Tecnologia

Cosa devi sapere su Clubhouse, il social a cui non puoi iscriverti

Clubhouse è una nuova app su invito che si basa su conversazioni vocali. Ma la sue policy sulla privacy stanno già facendo discutere.
Daniele Ferriero
traduzione di Daniele Ferriero
Milan, IT
Clubhouse app icona
Foto di Florian Gaertner | imago.

Clubhouse è un social network a invito che si sta diffondendo in tutte le cerchie più esclusive (o ritenute tali). Si tratta di una piattaforma lanciata negli USA e incentrata sulle conversazioni vocali, e inizialmente ha attratto soprattutto le celebrità e gli investitori della Silicon Valley—un aspetto che ne ha inevitabilmente accresciuto la fama.

Come funziona Clubhouse

L’app è divisa in tante chat, al cui interno gli utenti possono intavolare conversazioni del tutto simili a quelle dei podcast. Qualche utente ospita regolarmente dibatti a cui aderiscono migliaia di persone, ma tu puoi benissimo decidere di collegarti per ascoltare e basta—sempre che tu riesca davvero a entrare.

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Iscriversi alla piattaforma, infatti, non è così semplice, o almeno non è semplice quanto per altri social media: hai bisogno di un invito ufficiale e di un dispositivo iOS.

L’analista di Augmentum Fintech Akash Bajwa ha raccontato a Sifted, un sito di notizie legate al mondo delle start-up, che la società madre di Clubhouse, Alpha Exploration, si sta focalizzando sull’espansione del bacino d’utenza in Europa attraverso un sistema d’inviti strategici. Pare che stia funzionando: al momento della stesura del pezzo, in Italia, Clubhouse è al primo posto tra le app social. Secondo Andrew Chen, partner nella società d’investimento Andreessen Horowitz—che ha una partecipazione nel processo di sviluppo della app—Clubhouse ha già superato i 2 milioni di utenti.

Come ci si iscrive a Clubhouse

L’app simula la struttura di una conversazione che potresti benissimo avere a una festa: entri in una stanza, ascolti e/o parli, e la discussione termina non appena tutti se ne vanno. Secondo il New York Times, gli influencer che si sono già fatti un nome sulla piattaforma non sono però quelli che potresti aspettarti, visto che molti di loro hanno tra i quaranta e i cinquant’anni.

Oltre a intercettare il crescente mercato degli audiolibri e dei podcast, un’utente ha raccontato poi al Times che Clubhouse l’ha aiutata a fare rete in tempi di COVID, sostituendosi ai convegni per i professionisti.

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“Stiamo costruendo Clubhouse per tutti,” recita il sito della compagnia, “non è destinato a essere esclusivo.” Clubhouse giustifica il suo modello a invito dicendo che permette di “far crescere la comunità lentamente,” invece che in una notte, e che c’è tuttora bisogno di ampliare le funzionalità prima di poter riuscire ad accogliere più persone. Nel frattempo, su Twitter, potete trovare diversi aspiranti utenti pronti a implorare un invito—e qualcuno su eBay sta persino provando a vendere i propri inviti.

Le critiche a Clubhouse e la questione della privacy

Nonostante la sua breve vita, l’app si è già imbattuta in varie polemiche. Alcuni utenti si sono lamentati del fatto che l’approccio permissivo alla moderazione scoraggi donne e minoranze dal dire la propria quando le conversazioni si fanno particolarmente tossiche. Come riportato da Vanity Fair in un articolo a dicembre 2020, la natura transitoria e solamente audio delle discussioni permette agli utenti di sollevare dubbi pseudo-intellettuali senza lasciare alcuna traccia. L’app possiede in realtà un meccanismo per segnalare l’hate speech, ma gli utenti hanno raccontato a Vanity Fair che le politiche sanzionatorie sono torbide e mancano di chiarezza.

Recentemente, l’app ha destato preoccupazione anche sul fronte della sicurezza. Clubhouse chiede agli utenti di condividere il numero di cellulare al momento dell’iscrizione. In più, bisogna consentire l’accesso all’intera lista dei contatti personali, in maniera da poter invitare altre persone in futuro.

Questo significa che tutti i tuoi contatti vengono registrati e archiviati nei server negli Stati Uniti, e significa anche che l’app crea dei cosiddetti “profili ombra” dei tuoi amici e della tua famiglia, anche se questi non sono sull’app—lo stesso vale anche per WhatsApp e Telegram. Secondo diversi esperti di privacy, questo potrebbe violare il GDPR (General Data Protection and Regulation) europeo.

Sulla carta, le chat audio di Clubhouse vengono eliminate una volta che tutti abbandonano la stanza. Tuttavia, l’informativa sulla privacy aziendale dichiara che le conversazioni vengono automaticamente eliminate se nessuno riporta una “Violazione della Sicurezza e Fiducia” durante la sessione. Se invece c’è un incidente di qualche tipo, Clubhouse conserva l’audio fino al completamento dell’indagine, e si riserva il diritto di condividerla con le forze dell’ordine in caso di necessità. L’azienda ha inoltre aggiunto che queste temporanee registrazioni sono protette da crittografia e che l’audio di chi sta soltanto ascoltando la conversazione, o si è silenziato, non viene registrato.

Benché Clubhouse offra interessanti opportunità per tutti creativi interessati all’audio, è difficile sapere se gli utenti rimarranno dopo l’iniziale attrazione—e questo, in parte, dipenderà dalla capacità dell’app a reagire alle richieste (e le critiche) di chi la usa.