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Attualità

Il Regno Unito vuole conoscere l'età di chiunque guardi un video porno online

Secondo i critici, la proposta di legge sul controllo dell'età per accedere ai siti porno potrebbe rappresentare un problema per la privacy degli utenti.

Il Regno Unito sta dibattendo sull'introduzione di una legge che richiederebbe ai siti porno di verificare l'età degli utenti prima di farli accedere ai propri contenuti. Oltre alle preoccupazioni riguardo alla privacy, gli attivisti temono che la nuova legge possa estendersi non solo ai siti porno, ma anche alle piattaforme generiche che distribuiscono contenuti per adulti, come Twitter e Google.

Questa settimana, alcuni attivisti vestiti con accessori per il bondage hanno inscenato le Kink Olympixxx (le "olimpiadi della perversione") fuori dal Parlamento britannico per protestare contro la controversa legge, chiamata Digital Economy Bill.

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La norma, che sta venendo dibattuta in questi giorni in Parlamento, potrebbe avere un impatto su come funziona internet nel Regno Unito, ma non sta ricevendo molta attenzione. Al momento, l'opinione pubblica sembra essere concentrata solo sulle faccende post-Brexit.

Cos'è la Digital Economy Bill

La norma prevede l'introduzione di un diritto a velocità minime di download, e aggiunge nuove pene per la pirateria informatica e per le telefonate pubblicitarie non richieste.

È la parte 3 della norma che risulta la più controversa. Prevede infatti un sistema di verifica dell'età per "prevenire l'accesso di persone con meno di 18 anni" a "materiale pornografico disponibile su internet su base commerciale," ma non definisce cosa intende nello specifico per "materiale pornografico."

Cosa comporta per il pubblico britannico?

A partire dal 2017, quando si pensa che sarà approvata la legge, agli utenti del Regno Unito che accederanno a siti porno sarà chiesto di verificare la propria età prima di poter accedere ai contenuti. La procedura non si applicherebbe agli utenti che accedono ai siti registrati in Gran Bretagna dall'estero.

Qualsiasi sito - che sia registrato in UK o all'estero - dovrebbe seguire questa norma. I siti con sede nel Regno Unito sarebbero passibili di multe fino a 250.000 sterline (circa 280.000 euro), mentre quelli con sede all'estero potrebbero essere penalizzati con l'esclusione dalle liste dei motori di ricerca come Google nel Regno Unito, o bloccando la processione dei pagamenti sul sito da parte delle compagnie di carte di credito come Visa.

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Chi controllerà il sistema?

L'autorità che controllerà questo nuovo sistema sarà la British Board of Film Classification, ma non avrà potere di decidere come sarà implementato il sistema di verifica dell'età. Si assicurerà solo che le compagnie britanniche applichino la norma. Ciò significa che ogni sito dovrà architettare una sua soluzione, o appoggiarsi a un servizio esterno.

Come sarà verificata l'età?

Tra le numerose proposte, alcune sono state dimostrate la scorsa settimana dalla Adult Provider Network, un'associazione di categoria costituita ad agosto per coordinare le risposte alla proposta di legge.

Stando ad Alec Muffett, ex ingegnere di Facebook e membro del consiglio di amministrazione di Open Rights Group, una soluzione proposta dalla compagnie Verifu richiede l'accesso al profilo Facebook. L'ingegnere ha definito una simile proposta "mal concepita, ingiustificata, sproporzionata e rischiosa."

Altre soluzioni includono fornire il numero della carta di credito o i contratti dei telefoni cellulari, che sono stati già verificati con il passaporto o con la patente.

Proteggerà davvero i bambini dal porno?

Probabilmente no. Tramite servizi come i proxy e i VPN che rendono anonima la località dell'utente, chiunque abbia anche un livello moderato di conoscenza tecnologica potrà accedere ai siti all'interno del Regno Unito senza verificare l'età.

"Come per i filtri sul web, non ci sono prove che la verifica dell'età impedirà un adolescente minimamente determinato ad accedere alla pornografia, né che ridurrà la domanda di pornografia tra i giovani," ha detto Jim Killock, direttore esecutivo di Open Rights Group.

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Cosa ne sarà dei dati personali?

L'obiettivo del sistema sarà anche quello di proteggere i bambini, ma cosa ne sarà della privacy degli utenti quando dovranno fornire informazioni personali riservate?

"Non ci sono divieti su come usano i dati personali," spiega a VICE News Myles Jackman, avvocato e attivista, parlando delle compagnie che dovranno raccogliere le informazioni di coloro che vogliono accedere a siti porno.

Il BBFC, l'autorità di controllo, non si è ancora visto affidare alcuna mansione sulla privacy e sulla sicurezza; pare quindi che il governo stia affidando le responsabilità di questi dati agli interessi commerciali di soggetti terzi, aggiunge Jackman.

Muffett fa notare come simili database potrebbero causare seri problemi agli utenti di un certo profilo. "I tabloid pagherebbero ingenti somme per accedere a una lista che delinea le preferenze in fatto di porno della squadra titolare del Manchester United."

Quali misure proteggeranno i dati personali?

Quando è stato chiesto quali misure saranno implementate dalle legge per proteggere i dati personali in mano a soggetti terzi, i proponenti hanno indicato la Draft BSI Security Standard (Draft PAS 1296:2017), una normativa che in origine era stata scritta per impedire ai minori di 18 anni di acquistare coltelli.

La normativa non è più online, ma prima di essere rimossa Muffett ha fatto un live-tweeting del contenuto del documento, sottolineando il fatto che richiede che a ogni utente sia assegnato un numero identificativo che sarà usato in tutti i diversi servizi. Ha anche indicato che per dare forza ai propri requisiti, la normativa utilizza statistiche vecchie di dieci anni.

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Potrebbe avere un impatto sul resto di internet?

Sì. Dato che si può accedere a foto e video pornografici da una grande varietà di servizi online, anche questi potrebbero essere costretti a verificare l'età dei propri utenti. Potrebbe avere conseguenze anche per Google, Facebook, Tumblr e Twitter.

David Austin, amministratore delegato di BBFC, ha testimoniato davanti al Parlamento, suggerendo che l'impatto della verifica dell'età potrebbe estendersi oltre ai siti porno.

"Sono le organizzazioni il cui lavoro facilita e che permette la distribuzione di pornografia," ha detto Austin la scorsa settimana. "Certamente c'è motivo di sostenere che i social media come Twitter sono provider di servizio secondari. Ci sono proprietari di account Twitter che forniscono pornografia su Twitter, quindi credo che si potrebbe certamente sostenere questa cosa."


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