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Una scoperta fatta per caso potrebbe riscrivere la storia umana

Ben Bacon è “una persona qualunque", ma alcuni archeologi pensano che abbia ritrovato i testi scritti più antichi della storia umana.
scoperta calendario paleolitico
Screengrab via Bacon et. al. 

Potrebbe trattarsi di una scoperta archeologica di portata epocale: un ricercatore indipendente ha ipotizzato che la prima testimonianza di scrittura della storia umana sia “nascosta in piena vista” nelle pitture rupestri di alcune grotte europee. Se confermata, la scoperta porterebbe indietro la data dell’invenzione della scrittura di decine di migliaia di anni.

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Sono centinaia le caverne in tutta Europa decorate con raffigurazioni di animali e altre cose realizzate più o meno tra 15.000 e 40.000 anni fa, durante il Paleolitico, quando gli umani erano ancora cacciatori-raccoglitori. Queste pitture rupestri spesso comprendevano segni non-figurativi, come punti e linee, che per decenni nessuno è stato in grado di spiegare.

Ben Bacon, un antiquario di Londra che si è definito “a tutti gli effetti una persona qualunque,” ha notato questi segni mentre guardava foto di pitture rupestri di provenienza europea, e gli è venuto in mente che forse potessero essere decifrabili. Ora, Bacon è arrivato a ritenerle “il primo esempio di scrittura conosciuto nella storia dell’Homo sapiens” sotto forma di preistorico calendario lunare, secondo quanto scritto in uno studio pubblicato a inizio gennaio 2023 sul Cambridge Archeological Journal.   

“Credo che il fascino delle pitture rupestri si debba alla loro bellezza e viscerale immediatezza,” ci ha detto Bacon via email. “Una sera stavo guardando pitture del Paleolitico su internet, tanto per passare il tempo, e ho notato per puro caso che molti animali avevano vicino dei simboli che mi sembravano dei numeri.”

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Intrigato, Bacon si è imbarcato nel meticoloso tentativo di decodificare questi segni, concentrandosi in particolare su linee, punti e un simbolo a forma di Y che si possono notare in centinaia di pitture rupestri.

Precedenti ricercatori avevano già ipotizzato che questi simboli fossero un tipo di notazione numerica, forse concepita per tenere il conto degli animali avvistati o uccisi dagli artisti preistorici. Bacon si è spinto a suggerire che formino un sistema affine a un calendario, concepito per tenere traccia dei cicli vitali degli animali ritratti. Ha ingaggiato eminenti archeologi dell’Università di Durham e dello University College London per sviluppare lo studio.

“Siamo alla ricerca di informazioni numeriche su specifici animali preda, questo è il nostro punto di partenza,” spiegano i ricercatori nello studio. “Ci sembra che sia superfluo indicare il numero di animali, quante volte sono stati visti, quanti ne sono stati uccisi con successo.

“Ci sembra molto più probabile che abbiano importanza le informazioni che aiutano a prevedere i movimenti migratori e i momenti in cui gli animali si trovano in branco, ad esempio per la stagione riproduttiva e per quella delle nascite, quando vengono a trovarsi raggruppati e relativamente vulnerabili,” scrivono.

I ricercatori notano che le pitture non sono mai accompagnate da più di 13 di queste linee e punti, il che potrebbe voler dire che indicano i mesi lunari. Questo calendario lunare non sarebbe in grado di considerare quando inizia un nuovo anno, ma verrebbe informalmente azzerato ogni anno durante un periodo tra il tardo inverno e l’inizio della primavera conosciuto come la “bonne saison”, la bella stagione. Il simbolo “Y” che si trova solitamente disegnato sopra o vicino all’animale potrebbe rappresentarne la nascita, vista la somiglianza con due gambe aperte.

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“Adottiamo la semplice soluzione che iniziassero a contare i mesi dall’inizio della bonne saison e continuassero finché non diventava inutile contare, a inverno inoltrato—per poi ricominciare a contare i mesi con l’arrivo della seguente bonne saison,” riporta lo studio. “Un grande vantaggio di questo calendario è la sua stabilità nel descrivere i cicli vitali di animali e piante, nonostante le grandi differenze geografiche e culturali presenti in Europa nell’Alto Paleolitico.”

Per mettere alla prova questa ipotesi, il team ha compilato un database di oltre 600 sequenze punto-linea senza il simbolo Y e 250 sequenze con la Y, che appaiono più di frequente in pitture rinvenute in Francia e Spagna. Queste sequenze sono state realizzate durante decine di migliaia di anni e accompagnano raffigurazioni di animali diversi come uri, uccelli, bisonti, caprini (come capre e antilopi), cervi, pesci, cavalli, mammut e i rinoceronti ormai estinti che vivevano in Europa.

Dopo aver condotto un’analisi statistica del database, Bacon e i suoi colleghi hanno scoperto con grande sorpresa che il calendario lunare sembra reggere alquanto bene il confronto con le fasi.

“Nel complesso, c’è un alto grado di correlazione tra i numeri di linee/punti nelle sequenze con e senza <Y> e la posizione di <Y> e le abitudini riproduttive delle taxa [unità tassonomiche] analizzate,” scrivono i ricercatori nel paper. “I nostri dati non spiegano tutto, ma anche mettendo in conto imprecisioni e variabilità regionali, la quantità di prove a sostegno della nostra tesi è impressionante.”

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“I dati indicano che lo scopo di questo sistema di associazione tra animali e calendario era di registrare e comunicare informazioni sui comportamenti stagionali di specifici taxa considerati prede nelle regioni geografiche di competenza,” aggiungono.

Bacon ha detto che realizzare questo lavoro è stato “estenuante” e che il team non festeggerà finché non avrà pubblicato tutte le sue scoperte. I ricercatori si aspettano anche dibattiti tra esperti sulla definizione di “scrittura”, per determinare se il loro ipotetico calendario possa rientrare in quella categoria.

“Non ci interessa premere sulla controversa questione della scrittura come invenzione paleolitica; forse è più appropriato descriverlo come sistema di proto-scrittura, un passo intermedio tra un metodo/convenzione di notazione più semplice e la vera e propria scrittura,” propongono gli studiosi.

“Dando per assodato di aver convinto i colleghi della correttezza della nostra identificazione, ci sarà senza dubbio un vivace dibattito su come questo sistema vada chiamato, e siamo aperti a suggerimenti,” proseguono. “Per ora, circoscriviamo la terminologia a proto-scrittura nella forma di un calendario fenologico/meteorologico. Ciò implica che una forma di scrittura esistesse decine di migliaia di anni prima del primo sistema di scrittura sumero.”

La magnitudo di questa scoperta, sempre che trovi l’approvazione della comunità archeologica, è impressionante. Può riscrivere le origini della scrittura, una delle tappe cruciali della storia umana. Inoltre, se questi misteriosi simboli rappresentano un calendario rudimentale, sono anche in grado di fare luce su come questi cacciatori-raccoglitori sincronizzavano la propria vita con i cicli naturali degli animali e della Luna.

In breve, se la nuova ipotesi sarà verificata, dimostra che i nostri antenati del Paleolitico “erano quasi sicuramente cognitivamente avanzati quanto noi” e che “si trattava di umani moderni a tutti gli effetti,” ci ha detto Bacon. Significa anche “che la loro società aveva dato vita ad arte, numeri e scrittura” e “che riuscire a leggere il loro sistema di scrittura potrebbe permetterci di scoprire più cose riguardo alle loro credenze e valori culturali.”