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Música

Questi commenti di YouTube sui classici rave vi restituiranno la fiducia nell'umanità

Se dovessimo fissare una scala di letture deprimenti, la maggior parte dei commenti su YouTube occuperebbe una posizione privilegiata accanto agli scritti di Houellebecq e i dati sulle catastrofi. Fortunatamente a volte non è così.

Una playlist di tutte le tracce rave/hardcore commentate dagli utenti citati in questo post. Vi consiglio di ascoltarla mentre leggete.

Se dovessimo fissare una scala di letture deprimenti, la maggior parte dei commenti su YouTube occuperebbe una posizione privilegiata accanto agli scritti di Houellebecq e i dati sulle catastrofi. Non importa se nel video c'è un'elefantessa col suo cucciolo o un pezzo di Philip Glass: sotto vi aspetta sempre lo stesso baratro di razzismo, omofobia, ignoranza, misoginia, accuse di dilettantismo e interventi di chi minaccia disgrazie "se non riposti questo messaggio a dieci dei tuoi amici."

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Fortunatamente in tutto questo odio c'è anche qualche diamante di decenza, e stupirà qualcuno sapere che vale soprattutto per i video musicali. A volte si legge di coppie di una certa età che raccontano del loro primo bacio in una tavola calda del Wisconsin mentre il jukebox mandava "Tiny Dancer". A volte sono nordeuropei che ringraziano con uno smiley chi ha caricato un introvabile album death metal. E a volte, ma solo a volte, i commentatori di YouTube si dimostrano persone divertenti.

Tuttavia, se volete deliziarvi con alcuni dei post più intensi e commoventi di tutto YouTube, una playlist rave/hardcore di fine anni Ottanta e inizio anni Novanta sembra una scelta piuttosto azzeccata.

Un commento a "Sweet Sensation" - Shades Of Rhythm.

Perché i commenti a questi video sono una delle cose più belle che abbia mai letto.

Commenti a "Everybody" - Shades Of Rhythm.

Volendo essere cinici, potremmo liquidarli come banali ricordi distorti da anni di MDMA e partoriti da una generazione di trentenni stanchi delle mogli, dei figli, delle bollette da pagare, del lavoro e delle responsabilità che tutte queste cose si portano dietro. Queste tirate sui "vecchi tempi" potrebbero anche sembrare le lagnanze reazionarie di chi si rifiuta di comprendere il mondo della dance moderna, con i suoi live stream, i troll da forum e i braccialettini LiveNation all'ingresso.

Non importa che sia così o meno. Perché ciò che esprimono tutti questi individui, peraltro attraverso un mezzo improbabile come i commenti di YouTube, è una storia d'amore. Quale che sia l'uscita su Positiva che ha scatenato in loro queste reminiscenze da Proust sotto stupefacenti, stanno genuinamente evocando frammenti di un passato perduto, qualcosa che dà un senso alle loro vite molto più di un "Ragazzi ma vi ricordate i Pogs" di cui si alimenta la nostalgia online.

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Su "I Know" - New Atlantic.

Su "Anthem" - N-Joi.

A momenti sembra di assistere da uno spioncino all'emergere di un nuovo—o quantomeno non riconosciuto—movimento di poeti inconsapevoli. Anche se non dubito che alcune delle persone che guardano e commentano questi video abbiano un eccellente livello di istruzione e ricoprano posizioni di spicco in politica o nella produzione di programmi culturali per Channel 4, la maggior parte degli interventi sembra arrivare da persone comuni che non hanno altrettante possibilità di esprimersi con tale onestà nella loro vita quotidiana.

Mi piace immaginarmeli come uomini e donne che, a sera inoltrata, se ne stanno seduti nelle loro case di recente costruzione ad aspettare che i figli vadano a letto per potersi abbandonare al ricordo di una gioventù spensierata, trascorsa a ballare negli spazi di Manchester o sulle spiagge delle Baleari. Sarebbe piuttosto tragico se ancora oggi si presentassero alle serate, pronti alla trance durante "Voodoo Ray" risuonata da Joy Orbison a 25 anni di distanza. Ma non sono quel tipo di persone. O almeno, non credo. Sanno che i loro giorni del rave sono finiti, e preferiscono ricordarli piuttosto che rimetterli in scena.

Visti in questo modo, sono un ottimo esempio di desiderio malinconico contrapposto alla nostalgia retrograda.

Su "Closer to All Your Dreams" - Rhythm Quest.

Scavando tra i commenti ci si imbatte tanto in sogni infranti quanto in aneddoti sentimentali. Ma anche un tipo sconsolato come MrCockPirate riesce a guardare a quei giorni con spirito positivo. E in un'epoca in cui la gente si contorce in smorfie per foto scattate sei mesi prima, mi sembra una gran cosa.

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Su "40 Miles" - Congress.

Su "Turn Me Out" - Kathy Brown feat. Praxis.

Passando in rassegna questi commenti, una delle cose che comprendi su rave e hardcore è la loro relazione col tempo e lo spazio. Sembra che la combinazione di musica, atmosfera e sostanze chimiche abbia creato istanti genuinamente indelebili nelle vite di molti, e questi video fungono da portale su quei tempi. Chissà, forse tra 25 anni centinaia di migliaia di persone parleranno della prima volta in cui hanno sentito "Where Dem Girls At" di Guetta. Ma ammettiamolo, è altamente improbabile. O no?

Su "Better Days" - Jimmy Polo.

Probabilmente questo è il mio commento preferito. Non parla solo di un posto o un remix: allude a un intero mondo, quello del legame a noi sconosciuto tra Phil Davies di Nantwich e Johnny di Coventry. Un legame che si è perso, probabilmente per via delle responsabilità e della diaspora post-rave che la maturità ha creato.

Forse erano migliori amici, forse hanno risolto tutti i problemi del mondo durante una sessione di telecinesi in serotonina mentre il sole sorgeva su Fantazia, o forse hanno avuto un fugace incontro amoroso mentre il piano di "Better Days" si fermava. Non lo sapremo mai. Ma il fatto che qualcosa di apparentemente così banale come un commento di YouTube ci permetta di valutare tutte queste possibilità, come fosse un annuncio per una relazione ormai finita, è una prova dell'enorme potere evocativo di internet.

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Su "High" - Hyper Go Go.

Non per ultimo, questi commenti sono la pubblicità progresso meno efficace della storia in materia di lotta alle droghe. Leggeteli (e credetemi, io l'ho fatto): sono pieni di testimonianze, eppure nessuno sembra vantarsi di quanto si faceva o maledire il giorno in cui ha provato. Ovviamente anche le sostanze che assumevano hanno i loro rischi, ma l'atteggiamento di questi commentatori nei loro confronti potrebbe insegnare qualcosa tanto a chi le consuma quanto a chi le demonizza. E se foste in cerca di chi vi dica che passare una nottata sotto MD vale i postumi, qui la troverete.

Su "Devotion" - Nomad.

È meraviglioso pensare che scorrendo tra i commenti, limitandosi anche solo ai più votati, si possano conoscere in un lampo le speranze e i sogni di un'intera generazione. Si ha la sensazione che gli storici della cultura un giorno verranno qui, proprio come gli storici militari studiano le testimonianze dei soldati al fronte. Non si può certo dire che l'epoca di cui parliamo sia mai stata documentata degnamente. C'è l'ora e 40 di Doncaster Warehouse, e poi Human Traffic, Acid House di Irvine Welsh, le foto e video sgranati dei rave, ma per qualcuno che è troppo giovane per aver vissuto anche solo da lontano quei tempi, i commenti sono uno dei mezzi più efficaci per farsi un'idea.

Ovviamente la nostalgia lascia il tempo che trova, e per ogni "Pacific State" c'erano centinaia di album tutt'altro che degni di nota, così come per chiunque guarda al passato con affetto e rimpianto ci sarà anche una vittima. Né dovremmo dimenticare che all'epoca andavano i bermuda nelle fantasie più disparate. Eppure non puoi fare a meno di pensare che per certi versi quelle persone avessero capito tutto.

Se questi commenti sono veri—e non vedo perché dubitarne—capisci che allora uscire e divertirsi significava innanzitutto unione e euforia. Non canottiere che mettono in mostra i pettorali, presenzialismo o gare a chi si sfonda di più.

Forse questi commenti sono una lezione di storia che i clubber di oggi dovrebbero provare a mettere in pratica.

Segui Clive su Twitter: @thugclive