Semen terrorism Sperm Sex crime South Korea
Protesta contro lo “spy-cam porn” a Seul, 2018. Foto di Ed JONES / AFP.
Attualità

Cos'è il 'semen terrorism', che in Corea del Sud non è considerato un reato sessuale

In Corea del Sud, eiaculare sugli oggetti personali di una donna ignara non è considerato un reato sessuale—ma c'è chi si batte per cambiare le cose.
Junhyup Kwon
Seoul, KR
JL
illustrazioni di Jordan Lee

Una tazza di caffè allungato con sputo, lassativi, afrodisiaci e sperma è l’intruglio che uno studente universitario ha servito a un’ ignara compagna di classe in Corea del Sud, come ripicca per aver rifiutato le sue avance.

Nel corso di dieci mesi, durante il 2018, lo studente ha commesso 54 atti di violenza di vario tipo verso la giovane donna. Stando a documenti del tribunale che VICE World News ha potuto visionare, lo studente ha spalmato sperma anche nei prodotti di makeup della donna. Tracce di saliva e muco sono state trovate sul suo spazzolino da denti. E mentre si trovavo entrambi in un viaggio di ricerca di gruppo sull’isola di Jeju, è entrato nella camera di hotel della compagna e ha rubato la sua biancheria per masturbarsi.

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Nel 2019 è finito in tribunale, dopo che un’altra persona che frequentava gli stessi corsi ha scoperto un diario in cui lo studente descriveva nei dettagli i vari atti, e l’ha portato alla polizia. “Il caso includeva crimini bizzarri e perversi, da far venire il vomito,” ha sentenziato il giudice. L’accusa ha anche sottolineato come gli eventi abbiano traumatizzato la vittima, rendendole impossibile una vita normale.

Ma ciò che è successo dopo ha sconvolto l’opinione pubblica. Il tribunale ha stabilito che mescolare sperma nel caffè non contava come reato a sfondo sessuale. Il giovane uomo è stato invece ritenuto colpevole di “furto, effrazione, lesioni intenzionali e danni materiali” e condannato a tre anni in prigione.

Il caso rientra in una tendenza preoccupante, definita in Corea del Sud come “semen terrorism”—ovvero, l’atto di eiaculare (e in certi casi urinare) sui beni di una donna.

Attiviste, parlamentari e vittime vogliono che sia modificata la classificazione di questi atti in comportamenti criminali a sfondo sessuale, anziché come meri danni materiali. La campagna arriva in un momento in cui la Corea del Sud sta assistendo a una forte spinta reazionaria contro femminismo e parità di genere.

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In un processo del 2020, un uomo ha ricevuto solo una multa dopo che si è scoperto che aveva eiaculato sei volte nel thermos per il caffè di una collega. Il tribunale ha stabilito che le azioni dell’uomo “avevano danneggiato il thermos.”

In un’intervista televisiva con l’emittente sudcoreana SBS, un’altra giovane donna ha riferito di incidenti simili. La donna, che all’epoca viveva sola e studiava per diventare insegnante, ha trovato una coperta “umida” e con macchie di una sostanza non identificata—che si è poi scoperto essere sperma. Ha denunciato la cosa alla polizia, che ha rintracciato il responsabile tramite le telecamere di sicurezza. Era uno studente che frequentava la stessa università.

“Ero sconvolta,” dice la donna nell’intervista. “Non sapevo assolutamente chi fosse.”

L’incidente l’ha traumatizzata e lasciata in preda a “rabbia e frustrazione.” Non si sentiva più al sicuro e “dubitava di tutto.”

“Il semen terrorism è, senza dubbio, una violenza verso le donne perpetrata da uomini. Non è un mero fetish sessuale,” dichiara il gruppo per i diritti delle donne Haeil. “Ogni atto perverso [che sentiamo raccontare] è alimentato da una mascolinità tossica, dal bisogno di controllo e dalla convinzione che le donne non siano uguali agli uomini.”

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Il gruppo aggiunge: “Le vittime sono state prese di mira in spazi pubblici semplicemente perché sono donne, e sfortunatamente in Corea la maggior parte delle vittime sceglie di restare in silenzio perché sanno che saranno loro a subire umiliazioni e ritorsioni su internet.”

 Illustrazione: Jordan Lee / VICE

Illustrazione: Jordan Lee / VICE

Luna Yoon, 31enne di Seul, racconta di quando uno studente dell’università è stato colto in flagrante mentre spalmava di sperma le scarpe di una compagna di corso. “Una persona mi ha mandato l’articolo che ne parlava, ero disgustata,” racconta Yoon a VICE World News.

Ma la cosa più inquietante è stata la reazione delle persone al caso.

La gente online speculava sull’aspetto della vittima. Qualcuno ha scherzato su quanto “in forma” dovesse essere lo studente. “C’erano persone che facevano commenti osceni sulla vittima e ridevano. Qualcuno ha persino detto che la vittima avrebbe avuto una vita sessuale appagante ‘se solo avesse dato un’opportunità a questo tizio’,” dice Yoon.  

Per via di ciò che ha visto online, Yoon ha esitato molto prima di parlare apertamente di ciò che le è successo anni fa.

Una sera del 2015 era sul treno e si è accorta di essere osservata da un passeggero nello stesso vagone. Poi si è addormentata e si è svegliata quando il treno è arrivato a Seul, il capolinea.

A quel punto si è alzata e ha preso il suo zaino—accorgendosi che era macchiato da un liquido viscoso e biancastro sul davanti. “Era disgustoso,” dice Yoon. Non ne era certa, ma le sembrava sperma.

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“Qualsiasi cosa fosse, era disgustosa,” dice Yoon. Ha buttato via lo zaino subito. “Mi ha lasciato la sensazione di una molestia,” dice. “Non sapevo se qualcuno mi avrebbe creduta, così non ne ho mai parlato e ho cercato di non pensarci.”

Illustrazione: Jordan Lee / VICE

Illustrazione: Jordan Lee / VICE

Sono diversi i fattori che potrebbero convincere una persona a compiere atti di “semen terrorism”, stando ad Andrew da Roza, psicoterapeuta inglese che vive a Singapore ed è specializzato nel curare persone dipendenti dal sesso.

Per cominciare, la persona potrebbe soffrire di disturbi di salute mentale pre-esistenti, come comportamenti sessuali compulsivi o fobia sociale, disturbo antisociale di personalità e depressione—tutte cose che rendono difficile coltivare relazioni salutari o persino intraprendere interazioni normali con potenziali partner.

“Un ‘semen terrorist’ potrebbe essere qualcuno che è isolato, solo, con poche abilità sociali. Qualcuno che consuma pornografia in modo compulsivo e usa piattaforme online che perpetuano o celebrano mascolinità tossica e molestie sessuali,” dice da Roza a VICE World News.

Nel caso dello studente che ha messo lo sperma nel caffè della compagna di corso, è stato detto che era “estremamente stressato” dal lavoro e altri impegni. I documenti del tribunale rivelano però come parte del movente fosse l’essersi sentito rifiutato dalla donna.

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“Vivono in un mondo di fantasia, dove trasformano le donne in oggetti e non le vedono come persone, e questo deriva probabilmente dal non riuscire a relazionarsi con loro per i rifiuti che ritengono di aver subito in passato,” dice de Roza.

Aggiunge che, al di là dei problemi di salute mentale, questi uomini potrebbero soffrire di disturbi fisici come disfunzione erettile, eiaculazione precoce e bassa libido—cose che possono rendere stressante avere una vita sessuale salutare.

E poi c’è, ovviamente, la società coi suoi condizionamenti.

Un cartello di protesta a una manifestazione contro la diffusione di immagini rubate con videocamere nascoste come pornografia, a Seul. Foto: Jung Hawon / AFP

Un cartello di protesta a una manifestazione contro la diffusione di immagini rubate con videocamere nascoste come pornografia, a Seul. Foto: Jung Hawon / AFP

“Femminismo” è diventato una parolaccia in Corea del Sud, dove il movimento MeToo ha incontrato un’opposizione dura. Per quanto il “semen terrorism” non sia limitato alla Corea del Sud, la sua diffusione qui coincide con un momento complesso, in cui il paese fatica a venire a patti con cambiamenti che stanno rivoluzionando altre parti del mondo.

Anche le videocamere installate di nascosto per registrare le donne nei bagni pubblici o nelle loro stesse case sono un problema serio nel paese. “Questa è una società che valuta ancora più gli uomini delle donne, e che ha appoggiato a lungo questa disuguaglianza nei costumi sociali e nel sistema legislativo,” dice la giornalista Jean Lee, esperta di Corea al Wilson Center di Washington. Spiega che è in corso una “moderna guerra culturale” in cui gli uomini rifiutano un cambiamento nelle dinamiche di potere.

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“La Corea del Sud è lenta nel riconoscere e correggere le disuguaglianze di genere e i numeri parlano chiaro: il paese ha il peggior divario tra gli stipendi maschili e femminili di tutte le nazioni OCSE, per esempio, e vediamo discriminazioni anche nel sistema legale, che non sa proteggere adeguatamente le donne,” spiega Lee.

“Ma forse le cose stanno per cambiare, ora che le persone parlano apertamente delle discriminazioni che subiscono le donne,” dice.

Per quanto sia complesso quantificare il problema del “semen terrorism”, un report della polizia che VICE World News ha potuto consultare mostrava 44 casi denunciati tra il 2019 e il 2021, 37 dei quali mandati alla Procura. “Sono chiaramente reati sessuali, ma sono puniti come altro,” scrive The Women’s News, una testata femminista, in un articolo. “Questi terroristi usano [la legge] come scudo per negare di aver commesso un reato sessuale. Il tribunale lo accetta e impone solo multe leggere.”

South Korean women protest in Seoul. Photo: Jung Yeon-je / AFP

Protesta a Seul. Foto: Jung Yeon-je / AFP

I legislatori puntano su scappatoie legali che permettono a responsabili di atti simili di cavarsela con “punizioni leggere” anziché essere accusati di reati sessuali.

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Shailey Hingorani, responsabile del gruppo per le pari opportunità AWARE di Singapore, dice che le autorità devono imparare che i reati sessuali hanno molte forme.

“La violenza sessuale non è solo fisica. Può essere verbale, visiva e, nel caso del ‘semen terrorism’, coinvolgere azioni fisiche che comprendono non solo il corpo di una vittima ma anche i suoi beni materiali, che sono rappresentazioni della sua identità,” dice Hingorani.

“Per la legge della Corea del Sud, per essere riconosciuto come tale un reato sessuale deve includere violenza o intimidazioni fisiche—questo è un modo rudimentale e obsoleto di concepire la violenza sessuale.”

Lee Sue-jung, rinomata psicologa forense e professoressa all’università di Kyonggi spiega a VICE World News che riconoscere i casi di “semen terrorism” come reati sessuali non è però così immediato, data la complessià. Dice che intenzioni personali e traumi mentali potrebbero essere complicati da dimostrare in un’aula di tribunale.

“È facile [per la polizia] risalire ai responsabili perché nello sperma c’è il DNA,” dice. “È più difficile dimostrare che l’atto sia stato intenzionale, specialmente quando la persona indagata si difende dicendo di non averlo fatto apposta.”

Lee ha lavorato su diversi casi di crimini gravi e contribuito all’introduzione della legge contro lo stalking. Parla del ruolo che un trauma può giocare in questi crimini e riconosce che, per le vittime, la strada è ancora molto lunga, nonostante alcuni legislatori spingano per un cambiamento. Cita gli esempi di soldatesse morte suicide dopo aver subito reati sessuali e sofferto di problemi di salute mentale. “Il trauma psicologico non è riconosciuto propriamente nel paese,” spiega.

“Proteggere le vittime e punire i responsabili non sono sempre la stessa cosa. Il nostro approccio agli emendamenti deve essere cauto.”

Ma stando al gruppo femminista Haeil, se non saranno prese misure adeguate, il problema peggiorerà e sempre più donne si chiuderanno nel silenzio. 

“Le donne sono preoccupate delle punizioni blande da parte della legge e dalle rappresaglie pubbliche, per questo sono riluttanti a denunciare questi reati; i loro resoconti potrebbero essere passati in giro come gossip o guardati come porno.”