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Tecnologia

Questi ricercatori vogliono migliorare la privacy GPS del tuo smartphone

'LocationSafe' vuole dare agli utenti più controllo sulle informazioni diffuse dal GPS dei loro smartphone.
Janus Rose
New York, US
via Shutterstock

Oggi giorno, nella maggior parte dei dispositivi mobili, la privacy relativa alla nostra posizione è una faccenda da "o tutto o niente": o si permette alle applicazioni di tracciarci in ogni momento, oppure si disattiva completamente la funzione e ci si ritrova costretti a doverla riattivare ogni volta che si vuole usare una app che la richiede.

Sia Apple che Google hanno migliorato questo aspetto negli ultimi anni, aggiungenti livelli di controllo granulari ai loro sistemi operativi mobile per fornire agli utenti la possibilità di permettere o bloccare l'accesso alle funzioni di geo-localizzazione a singole app. Anche se questi aggiornamenti potrebbero davvero evitare che una semplice app-torcia venga a sapere informazioni sul tuo conto che una app-torcia non dovrebbe sapere (come la tua posizione), lo sforzo non è ancora tale da fermare le app che hanno davvero bisogno della tua posizione dal tracciare costantemente i nostri spostamenti in background registrando qualunque luogo visitiamo.

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Per questo, un gruppo di ricercatori dell'UCLA hanno proposto ciò che chiamano LocationSafe, un modulo privacy che garantirebbe agli utenti una tecnica di controllo estremamente selettiva sulla location privacy—con particolare attenzione anche alle funzioni relative al nuovo mondo dell'Internet of Things.

"Le applicazioni che richiedono i dati degli utenti funzionano sulla base di un modulo decisionale binario: o condivido i miei dati o non lo faccio. Ciononostante, dati sensibili come quelli relativi alla mia posizione richiedono metodi di controllo più accurati per controllare quanto precise e quanto spesso vengano diffuse queste informazioni," spiegano gli autori Joshua Joy, Minh Lee e Mario Gerla nel loro paper.

Per risolvere questo problema, i ricercatori propongono di costruire il loro modulo privacy direttamente nel daemon GPS, o GPSD, un'interfaccia software di basso livello presente su tutti i dispositivi muniti di GPS e che controlla gli accessi del dispositivo alle informazioni del GPS. In questo modo, l'utente può scegliere esattamente in che modo vengono fornite e sfruttate le informazioni prima che il sistema operativo e altre applicazioni le richiedano.

I ricercatori propongono diversi metodi per far sì che questo processo possa funzionare. Il primo prevede che l'utente controlli quanto "erose" siano le informazioni fornite alle applicazioni, chiedendo al GPS di indicare un punto casuale dell'area in cui si trova l'utente anziché fornire l'esatta posizione del dispositivo. LocationSafe potrebbe anche essere usato per limitare quanto spesso un'applicazione riceve informazioni sulla posizione del dispositivo per evitare che raccolga e registri informazioni non necessarie sui nostri spostamenti.

Per ora, controlli granulari sulla privacy simili a quelli offerti da LocationSafe sono stato appannaggio esclusivo degli utenti che hanno effettuato un'operazione di jailbreaking o rooting sul loro dispositivo. Il problema è che, anche se queste operazioni garantiscono agli utenti un maggior controllo sul dispositivo, il jalibreaking è un processo che fa affidamento a delle falle nella sicurezza dello smartphone, e la controindicazione è che rende il dispositivo molto meno sicuro.

Visto che si tratterebbe di una funzione integrata direttamente in tutti i dispositivi muniti di GPS, LocationSafe non richiederebbe alcun tipo di jailbreaking, e ciò renderebbe il controllo granulare della privacy molto più accessibile dagli utenti non esperti.

"Il modulo privacy garantisce che tutti i GPS diffusi dal dispositivo siano limitati dalle scelte del proprietario," scrivono i ricercatori. "Dimostriamo come con si possano sfruttare dei metodi pratici per migliorare la location privacy degli utenti, garantendo allo stesso tempo la necessaria accessibilità da parte dispositivi"