DJs for a People's Vote party on Saturday 23 March 2019
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Musica

Si può fare politica ballando? Abbiamo intervistato i DJ contro la Brexit

Brexit sembra imminente, ma un milione di persone hanno invaso le strade di Londra per protestare ed è diventata una grande festa con sound system, DJ set e Fatboy Slim.
Simon Doherty
London, GB
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT

Il cielo di Londra è coperto di nuvole mentre mi faccio strada nella giungla di corpi che occupa la strada. Un soundsystem installato su un camion parcheggiato poco più avanti spara "I Feel Love" di Donna Summer a tutto volume. Il DJ, co-fondatore di Block9 e attivista Gideon Berger urla in un microfono "All you need is love", scatenando esultanze selvagge. "Fanculo l'odio… e fanculo la Brexit". Tutto giusto, direi. Dopotutto, siamo tutti qui per la festa/protesta DJs for a People's Vote, dove un soundsystem mobile capitanato da gente come Fatboy Slim e Norman Jay MBE si è unito alla parata di Mayfair della Marcia per il Voto Popolare di sabato 23 marzo, alla quale si dice abbia partecipato oltre un milione di persone. Il loro obiettivo è in linea con quello della protesta: concedere al popolo britannico un nuovo voto prima che il paese esca rovinosamente dall'Unione Europea.

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Alla mia sinistra, un uomo in camicia hawaiana stringe un cartello che recita "Rosci contro la Brexit", che agita a tempo con il beat. Alla mia destra, una donna con un cappello di lana arancione alza un cartello con scritto "La musica si sente meglio con la UE". Alla console c'è il londinese DJ Artwork, mani al cielo, affiancato dalle leggende del ballo Lucy Fizz e Chester Hayes che saltano. Questo soundsystem è stato preceduto dal più piccolo Stop Brexit System (SBS), una piattaforma precaria con una console attaccata a un generatore su ruote attivato a pedali. Eppure, seppur circondato da tutte queste vibrazioni positive, non ho potuto fare a meno di chiedermi, visto il caos dell'attuale clima politico, se tutto questo avrebbe fatto alcuna differenza sul lungo termine. Per un esterno che non conosce la storia e la natura della cultura clubbing, avrebbe potuto sembrare soltanto una scusa per fare casino.

Fatboy Slim at the DJs for a People's Vote party on 23 March 2019

Fatboy Slim fra la folla (ma poi ha anche suonato)

Prevedibilmente, tutte le persone che incontro (con l'eccezione di questo prete, in piedi ai margini del corteo, con in mano un cartello che dice "Nigel Farage è stato mandato da Cristo per portare la Gran Bretagna fuori dall'Europa") condividono la stessa opinione: la campagna per il Leave ha fatto promesse false, la gente ha votato in base a una versione idealizzata di quello che la Brexit sarebbe potuta essere. Per loro, soltanto un altro referendum sarebbe veramente democrazia.

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Dalle mie conversazioni con i manifestanti mentre il system procede attraverso Trafalgar Square, ho l'impressione che alcune persone siano felici di poter affrontare un discorso politico senza ricorrere a gare dialettiche sui social media o rivolte violente. Paul, un 23enne che lavora nell'industria cinematografica, mi dice che è qua per due motivi: "Uno: siamo contro la Brexit; due: andiamo sempre alle feste in strada di Artwork. Di solito vengono interrotte dalle autorità, ma si sta sempre bene".

Per Artwork stesso, eventi come questo spargono la voce di quello che lui crede sia un diffuso cambiamento d'idea in Gran Bretagna. "Sono passati due anni", mi dice. "Ora tutti sanno di che cosa si tratta, controlliamo che tutti abbiano capito bene prima di fare una pazzia. Se hanno capito, e votano ancora a favore, allora va bene, andiamo avanti. Ma è il caso di controllare". Vista la velocità con cui scorrono gli eventi, è difficile capire se la visione di Artwork è condivisa dalla popolazione. Un sondaggio di YouGov effettuato a metà marzo ha rilevato che il 43 percento degli inglesi voleva che i parlamentari votassero contro il rinvio della Brexit. Una settimana prima, soltanto il 34 percento degli intervistati la pensava così.

Dance legends Lucy Fizz and Chester Hayes

Lucy Fizz e Chester Hayes.

Parlo con Gideon prima del corteo, e lui mi informa che dal voto sulla Brexit è preoccupato per l'arrivo di Trump, di Bolsonaro e per l'ascesa del populismo in tutta Europa. Pensa che eventi come questo possano motivare le persone a occuparsi di argomenti più seri. "Associare la musica con la politica, con la lotta e con la protesta è una cosa molto importante, perché mette sotto i riflettori le giuste tematiche", dice. "La musica house, per la sua natura, le sue radici e il suo DNA, è sempre stata politicizzata. È nata dai margini della società; dalla cultura nera, gay e underground".

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Quando Fatboy Slim mixa la sua hit “Praise You Like I Should” con la cover dei The Source del classico di Candi Staton “You’ve Got the Love” la via si blocca. Sento qualcuno impartire l'istruzione di "ballare e camminare". Il sollievo euforico dopo il giorno in cui un milione di persone ha preso parte al corteo People's Vote non è una cosa che dimenticherò facilmente. Ma quanto impatto possono avere questi eventi? Possono davvero mettere in moto un cambiamento è soltanto uno sfogo? HAAi, che ha vinto l'ultimo ‘Essential Mix of the Year’ della BBC, crede che la protesta mandi "un chiaro messaggio al governo. È ovvio che la situazione attuale non rifletta il volere del popolo", dice. "Milioni di persone sono state ingannate perché votassero una misura irrealizzabile".

Sento un'opinione altrettanto ottimista da Lucy, una 28enne che lavora nel settore sanitario di cui interrompo le danze per una breve chiacchierata. "Il referendum della Brexit è stato antidemocratico perché era basato su menzogne", mi dice. "Una manifestazione come questa può mettere pressione ai governi; dice 'guardate, molti di noi la pensano in questo modo'. I deputati devono riconoscerlo". Realisticamente, mentre Theresa May prosegue l'odiata trattativa, i parlamentari potrebbero votare vari emendamenti che non hanno nulla a che fare con un altro voto popolare. Sparky, 49enne che lavora con il Dig It Sound System, crede che per quanto azioni come quella di oggi non garantiscano risultati politici, possono sempre scuotere la situazione. "Se la gente è disposta a mobilitarsi e uscire di casa è una minaccia maggiore rispetto a restare semplicemente a casa. Si può spingere i politici a ripensare alle proprie azioni".

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La folla ondeggiante, in una selva di bandiere dell'UE, cartelli e qualche fumogeno, continua la festa fino a verso le 18, quando la polizia ha fatto smettere simultaneamente tutti i system in o attorno a Trafalgar Square. “Questa è una protesta pacifica e stiamo raccogliendo tutta l'immondizia", Gideon annuncia mentre il corteo raggiunge un crescendo. "Ci fate suonare ancora un po', Polizia? Tanto il governo conservatore sta per crollare lo stesso", aggiunge mentre l'ultima canzone, “Everybody Wants to Rule the World” dei Tears For Fears, giunge alla conclusione. Dalla folla, un boato.

DJs for a People's Vote party

Alcuni sono, ne sono certo, delusi dalla fine improvvisa. Ma non reagiscono con aggressività od ostilità. Nonostante il subbuglio politico e il futuro incerto in cui ci troviamo, si sente una speranza nell'aria. Detto ciò, non è facile misurare le conseguenze più ampie di tutto questo al di là della giornata. La mancanza di opinioni contrastanti alla protesta è leggermente scoraggiante; aumenta la sensazione di abitare una bolla politica nella quale non abbiamo idea di come veniamo percepiti dall'esterno. Ed è così che siamo finiti in questa situazione la prima volta.

Allo stesso tempo è molto difficile affermare che questi eventi, che si pongono a metà strada tra clubbing e corteo di protesta, non servano a coinvolgere i più giovani nella politica, cosa molto importante. Mentre il sole tramonta e un esercito di addetti alle pulizie scende in campo, i gruppi di manifestanti si disperdono, convinti di aver fatto una concreta affermazione culturale. "Sarebbe un disastro se la Brexit passasse in qualunque forma", dice Gideon. "Ma possiamo trovare un minuscolo risvolto positivo in quanta gente si è mobilitata per resistervi. Reintrodurre la protesta nella cultura giovanile di massa sarebbe sicuramente una vittoria. La maggior parte delle persone capisce la gravità di questo periodo, dev'essere e può essere un momento di svolta. Può esserlo davvero".

La versione originale di questo articolo è stata pubblicata da Noisey UK.

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