La propensione a credere in una teoria del complotto è universale: tutti, almeno una volta nella vita, siamo finiti nella “tana del Bianconiglio”—ci siamo convinti dell’esistenza di qualche cospirazione fittizia. I motivi sono vari. Anzitutto, argomenta sempre Brotherton, le teorie del complotto “rendono spiegabile l’inspiegabile” e “la complessità comprensibile”, riuscendo a “lastricare una realtà caotica, sconcertante e ambigua con una spiegazione semplice: la colpa è loro.”Non esiste un “noi contro loro”. Esistiamo solo noi. Loro sono noi. Noi siamo loro. Presentando il complottismo come un bizzarro tic psicologico che affligge le menti di un manipolo di pazzi paranoici, ci assolviamo con aria di sufficienza dai pensieri sconclusionati che siamo così pronti a vedere negli altri.
In pratica, ci troviamo in una contingenza storica in cui le teorie del complotto sono simultaneamente rigettate e accettate. -Complotti! Da QAnon alla pandemia, cronache dal mondo capovolto è edito da Minimum Fax. Tra i temi affrontati dal libro di Leonardo Bianchi: le teorie del complotto più diffuse sul coronavirus, viste anche attraverso i movimenti che le hanno adottate; altre teorie del complotto che negli anni si sono dimostrate particolarmente pericolose e letali; la storia di QAnon, il “supercomplotto” odierno per eccellenza.Leonardo è anche l’autore di una newsletter dal medesimo titolo: iscriviti qui.le teorie del complotto sono ancora stigmatizzate nella maggior parte dei paesi occidentali dalla scienza, dalla politica e dai media. Allo stesso tempo le subculture [complottiste] si sono ingrandite, hanno un loro ecosistema mediatico, hanno i propri esperti e un vero e proprio pubblico di riferimento. E questi due pubblici molto diversi tra loro si guardano con sospetto—uno è preoccupato dalle teorie del complotto, l’altro dai complotti.