A Milano puoi trovare un sacco cibo da tutto il mondo, ma ci sono locali dove puoi sperimentare piatti e usanze davvero inconsuete per noi italiani, di norma così tradizionalisti, tipo il Boodle Fight filippino. Immagina di poterti fiondare sopra ad una valanga di cibo, servito sopra delle foglie di banane, mangiando senza usare piatti e posate, con il solo ausilio delle mani. Ecco, è quello che più o meno ti aspetta.
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Palayok è un ristornate filippino aperto dal 2014, in zona Giambellino a Milano. Oltre a proporre un menù alla carta e all you can eat filippino, su prenotazione, prepara Boodle Fight, ed è l'unico ristorante di Milano dove puoi provare questa specialità.Di cibo filippino a Milano ne avevo già provato in versione street food, ma questo modo di mangiare è tutta un'altra cosa.
"È un rito che rispecchia molto la popolazione filippina, particolarmente legata alla comunità e al cibo come mezzo di unione"
Il termine Boodle Fight, come scrive Atlas Obscura, "ha una origine un po' controversa; richiama una pratica militare durante l'occupazione delle Filippine da parte degli Stati Uniti." Contrariamente, il nonno filippino di un mio compagno di università - lo stesso che mi ha accompagnato alla cena - riporta che l'usanza deriva dal termine Budol (in Filippino gruppo), in pratica quando i militari americani si univano ai militari filippini, nell'usanza di mangiare tutti assieme, e da Fight come se fosse un gioco, una lotta, rubarsi il cibo a vicenda.
Per affrontare un pasto di queste dimensioni non puoi essere solo, devi coinvolgere più persone possibili, in una sorta di rituale comune. "È un rito che rispecchia molto la popolazione filippina, particolarmente legata alla comunità e al cibo come mezzo di unione" mi racconta Daniel, che per la prima volta mi ha parlato di questo ristorante.Nelle Filippine però, il termine Boodle Fight è poco utilizzato, si preferisce chiamare questa pratica Kamayan. Mangiare con le mani è emblematico della storia e della cultura filippina, non è certo, ma pare sia un'usanza antica, perché gli utensili sono stati introdotti dagli occidentali durante le dominazioni del territorio filippino.
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Ho deciso quindi di coinvolgere tutta la redazione in una cena filippina Boodle Fight, ma solo pochi temerari si sono offerti di partecipare. Non è da tutti sentirsi a proprio agio mangiando usando le mani e dallo stesso piatto (anzi vassoio).Arriviamo al Giambellino, tutti sfatti, per il dritto dal lavoro. Arrivati notiamo subito che sull'insegna del ristorante, in un angolino, c'è scritto proprio boodle fight. Daniel, il mio compagno dell'università di origini filippine è già li ad aspettarci, sarà la nostra guida per la serata. Entriamo e ci accomodiamo in una lunga tavolata, ovviamente non apparecchiata. Nell'attesa veniamo sommersi da salviettine per le mani, bicchieri e ciotoline, che scopriremo poi, saranno destinate alla zuppa.
La suspense cresce fino a quando arrivano dei grandi vassoi ricoperti di foglie di banana e pieni di cibo; tutti cercano fin da subito di decifrare le pietanze un po' intimoriti, anche se Daniel ci spiega e commenta ogni singolo alimento. È un tripudio composto da una montagna di riso, spiedini di manzo dal sapore agrodolce, Crispy Pata, ovvero stinco di maiale bollito con spezie e poi fritto, pesce e calamari alla griglia, gamberetti stufati, una grossa pentola in ghisa piena di zuppa bollente con cipollotto e carne di maiale bollita, infine, in una ciotola a parte un contorno di verdure miste stufate e in un angolino insalata di mango e papaya.Tutto questo cibo, per soli 14 euro a testa, escluse bevande.
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In quel momento tutti lasciano da parte la propri timori per avventarsi affamati sul cibo. In un attimo è sparito l'imbarazzo e tutto si è trasformato in un gioco: qualcuno alza un pezzo di carne con le mani come un trofeo, qualcun altro commenta di essere riuscito a pulire un pesce intero, altri ancora fanno notare come sia tutto molto buono e soddisfacente.
L'entusiasmo piano piano lascia spazio alla sazietà; ci rendiamo conto di aver mangiato a sufficienza anche se i vassoio sono ancora pieni di cibo, facciamo inscatolare gli avanzi, che diventeranno poi le schischette da ufficio del giorno di dopo.Finita la cena raccolgo le testimonianze dei partecipanti:
"Sembra strano non usare nessun tipo di pane come supporto, ma che alla fine ci prendi gusto." dice Roberta, l'Editor in Chief di Munchies.Alice, l'Editor di VICE, era alla sua seconda volta con il cibo Pinoy, aveva provato il fast food filippino Jollibee, una cosa totalmente diversa dal Boodle Fight.Vincenzo Marino, Producer di VICE, dice: "Mi è piaciuto, è stato un pasto 'onesto'. Niente cibo super, solo pietanze fatte onestamente. Alla fine non ero manco tanto sazio, forse non ho mangiato abbastanza maiale fritto".
Vincenzo Ligresti, Staff Writer di VICE, aggiunge "Mangiare con le mani non ti permette di stare attaccato al telefono, quindi molto bene".Simone, illustratore e graphic designer di VICE, "Sul momento non ho avuto il coraggio di segnalare che non avere a disposizione salviette asciutte, ma solo quelle umide al limone, ti faceva finire per mangiare anche il sapone. Comunque mi è piaciuto tutto e con quei 16 euro ci ho pure pranzato il giorno dopo (con forchetta). Ottimo"
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Personalmente questa cena Boodle Fight mi ha ricordato i pasti con i gruppi parrocchiali - ci siamo passati tutti, vero? - dove il cibo, semplici paste al pomodoro o ragù, erano più buone perché consumate insieme. Per quanto amante del buon cibo so quanto, a volte, sia importante l'esperienza collettiva, a volte ce ne dimentichiamo, ma è fondamentale.E poi tutto si può dire, ma una cena aziendale di questo tipo, non l'aveva ancora provata nessuno.Segui Camilla su InstagramSegui MUNCHIES su Facebook e InstagramVuoi restare sempre aggiornato sulle cose più belle pubblicate da MUNCHIES e gli altri canali? Iscriviti alla nostra newsletter settimanale