Propaganda continua a portare il rap nelle strade e le strade nel rap

Mentre scorrono e rintoccano i quasi quindici anni d’infinita lunghissima carriera, la scorza di Propaganda si rinforza e fortifica, il più navigato dei velieri in un mare di tempeste senza fondo. Schiere di bucanieri e corsari che battono bandiera incerta, tra acque traforate dalle rotte di spezie e merci preziose.

Quelle merci così di valore, però, hanno la strana forma di un carico fantasma e, se ti avvicini, senti mugolare diverse migliaia di voci che si accavallano e mischiano e sembrano cantare in rima. Il motivo è chiaro: non è un mare, ovviamente, non si tratta di vascelli né di voci consumate dalla salsedine.

È il mondo del rap italiano, che però qualcosa dell’ossessione tutta marinaresca per gli abissi la ha davvero. E, a dirla tutta, anche Propaganda ha qualcosa di piratesco, nelle sue corde: la stortura tutta hardcore di chi ha zero voglia di compromessi e chili di street cred sulle spalle.

Anche per questo, in tutti questi anni, questa strana ma solidissima realtà di management e etichetta, agenzia e booking, questa vera e propria rete sotterranea di musica e arte, tatuaggi e abbigliamento, è diventata tra le più importanti di tutta la scena. Merito delle radici che stanno tra Ministero dell’Inferno e il centralissimo Noyz Narcos, certo, ma è merito anche di un’attitudine del tutto particolare e di un amore per questa musica e queste barre che fatica a spegnersi.

Per festeggiare tutto questo, da oggi a venerdì 12 settembre, ci sarà a Milano la Propaganda Summit edition, con qualche milione di dj set e tonnellate di street culture, musica e streetwear, live painting e, sì, quasi sicuramente ci troverete il vostro rapper preferito. Quale? Scopritelo da voi, andandoci!

E nel frattempo godetevi questa carrellata di foto che ci raccontano anche la storia di Propaganda.

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