FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

La traccia perfetta

Abbiamo creato un uber-tema che farà svoltare intere generazioni di studenti.

Oggi è il giorno della "prima prova", ovvero quel giorno dell’anno in cui guardi il tg all’ora di pranzo e ti trovi davanti quintali di immagini di repertorio di adolescenti con le occhiaie riversi sui banchi risalenti per lo più agli anni Novanta, varie infografiche del tutto inutili e le interviste ai tre studenti di turno all’uscita della scuola—generalmente il Torquato Tasso di Roma—che di solito hanno fatto il tema più scemo. Non si scappa, l’esame di maturità è il fondamento nazionalpopolare più solido d’Italia dopo il calcio, ispiratore eterno di film atrocii, canzoni di merda e, da quest'anno, di miriadi di hashtag. Ovviamente c’è anche chi ci ha creato sopra un business.

Pubblicità

Le tracce dei temi sono ogni anno oggetto di mille voci di corridoio, live blogging selvaggio e perfino qualche polemica. Questa volta sono usciti Montale, il labirinto nell'arte, il principio di responsabilità e la civiltà tecnologica, la crisi e i giovani (con brani su Steve Jobs, rapporto Censis sul lavoro e Istat), il bene comune e individuale, Hannah Arendt e lo sterminio degli ebrei e, dulcis in fundo, "Avevo 20 anni: sogni e stili delle nuovi generazioni". In altre parole, anche quest'anno le tracce sono il solito mischione di giovanilismo piatto, “impegno” e Montale/Leopardi/Dante, che porteranno gli studenti a scrivere l'ennesimo polpettone politicamente corretto (o politicamente scorretto in maniera corretta), gonfiato di tanti sani e nutrienti luoghi comuni. Tanto i professori non vogliono altro.

Ebbene, onde evitare che negli anni a venire ci sia lo stesso spreco d'energie, tanto da parte degli studenti che devono scrivere quanto, soprattutto, dal resto della popolazione costretta a sorbirsi le solite minchiate pre e post maturità, ho deciso di scrivere un tema adatto a tutte le tracce di quest’anno che, sono sicuro, sarà aderentissimo anche a quelle del prossimo. Una specie di temone universale figlio della uber-traccia omni-comprensiva, che farà svoltare intere generazioni di studenti. Prego, non c'è di che.

TITOLO

Il labirinto della crisi giovanile

SVOLGIMENTO:

Montale era un poeta, un grande intellettuale, critico e uomo del suo tempo. Nella sua filosofia ritroviamo il male di vivere e l’alienazione, la società cieca che va incontro alle cose futili e perde valori spirituali, concetti rintracciabili anche in Calvino. Ecco dunque che il labirinto può essere visto come condizione esistenziale dell’uomo nell’ignoto cosmico, che di fronte all’insignificanza del suo posto nell’universo e all’incertezza dei valori continua a percorrere le stesse strade cieche che non lo portano da nessuna parte. L’uomo si mette in mano ai poteri forti e all’economia, prende piede la crisi economica, frutto di un capitalismo privo di una attenzione all'individuo e incapace di valorizzare le giovani menti. I giovani non hanno più prospettive, senza valori né futuro. In questo senso, figure come Steve Jobs rappresentano l’esempio della creatività audace e all’avanguardia che non avrebbe spazio di emergere nella situazione contemporanea, persa in un labirinto magico di ariostesca memoria. Il progresso tecnologico, anima e motore del consumismo, ci spinge oltre le barriere dell’immaginabile. Se non ci fermiamo un attimo a riflettere sulle implicazioni etiche delle nostre azioni si rischia il collasso ecologico, e contemporaneamente la perdita dei valori della dignità umana che, come insegna Hannah Arendt nel fondamentale La Banalità del Male, ha tra le sue conseguenze tragedie al pari dello sterminio degli ebrei. Eliminati come fossero un problema burocratico qualsiasi, allo stesso modo in cui sfruttiamo i Paesi del terzo mondo-anche qui, solo numeri e non uomini. È necessario, invece, preoccuparsi del bene comune in armonia con quello individuale, camminare insieme guidandosi a vicenda lungo le strade strette e tortuose di questo labirinto esistenziale cubista. Viene quindi in aiuto, come risorsa fondamentale, lo spirito d’iniziativa tipico delle menti giovani e creative a cui Steve Jobs si rivolgeva col celebre motto “Stay hungry, stay foolish”. Perché i vent’anni sono l’età in cui si costruiscono e consumano tutti i sogni e le speranze. La nostalgia rimane, specialmente se i sogni e le prospettive della propria generazione sono smarriti in una società che ha preferito il progresso tecnologico ed etico alla dignità degli individui e della natura, sotto la legge della “nuova barbarie” consumistica descritta da Montale e preannunciata dall'olocausto. Una crisi economica o di valori, che spinge i giovani a soddisfare bisogni materiali quando davanti a loro non c'è neppure la speranza di un posto fisso, arresi di fronte all'impossibilità di raggiungere il livello di Steve Jobs. Il mondo somiglierà a un grande centro commerciale, e non sarà colpa della Apple, ma della leggerezza con cui gli uomini di potere sfruttano gli altri uomini. Da questa consapevolezza, nel dopoguerra, dopo Auschwitz, inizia la crisi dell’arte figurativa e Pollock dipinge le macchie, avvicinabili a un labirinto di incomunicabilità e impenetrabilità. Come diceva Montale, appunto.

Dedico questo tema alla memoria del giovane impavido che stamattina ha chiesto aiuto a Yahoo! Answers per la traccia A.