L’apice dello snobismo gastronomico, subito dopo ‘Bevo solo vini naturali’ e ‘Comunque il tartufo è sopravvalutato’, è ‘Io non guardo programmi di cucina’. Intendiamoci: io non ho mai guardato un programma di cucina né con entusiasmo né con passione. Li guardo con curiosità. Per ognuno cerco di capire cosa lo renda o meno interessante per un pubblico generalista, cosa ci sia di autentico e cosa di recitato e, soprattutto, per ognuno cerco di capire cosa succeda dopo, a telecamere spente. L’ho fatto con Top Chef, con i vincitori di 4 Ristoranti, con i perdenti di 4 Ristoranti. E ora anche con Bake Off Italia.L’altro giorno un dottore mi ha detto ‘Se non mi porti una torta non ti ricevo’.
Una particolarità che ha subito distinto Bake Off rispetto ad altri talent di cucina - Masterchef su tutti con i trope delle sfuriata dei giudici- è la zuccherosità (primo e ultimo gioco di parole sul tema) dei contenuti: i giudici sono tendenzialmente gentili, i concorrenti non vengono messi l’uno contro l’altro, perfino i colori sono pastello. Sarà questo che ne ha decretato il successo? O il pubblico ha semplicemente voglia di stordirsi con la visione di glassa da zucchero a pioggia e grattacieli di soffice pan di spagna?Nelle quattro edizioni prima della mia vittoria il concorrente vinceva un libro, ma comunque non si portava a casa nulla dal punto di vista economico, prendeva una percentuale ridicola, dell’1%, a fronte di un grandissimo impegno
Cosa ne dobbiamo dedurre? Che la popolarità degli ex concorrenti, anche di quelli che sono tornati ai loro lavori precedenti e non hanno proseguito nella strada della pasticceria, è tale che non hanno certo bisogno di interviste, anzi, vogliono addirittura tenersi lontani dai riflettori? Che dietro le quinte di Bake Off si annidano segreti inverecondi che non possono essere svelati? Propendo per la prima opzione e sono sinceramente contenta per loro.Un’altra doverosa premessa : prima delle interviste mi aspettavo di trovare qualcosa, qualsiasi cosa, che smontasse l’immagine patinata e sorridente del programma. E invece, se escludiamo una trascurabile polemichetta, non ho trovato nulla se non lodi, bei ricordi, ringraziamenti. Tutto è come sembra. Knam è il giudice burbero, ma impeccabile che non si lascia mai sfuggire una parolaccia, Parodi l’eterea epitome della grazia, D’Onofrio la nonna severa ma giusta che tutti avremmo voluto avere. Carrara è bellissimo e la bellezza, lo sappiamo, giustifica già una presenza in televisione (ovviamente sto scherzando, è un pasticcere con una lunga carriera televisiva anche all’estero, e tanto perché lo sappiate il sessismo al contrario non esiste). Bake Off proviene da un mondo parallelo, abitato anche da Alessandro Borghese, in cui si riesce a fare una televisione sobria, in cui vince il più bravo e non il più notiziabile, in cui i concorrenti che superano l’implicita linea tra il Bene e il Male vengono eliminati. Bake Off è la versione migliore di tutti noi, che se sbagliamo a fare la frolla non bestemmiamo ma ci rimettiamo a impastare e alla fine, anche se la crostata viene brutta, una lezione l’abbiamo imparata e dopotutto la cosa più importante è fare colazione con i nostri cari.Partecipare a Bake Off è stato tosto: ci alzavamo sempre prestissimo e non andavamo mai a letto prima di mezzanotte.
Carlo Beltrami, vincitore di Bake Off Italia 5, 40 anni
“Avevo già fatto i casting a Masterchef ma non ero passato. Mia moglie e le mie figlie mi hanno spinto a fare il provino. Partecipare a Bake Off è stato davvero tosto: ci alzavamo sempre prestissimo e non andavamo mai a letto prima di mezzanotte. E poi il caldo, lo stress, il turbinio di emozioni… però è stata un’esperienza bellissima, mi sono fatto tanti nuovi amici, sono andato d’accordo quasi con tutti.Io di mestiere facevo il serramentista, lavoro che continuo a fare part-time, ma nel frattempo ho aperto un laboratorio di pasticceria su ordinazione, per privati ed eventi, insieme a un’altra ex concorrente, Rosalind.
Alice Balossi, concorrente di Bake Off Italia 2, 34 anni
Devi mandare a memoria un sacco di ricette e finisci per studiartele di notte
Mariangela Plebani, concorrente di Bake Off Italia 2, 43 anni
“Per me è stata una sfida. Mi sono detta: l’anno prossimo sarò lì. E ce l’ho fatta. E pensare che non cucinavo dolci - solo salato. Ho mandato un messaggio su Instagram a Damiano Carrara, quel figo della Madonna, mostrandogli una mia creazione, e lui mi ha risposto incitandomi a continuare. Ho scoperto di avere un talento straordinario per il cake design.Durante il programma mi sono dovuta fare una gran gavetta, l’unico dolce di cui avessi già la ricetta era il tiramisù. Però è stato bellissimo. Peccato che poi mi sia venuta una trombosi - troppo stare in piedi, troppo stress… mi hanno operato e ho dovuto ritirarmi. Ma vorrei tornare a un’altra edizione, per ora però nessuno mi ha contattato. Mi ha comunque dato una grandissima popolarità. La gente mi ferma per strada - anche con la mascherina! Ho notato che mi riconoscono soprattutto cassiere e infermiere. L’altro giorno un dottore mi ha detto ‘Se non mi porti la torta non ti ricevo’. Il mio sogno sarebbe aprire una pasticceria in stile country con dolci inglesi e americani.”Peccato che poi mi sia venuta una trombosi - troppo stare in piedi, troppo stress… mi hanno operato e ho dovuto ritirarmi.
Elisa Sommariva, semifinalista di Bake Off Italia 1, 25 anni
“Quando ho partecipato a Bake Off avevo 18 anni, ero appena uscita dal liceo e avevo un’incredibile passione per la pasticceria. Era la prima edizione e non si sapeva cosa fosse ma tutti mi dicevano che ero bravissima e volevo mettermi alla prova. Per me è stato molto bello, ero la più piccola, sia i giudici che i concorrenti mi trattavano bene e mi sono fatta belle amicizie. In generale è un’esperienza che consiglio caldamente se la si vive nel modo giusto, però se un concorrente vuole davvero fare il pasticcere consiglierei di farti prima delle basi.Per me è stato un trampolino di lancio che mi ha dato i contatti, ma poi ho fatto studi specifici, un anno di apprendistato da Luca Montersino e altre esperienze. Diciamo che mi ha fatto capire che la pasticceria era la mia strada e dovevo continuare a imparare. Quest’anno ho finalmente aperto il mio laboratorio di pasticceria artigianale a Melegnano e, nonostante l’anno difficile, sono molto contenta di come stanno andando le cose.”Segui Giorgia su InstagramSegui MUNCHIES su Facebook e Instagram.È stato un trampolino di lancio che mi ha dato i contatti, ma poi ho fatto studi specifici, un anno di apprendistato da Luca Montersino e altre esperienze.