Prima di comprare un vibratore per clitoride, non ero mai riuscita a venire durante il rapporto penetrativo. Da sola ci riuscivo benissimo, ma forse il multitasking non è il mio forte e mi era impossibile concentrarmi o tenere la posizione a lungo. Da allora ho fatto diversi altri acquisti: un vibratore da dito. e un paio hands free. Non tutti 'funzionano' a ogni uso, ma paradossalmente riuscire a raggiungere più facilmente l'orgasmo durante la penetrazione mi ha tolto anche un po' l'ansia di raggiungerlo ogni singola volta.” Un’altra ancora sintetizza così il rapporto coi toy: “Sono come la camomilla prima di andare a letto. Li uso quando voglio addormentarmi subito, felice e rilassata.”

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Come ben spiegano Morena e Ivano, “dovremmo decostruire l’idea che abbiamo di sessualità come qualcosa di quasi esclusivamente penetrativo, un’azione da performare, per valutare se siamo in grado di godere o di far godere a seconda dei ruoli attribuiti ai vari generi, altrimenti il sex toy viene visto solo come uno strumento per sopperire a una mancanza, nostra e dei partner. Una specie di aiuto esterno che crea così la dicotomia artificiale-naturale e si porta dietro un alone negativo. Lo stesso discorso vale per il lubrificante: le persone dicono ‘Non ne ho bisogno’ come se fosse un sostituto, e non un’aggiunta, a una lubrificazione naturale.”

“Le sensazioni e le stimolazioni sono differenti rispetto a quelle che possono dare le mani, la bocca, il corpo di un'altra persona,” puntualizza Giunti—che però, in risposta al timore di ‘disabituarsi’ ad altri tipi di stimolazioni, dice: “se ci si abitua alla stimolazione di un toy e ci si aspetta di ritrovarla anche quando non lo si usa, potrebbe volerci un po' di tempo ed esperienza per godere a pieno di stimolazioni differenti.”

Ora i miei sex toy riposano nel cassetto sul comodino di fianco a me, in varie forme e colori (perché diciamolo, serve davvero tutto quel rosa?). Mi assicuro sempre che siano ben ricaricati e che ci sia abbastanza lubrificante per utilizzarli. Se prima di conoscerli per me la sessualità era diventata fonte di angoscia e preoccupazioni, tutte legate all’orgasmo (ce la farò a raggiungerlo? Sono rotta? Sono l’unica ragazza al mondo a sentirsi così?), ora la vedo come un prato rigoglioso di possibilità di piacere, con o senza sex toy. E non me ne voglio negare nessuna.

Nell’articolo sono inseriti link a prodotti della linea VICE e MySecretCase. MySecretCase ci mette la materia prima, noi le parole. Tu mettici l’amore nel regalare i toy o usarli per te o in compagnia. Vai sullo shop per scoprire di più.