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Il video di Berlusconi è il punto più alto di questo Milan

Silvio Berlusconi ha pubblicato un videomessaggio per tutti i tifosi del Milan che raggiunge vette così alte da risultare, indubbiamente, il momento migliore degli ultimi anni della squadra.

Da diversi mesi a questa parte ho un grande rapporto con Silvio Berlusconi per il semplice fatto che ha iniziato a seguirmi su Instagram senza alcun apparente motivo. Da allora, oltre all'anno in cui siamo scesi in campo (lui in politica io nella vita) sento di avere qualcosa in comune con quest'uomo e vorrei che questo qualcosa fosse universalmente riconosciuto. Anche se probabilmente non accadrà mai. Così, quando ieri sera mi sono imbattuto nel suo ultimo video su Facebook, ho deciso di abbandonare ogni attività programmata e guardare in loop questi tre minuti di emozioni infinite.

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Il video è dedicato ai tifosi del Milan, ma va detto subito che riesce a essere comunque un forte messaggio alla nazione—tanto che io stesso, interista (pentito, ma interista) mi sono sentito estremamente coinvolto durante la visione.

Non appena schiacciato play veniamo catapultati in un mondo quasi parallelo, rappresentato da un'inflessione della voce che a tratti sembra un'imitazione di Maria De Filippi in una puntata di C'è Posta Per Te. Quindi capiamo che tutto ciò che seguirà sarà davvero molto sentito, poco casuale e molto straziante, e di conseguenza: empatizziamo. Ma non abbiamo neanche il tempo di empatizzare e immedesimarci che subito veniamo calati nella giusta dimensione di quando è Berlusconi a parlarci, ovvero l'inferiorità e l'inadeguatezza. Il Cavaliere, infatti, ricorda—non senza orgoglio—che lui è "più tifoso di noi" del Milan, dove ovviamente "noi" sta per chi si professa tale, se non altro perché lui ha avuto un miliardo da investire, mentre gli altri al massimo qualche centinaio di euro per sedersi su un freddo seggiolino di plastica. La bellezza del video la si percepisce subito dopo, quando si inizia a parlare di negatività: a quel punto Berlusconi scende elegantemente dal piedistallo per sentirsi parte di un gruppo di sofferenti, quelli che non hanno mai visto giocare così male il Milan. Da artefice di grandi spese diventa vittima di un torto, quasi un complotto: lui ci mette i soldi e il Milan gioca male.

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Subito dopo si torna a parlare di prospettive e/o sensazioni positive: subentra il coraggio, quindi si smette di essere un gruppo. Il coraggio è difatti solo di Silvio, che freddo ha cacciato Mihajlovic per affidare il suo Milan, che vi fa l'onore di condividere, a qualcuno di moooolto bravo. Così bravo che ci aveva puntato da tempo, affidandogli la panchina della Primavera.

Il ripetuto uso della parola "coraggio" avviene qui col proposito di infondere nell'ascoltatore, be', coraggio. Tutta la scelta di Brocchi, però, si rivela un'unica e grande trovata per arrivare al momento che, non certo casualmente, inizia praticamente alla metà esatta del filmato e ne è l'apice. Attraverso la scelta quasi spiazzante di menzionare i Pulcini del Milan (e chi ci giocava, "come qualcuno che forse conoscete"), Berlusconi svela ciò che tiene in mano da tutto il video. È la cornice con una foto, quella di un giovane con la maglia del Milan esibita con un sorriso compiaciuto dallo stesso Silvio. Che mostra lo stesso Silvio.

La foto è l'ennesimo espediente per far capire quanto voi, tifosi del Milan, in confronto a lui, non valiate nulla—tifosi delle altre squadre non sentitevi esclusi, anche voi valete davvero poco.

Berlusconi vale così tanto che, quando ci mostra la foto, il se stesso più giovane è illuminato da una luce divina che fa in modo che solo i degni possano ammirare lo scatto in tutta la sua bellezza. Berlusconi appare molto compiaciuto di questo fatto. Molto.

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Ciò che segue non è molto importante a livello visivo: Berlusconi giustifica Brocchi, ma lo fa sbiascicando, mangiandosi le parole. E il motivo non è l'età, ma l'importanza dell'argomento trattato—non è certo Brocchi il protagonista, questi borbottii sono una sorta di fast forward verso gli argomenti che davvero contano. C'è comunque qualcosa che traspare da tutta la disamina della stagione: il demandare le responsabilità degli errori ad altri quando si parla dei rigori e delle punizioni di Verona, il sottolineare con forza la data 21 maggio, cosicché Brocchi capisca che tanto, alla fine, decide tutto Silvio. Il lapsus o il difetto di pronuncia che fa sembrare quel "pasteggiare" un "pasticciare" è incredibilmente eloquente. Dopo aver accostato le parole "eleganza" e "digiuno" in un delicato ossimoro, Berlusconi ricorda che sta cercando di smettere di essere assillato dai pidocchiosi tifosi circa la vendita ai cinesi, si dice disponibile a ricevere dei suggerimenti e passa ai saluti.

Poco importa se la stagione che lui reputa così fallimentare è stata rovinata—come diranno quei tifosi a cui si rivolge, o almeno quelli di mia conoscenza—scegliendo un allenatore che non aveva mai allenato una prima squadra al posto di uno che aveva dato al Milan almeno un sesto posto.

Perché, come dice Berlusconi, "Ho finito," riassumendo perfettamente tutto quanto successo alla squadra in questi ultimi anni.

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